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Morte “Mauro” Milanovic, Casa Rossa “Morto di clandestinità e non di freddo”

Di Associazione Casa Rossa

Milanovic, il “nostro Milosevic”, è morto di clandestinità quando le leggi del mercato e dello Stato si sono chiuse a tenaglia su di lui sfruttando il fattore inverno; “Milosevic” è un caduto, sconfitto definitivamente nella sua guerra giornaliera per la sopravvivenza, ed è come fosse stato ammazzato.
Clandestinità ! Non più lavoro, non più casa, non più documenti, solo pane alla Caritas e solo con la propria pena di vivere.
Ha scritto un ragazzo di un clandestino, del clandestino “Milosevic”, che ha passato con lui notti e sere alla Festa Operaia:
“Eri burbero, ma quante notti alle feste del proletariato hai condiviso con noi cibo e notti? “io partito comunista! io partito comunista!” dicevi e ridevamo, poi ci guardavi arcigno e ti davamo del vino, e ridevi. Burbero si, non siamo riusciti ad aiutarti, ma sicuramente hai sempre avuto più dignità te, con quella bottiglia di vino regalata, burbero e pezzente, che questi nostri ragazzi dalle scarpe lucide e il capello appena fatto, ma con la coscienza sporca di sangue, non solo il tuo, eterno dannato su questa misera terra, ma di tanti bravi ragazzi e uomini e donne di questa nostra solidale e cattolica provincia.”

Di “nessuno è la colpa” direbbe la Santa Giovanna dei Macelli di Brecht: “Le disgrazie vengono come la pioggia, che nessuno la fa, eppure viene ugualmente”.
Le persone di cultura sanno invece di chi è la colpa, come avrebbe detto Pasolini, ed è di chi governa e ha scritto leggi ingiuste.
Noi pensiamo che sia profondamente sbagliato pensare giuste leggi disumane che fanno di un uomo un clandestino sulla terra dove per legge di natura è nato, e poi prendersela con individui o gruppi caritatevoli che non avrebbero fatto abbastanza per sostituirsi a queste leggi contro natura.
Leggi disumane perché un uomo nato libero è clandestino per volontà di altri uomini, non per natura; il che significa che il mondo in civiltà non è affatto avanzato da quando un plebeo non poteva sposare una nobile come ci racconta Rousseau.
Anche se sappiamo che c’è anche chi si salva grazie all’aiuto di qualche uomo misericordioso, la carità non basterà mai, con questo mondo, a riparare prepotenze e leggi ingiuste. Essa è insufficiente, quindi non è la risposta giusta. La morte di Milanovic ci deve insegnare qualcosa e ce la insegna.
Le leggi criminali contro l’uomo non vanno rispettate e si deve lottare con ogni mezzo per eliminarle. Ci insegna che una società è civile solo se non pone confini tra l’uomo e i suoi diritti naturali. Ci insegna che il piatto di minestra è utile veramente solo se chi lo dona, non si ferma a questo, ma combatte fino a rovesciare le leggi criminali che subordinano la vita degli uomini al mercato e i diritti dell’uomo agli interessi di “patria”.
Altrimenti non può che prevalere, a volte inconsapevole, l’ipocrisia e il cinismo che nascondono la vera radice del problema.
Associazione Culturale CASA ROSSA