Carlo Ceraso
Francesco De Agustinis
Quegli articoli di giornale avrebbero aiutato gli spacciatori che cedettero la dose mortale ad Elisa Benedetti a mettersi al riparo dalle indagini degli investigatori. E' la motivazione con cui la Procura di Perugia, il procuratore Fumu eil sostituto Duchini, hanno indagato il direttore del Giornale dell'Umbria, Giuseppe Castellini, con l'accusa di favoreggiamento.
A renderlo noto è stato lo stesso giornalista in una nota secondo cui l'iniziativa della Procura fa riferimento a degli articoli in cui il GdU aveva parlato di un tale 'Matteo' e 'Marco' quali possibili pusher. Nell'ipotesi accusatoria, tali pubblicazioni avrebbero favorito gli spacciatori, mettendoli in guardia dalle indagini in corso legate alla morte della giovane di Città di Castello, trovata priva di vita in un bosco nei pressi di Casa del Diavolo a Perugia nel gennaio 2011. Per la cronaca il processo si è concluso lo scorso 16 febbraio con la condanna di Ahmed Aouini (“Marco”), Mohmed Ali Abwab e Simone Lillacci, indagati per aver venduto eroina a Elisa. I due tunisini, giudicati con rito abbreviato, sono stati condannati rispettivamente a 4 anni e 8 mesi e 4 anni e mezzo; Simone Lillacci, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione. Questa la nota ufficiale diramata dal giornalista:
La nota di Castellini – a processo dunque concluso, e con gli indagati condannati in primo grado, arriva come un fulmine a ciel sereno la richiesta di conclusioni delle indagini per il direttore Castellini, atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio. Ecco la nota ufficiale diramata dal responsabile della testata: “Ho appreso, tramite un avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore Giacomo Fumu e dal sostituto Antonella Duchini, di essere stato indagato dalla Procura della Repubblica di Perugia per favoreggiamento. Il reato contestato – quello di aver pubblicato a suo tempo che la povera Elisa Benedetti – il cui caso ebbe una larga eco nazionale – quando, insieme alla sua amica, ebbe un incidente all'incrocio di Ponte Felcino, tornò all'improvviso sull'auto e scappò dicendo che doveva andare da Matteo. Ipotizzai che potesse essere uno spacciatore di droga, chiosando “Caccia a Matteo”. La pubblicazione derivava dal racconto di un testimone oculare. Secondo la Procura ciò avrebbe messo sull'avviso tal “Matteo” – e il giorno dopo anche un tal “Marco” – dandogli la possibilità di provare a scappare. Seguendo l'incredibile logica della Procura di Perugia, nessun giornalista dovrebbe, ad esempio, dare la notizia che una signora è stata scippata, nella tal via,da un giovane alto e con un maglione rosso. Mi sembra evidente la gravità della decisione della Procura, che di fatto tende non solo a limitare incostituzionalmente, ma addirittura ad eliminare la libertà di stampa. Cedere a tali assurde richieste significherebbe colpire al cuore la corretta e libera informazione a cui hanno diritto i cittadini, creare un vulnus a uno dei pilastri della democrazia, determinare precedenti pericolosi. Un atteggiamento gravissimo e quasi senza precedenti, quello della Procura di Perugia, che non a caso – isolato nel panorama nazionale e di cui sfuggono le vere ragioni, tanto appare infondato. C'è da sperare che ciò non voglia rappresentare una forma di intimidazione verso la libertà dei giornalisti di dare le notizie che hanno e realizzare inchieste giornalistiche, anche scomode. Se alla libertà d'informazione dovessero subentrare – o meglio, tornare – le veline e il piegare la testa per timore di ritorsioni, sarebbe un colpo mortale alla libertà di tutti. Ma nessun giornalista à disposto a subire veline e a piegare la testa, soprattutto quando in gioco c'è la libertà di informare. Questo lo dimostreranno, ancora una volta, i fatti” conclude il direttore della testata umbra.
OdG Umbria – “L'ordine dei giornalisti apprende con preoccupazione del provvedimento della Procura della Repubblica di Perugia nei confronti del direttore del Giornale dell'Umbria, Giuseppe Castellini”, ha comunicato l'Ordine regionale dei giornalisti presieduto da Dante Ciliani “preoccupazione motivata sia dal contenuto dell'atto che dai tempi. Pur nel rispetto assoluto nei confronti del lavoro della Magistratura, nel contrasto e nella repressione della criminalità, ritiene però che l'atto in questione, che ipotizza addirittura il reato di favoreggiamento, possa rappresentare una grave limitazione del diritto di cronaca e dell'attività di indagine giornalistica che costituiscono gli elementi fondanti della professione ed uno dei diritti fondamentali garantiti dalla stessa Costituzione” ssecondo cui “i giornalisti hanno il dovere di svolgere, senza condizionamenti e nel rispetto delle regole professionali e deontologiche il loro lavoro e non devono fermarsi alla semplice riproposizione di atti ufficiali. Nell'esprimere totale e convinta solidarietà a Giuseppe Castellini, auspichiamo che il provvedimento avviato nei suoi confronti dalla Procura della Repubblica venga al più presto archiviato”, ha concluso l'Ordine.
Asu e Fnsi – sulla vicenda sono intervenuti poco fa anche l'Associazione Stampa Umbra (Asu) e la Fnsi, organi sindacali dei giornalisti, che hanno espresso “piena solidarietà al collega Giuseppe Castellini, direttore del Giornale dell’Umbria”, auspicando “che l’indagine promossa a suo carico dalla Procura di Perugia venga al più presto archiviata. Il sindacato dei giornalisti ha totale rispetto del lavoro cruciale e difficile della Magistratura nell’azione di contrasto e repressione del crimine”, hanno scritto i due organi in un comunicato congiunto, “ma ritiene che questo non possa comportare una limitazione del diritto dovere di cronaca e dell’attività di ricerca e indagine giornalistica, che costituiscono valori irrinunciabili e fondanti di ogni società democratica e che, nel nostro Paese, sono garantiti dalla Costituzione repubblicana, fonte fondamentale di Diritto. I giornalisti devono poter svolgere liberamente e scrupolosamente il proprio lavoro”, si legge ancora nel comunicato, “nel rispetto delle regole professionali e deontologiche. Non potranno mai limitarsi a trasmettere 'veline' fornite da qualsiasi autorità perché è loro preciso dovere ricercare la verità dei fatti nel solo interesse dell’opinione pubblica, senza condizionamenti o intimidazioni”.
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