Fuori dal carcere i tre ragazzi arrestati per la morte di Filippo Limini. Il gip Natalia Giubilei ha accordato la misura degli arresti dimiciliari, accogliendo le istanze presentate dagli avvocati Delfo Berretti e Aldo Poggioni per Brendon Kosiqi, Salvatore Adorisio e Daniela Paccoi per Denis Hajderlliu, Guido Rondoni e Fabiana Massarelli per Kevin Malferteiner.
Il pm titolare dell’indagine, Paolo Abbritti, aveva chiesto invece che fossero rimasti in carcere, giudicandoli socialmente pericolosi ed in grado di ripetere il reato di cui sono accusati. I tre sono stati fermati con l’accusa di rissa aggravata e omicidio preterintenzionale per i fatti che hanno portato alla morte dello spoletino Filippo Limini.
La notte tra il 14 e il 15 febbraio, fuori dalla discoteca Country Cafè di Bastia Umbra, i tre ragazzi del posto si sono scontrati con un gruppo di spoletini. Una lite (su questo almeno le varie versioni coincidono abbastanza) scoppiata perché l’auto con i tre ragazzi bastioli (italiani di famiglie di origine albanese) chiedeva strada per uscire dal parcheggio.
I tre bastioli hanno raccontato agli inquirenti di essere stati aggrediti dagli spoletini, che hanno iniziato a sferrare colpi alla loro auto.
Gli spoletini (versione raccolta anche dall’avvocato Onori che assiste la famiglia Limini) affermano invece di aver colpito l’auto solo dopo che questa aveva investito, in retromarcia, il loro amico Filippo. A terra perché colpito da un pugno sferrato da Denis. Che però dice di non aver sferrato anche il calcio che, secondo alcune testimonianze, aveva raggiunto Filippo mentre era già a terra.
Il 25enne spoletino si stava comunque rialzando, quando è stato investito dall’auto in retromarcia, alla cui guida c’era il 19enne Brendon Kosiqi. Il quale ha affermato di non essersi accorto di aver investito una persona.
Il gip ha ritenuto che non sussistano elementi per giustificare la permanenza in carcere per i tre. In ragione della giovane età e dell’assenza (tranne che per Kevin) di precedenti penali. Concedendo loro gli arresti domiciliari.
Il gip, motivando la concessione degli arresti domiciliari, prospetta anche sviluppi futuri nelle indagini. Parlando del “gruppo di persone, in corso di identificazione, ben più nutrito, tra cui la vittima, che si è contrapposta con violenza, che è risultata addirittura superiore se si tiene conto dell’inseguimento e dell’aggressione con corpi contundenti, come attestano gli ingenti danni alla vettura“.
Insomma, scontato che nelle prossime ore anche alcuni degli spoletini che erano a Bastia Umbra quella maledetta notte finiscano nel registro degli indagati.
Sulle cause della morte di Filippo Limini potrà far luce l’autopsia, che verrà eseguita giovedì mattina dal medico legale Mauro Bacci, insieme a Marta Bianchi e al tossicologo forense Paola Melai.