Non rendere vano quello che Fabrizio Cardarelli ha fatto come sindaco di Spoleto, la sua “presenza feconda di bene“. E’ questo il messaggio che l’arcivescovo Renato Boccardo ha lanciato oggi durante la messa in occasione del trigesimo dalla scomparsa improvvisa del primo cittadino. In duomo si sono raccolte, accanto ai familiari, numerose persone, dopo il fiume di gente che aveva partecipato ai funerali del sindaco Cardarelli un mese fa. A rappresentare l’amministrazione comunale la Giunta, con l’attuale guida, il vicesindaco Maria Elena Bececco, e gli assessori, ed il presidente del consiglio comunale Giampiero Panfili, con alcuni consiglieri. E poi imprenditori, professionisti, amici, dipendenti comunali.
Nutrita la rappresentanza dei rappresentanti delle forze dell’ordine. C’è chi è arrivato addirittura da fuori regione. Fabrizio Cardarelli era riuscito infatti a creare rapporti amicali, anche se nel pieno rispetto dei ruoli, con tutti i livelli. C’erano i vertici locali di polizia, carabinieri, finanza, vigili del fuoco, Esercito, ma anche i generali di corpo d’armata Massimiliano Del Casale e Luigi Francesco De Leverano ed il generale di brigata Paolo Raudino.
E l’arcivescovo di Spoleto – Norcia Renato Boccardo, dopo il pensiero espresso nei confronti dei familiari del sindaco scomparso, ha parlato anche di una città “scossa e incerta di fronte a un evento così imprevedibile e inatteso“. Chiedendo, in sostanza, unità e superamento degli interessi personali e di partito.
Citando il Vangelo odierno, il presule nell’omelia ha evidenziato: “Tutti riconosciamo di avere bisogno di un po’ di luce e un po’ di forza per non smarrire l’orientamento, per non lasciarci sopraffare dagli eventi della vita, per provare a capire quale senso possano avere eventi di questo genere. Ci sentiamo tutti piccoli piccoli, sproporzionati di fronte al mistero della vita e della morte. La partenza del sindaco Fabrizio da noi crea un vuoto che la fede non colma. La fede non spiega il dolore e la morte, aiuta a sopportarne il peso. Dalla memoria e dal suo ricordo riceviamo una missione particolare, ognuno deve assumersi le sue responsabilità, riscoprire gratuità e generosità nel quotidiano”.
“Mentre noi affidiamo alla bontà ed alla misericordia di Gesù l’anima del nostro sindaco – ha proseguito Boccardo – e ne ricordiamo la sua umanità, la sua rettitudine, la sua dedizione alla missione ricevuta a servizio del bene della nostra città, mentre ancora rinnoviamo il nostro grazie per il segno che ha lasciato, tutti insieme sentiamo di dover continuare uno stile, un modo, una forma di presenza, ciascuno secondo le sue capacità. Per questo diventa importante cogliere il messaggio che la prima lettura ci ha affidato, mettersi in atteggiamento di ascolto”.
Quindi l’invito a “riscoprire la dimensione dell’ascolto per coltivare dentro di noi un’apertura, di mente e di cuore”. Dimensione dell’ascolto vista in correlazione con le prossime elezioni amministrative, che si terranno tra maggio e giugno, quindi con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale, dopo che la prefettura ha avviato le procedure per lo scioglimento del consiglio comunale ed in attesa dell’atto ufficiale del Presidente della Repubblica e della convocazione del turno elettorale per le amministrative.
“Quanto bisogno ha la nostra città, in questo momento di attesa, di ricerca per la definizione di coloro che dovranno continuare il cammino del governo e del servizio, – ha osservato il vescovo – di trovare la concordia e l’armonia al di là degli interessi personali, delle convenienze di partito, di possibili alleanze, al di là di pressioni che possono venire da tutte le parti. La città ha bisogno – ha incalzato – di un governo sapiente, generoso, libero da ogni tipo di interesse, mosso da un unico fondamentale interesse che è il bene di tutti, con particolare attenzione a chi è nel bisogno, nella sofferenza, nella precarietà”. E quindi l’atteggiamento di ascolto richiamato dalle letture della celebrazione eucaristica “diventa paradigmatico per tutti noi a qualsiasi livello di responsabilità ci troviamo. Proprio per essere capaci di continuare quella presenza feconda di bene che il sindaco Fabrizio ci ha lasciato come preziosa eredità. Lo Spirito di Dio – è stata la preghiera di monsignor Boccardo – ci insegni a volare in alto, cioè ad allargare gli orizzonti, ad avere interessi veri mettendo da parte i piccoli e grandi egoismi, la meschinità e la chiusura che rendono sterile anche lo sforzo più grande”.