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Morta in Svizzera con suicidio assistito donna malata da anni di sclerosi multipla

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Morta in Svizzera con suicidio assistito donna malata da anni di sclerosi multipla

Mar, 30/07/2024 - 14:03

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(Adnkronos) - Ines (nome di fantasia), 51enne lombarda affetta da quasi 20 anni da sclerosi multipla, è morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. Lo rende noto l'Associazione Luca Coscioni. La donna è stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D'Angelo di Soccorso civile, associazione che fornisce assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all'estero, di cui è presidente e responsabile legale Marco Cappato.  

L'azienda sanitaria locale alla quale la donna aveva inviato lo scorso maggio la richiesta per poter accedere al suicidio medicalmente assistito, reso legale in Italia dalla sentenza 242 del 2019 (sul caso Cappato-Antoniani), a oggi non ha ancora trasmesso la relazione finale e il parere del Comitato etico. Dopo una prima diffida da parte di Ines, tramite i suoi legali coordinati dall'avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'Associazione Coscioni, ricorda l'ente, la commissione medica della Asl "ha visitato la donna due volte senza fornire la valutazione sulla sussistenza delle condizioni e le modalità per procedere, incluso il parere del comitato etico competente". Così qualche giorno fa la 51enne ha diffidato nuovamente l'azienda sanitaria e la Asl "ha risposto prendendo tempo e comunicando che la relazione medica è stata inviata al comitato etico". 

Ines era in possesso di tutti i requisiti previsti dalla sentenza della Corte costituzionale, ma ha comunque deciso di andare in Svizzera per accedere all'aiuto alla morte volontaria "perché ormai le proprie sofferenze erano divenute tanto insopportabili da renderle impossibile attendere ancora altro tempo", spiega una nota. Nonostante il suicidio medicalmente assistito sia legale in Italia a determinate condizioni, il Servizio sanitario nazionale "non garantisce tempi certi per effettuare le opportune verifiche. Molti pazienti rimangono in attesa di Asl e comitati etici territoriali che, per verificare le condizioni e le modalità, possono impiegare anche mesi. Un tempo che molte persone malate con sofferenze intollerabili non hanno". Per questo l'Associazione Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna 'Liberi subito', con una raccolta firme per una proposta di legge regionale che garantisca il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti per giungere a una risposta da parte del Ssn.  

Oggi a Milano - alle 16.30 in piazza Città di Lombardia al Talent garden - conferenza stampa con Cappato, tesoriere dell'Associazione Coscioni, i due attivisti che hanno accompagnato Ines in Svizzera e in collegamento Gallo. 

 

(Adnkronos) – Ines (nome di fantasia), 51enne lombarda affetta da quasi 20 anni da sclerosi multipla, è morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. Lo rende noto l’Associazione Luca Coscioni. La donna è stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo di Soccorso civile, associazione che fornisce assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, di cui è presidente e responsabile legale Marco Cappato.  

L’azienda sanitaria locale alla quale la donna aveva inviato lo scorso maggio la richiesta per poter accedere al suicidio medicalmente assistito, reso legale in Italia dalla sentenza 242 del 2019 (sul caso Cappato-Antoniani), a oggi non ha ancora trasmesso la relazione finale e il parere del Comitato etico. Dopo una prima diffida da parte di Ines, tramite i suoi legali coordinati dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Coscioni, ricorda l’ente, la commissione medica della Asl “ha visitato la donna due volte senza fornire la valutazione sulla sussistenza delle condizioni e le modalità per procedere, incluso il parere del comitato etico competente”. Così qualche giorno fa la 51enne ha diffidato nuovamente l’azienda sanitaria e la Asl “ha risposto prendendo tempo e comunicando che la relazione medica è stata inviata al comitato etico”. 

Ines era in possesso di tutti i requisiti previsti dalla sentenza della Corte costituzionale, ma ha comunque deciso di andare in Svizzera per accedere all’aiuto alla morte volontaria “perché ormai le proprie sofferenze erano divenute tanto insopportabili da renderle impossibile attendere ancora altro tempo”, spiega una nota. Nonostante il suicidio medicalmente assistito sia legale in Italia a determinate condizioni, il Servizio sanitario nazionale “non garantisce tempi certi per effettuare le opportune verifiche. Molti pazienti rimangono in attesa di Asl e comitati etici territoriali che, per verificare le condizioni e le modalità, possono impiegare anche mesi. Un tempo che molte persone malate con sofferenze intollerabili non hanno”. Per questo l’Associazione Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna ‘Liberi subito’, con una raccolta firme per una proposta di legge regionale che garantisca il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti per giungere a una risposta da parte del Ssn.  

Oggi a Milano – alle 16.30 in piazza Città di Lombardia al Talent garden – conferenza stampa con Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni, i due attivisti che hanno accompagnato Ines in Svizzera e in collegamento Gallo. 

 

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