Monti a Perugia: "La crisi in Umbria per via del modello economico che non funziona più" - Tuttoggi.info

Monti a Perugia: “La crisi in Umbria per via del modello economico che non funziona più”

Redazione

Monti a Perugia: “La crisi in Umbria per via del modello economico che non funziona più”

Mer, 13/02/2013 - 15:49

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Sara Minciaroni

Il primo incontro di Mario Monti a Perugia questa mattina è stato quello con il vescovo Gualtiero Bassetti, che lo ha ricevuto nel vescovato, a pochi metri dalla Sala dei Notari dove si è svolto l’incontro di Scelta Civica con tutti i candidati “montiani” per Camera e Senato. Un appuntamento incentrato su “Istruzione, cultura e green economy come chiavi del futuro”. Ai microfoni dei giornalisti in Piazza IV Novembre Monti ha parlato di Finmeccanica, spiegando che il punto chiave da affrontare in questo momento è quello della governance, nell’attesa che la magistratura faccia il suo lavoro e chiarisca tutti gli aspetti. Ma Monti è anche convinto che i fatti di cronaca non influenzino la scelta di voto dei cittadini. “Sono convinto che i cittadini stiano maturando le loro scelte sulla base di quello che i partiti hanno fatto o non fatto in questi anni”.

Vendola e il Pd. “Tutti possono cambiare opinione nel corso del tempo se Vendola dovesse adottare una posizione più riformista come ad esempio non ostacolare grandi lavori come la Tav, essenziale per tenere l’Italia agganciata all’Europa. Oppure, se dovesse favorire anziché ostacolare le riforme del mercato del lavoro, che possano favorire i precari e giovani disoccupati e possano dare flessibilità al mercato del lavoro per garantire più lavoro. Ecco di fronte ad una evoluzione di questo tipo le fortissime riserve che attualmente io ho nei confronti di una cooperazione con Vendola potrebbero anche essere riviste”. E ancora riferendosi al Pd: “ Berlusconi ha detto che votare la nostra lista equivale a votare per il Pd , ma questa è una profonda falsità,credo che sappia lo stesso Berlusconi, perché su molti temi la mia decisione di entrare in questa competizione politica è stata proprio motivata dal fatto che il polo Pd e Sel ha reso molti profondi ostacoli alle riforme strutturali necessarie per il Paese. Anche con il polo Berlusconi- Pdl – Lega vedo ostacoli, oltre ad un tasso di populismo spesso anti europeo”.

La distanza dal Pdl sulla legge anticorruzione. Continua a parlare di alleanze Monti, e prende le distanze da Berlusconi e dal suo partito “blocchi difficili da superare – ha spiegato – già visto all’opera quando volevamo fare una legge anticorruzione ancora più incisiva di quella che è stata fatta, ci è stata bloccata. La legge c’è stata per la prima volta, l’abbiamo portata all’approvazione parlamentare malgrado il Pdl ci abbia fatto togliere alcune cose, che appena avremo l’occasione riproporremo”.

Un poker rosa questa mattina al tavolo che ha accolto il presidente Mario Monti: Adriana Galgano, Stefania Giannini, Linda Lanzillotta e Stefania Proietti hanno fatto gli onori di casa. “ Sono molto felice, vi ringrazio per aver preparato ed invitato a questa occasione. Le donne rappresentano più della metà della popolazione italiana, che ha dentro di se la capacità di comprendere situazioni meglio dell'uomo e non può non dare il suo contributo. L'atteggiamento dell'uomo nei confronti della donna ancora una volta lo abbiamo visto in un dibattito pubblico: un uomo tentare di suscitare ilarità con spirito che altro non è che diseducativo. Mi fa molto piacere che qui con assoluta naturalezza, senza sbandierarlo, abbiamo al tavolo quattro donne che rappresentano il nostro modo di sentire. Tutta la società italiana e il posizionamento europeo dell'Italia ne soffrirà se non capiremo questo”.

Mi hanno rimproverato di non avere un cuore. “I costi della politica non sono solo i costi della casta, il vero costo è il non decidere o il prendere decisioni ispirate solo da interessi di brevissimo periodo pensando alla prossime elezioni e non alle prossime generazioni. È per questo che i giovani oggi non trovano lavoro, per quando governi di vari colori, pensavano che la caratteristica essenziale del programmare fosse il dover essere buoni. Mi hanno rimproverato di non avere un cuore, ma la politica non deve essere fatta col cuore, per decenni hanno cercato di dire si a tutti. Quasi sempre si dice di si a discapito della pubblica. Alzare le tasse è una scelta scomoda ma queste spese avevano un costo che hanno aumentato il debito pubblico. A discapito di giovani che vivono in un paese che deve pagare quel debito. Noi abbiamo deciso di metterci in questo impegno serio che non mira alla popolarità ma che ha il solo interesse che i nostri giovani non si trovino a vivere in un paese che declina gradualmente”.

La responsabilità. “Me ne assumo tutta la responsabilità dei sacrifici che gli italiani hanno dovuto affrontare quest'anno e senza che sia stato chiesto nemmeno un euro di prestito dall'Europa. Ma se avessimo accettato per tranquillità quel prestito avremmo avuto gran parte dell'attività di governo condotta in maniera coloniale dall'Europa, oggi saremmo in ginocchio e invece siamo in piedi”.

L’Umbria ha bisogno di un modello meno costoso. “L'Umbria si trova nel cuore del nostro paese ha una ricca e profonda tradizione storica, una ricchezza artistica e naturalistica che ha pochi eguali nel mondo, tale che assume quasi una connotazione spirituale come ci ricorda la storia di San Francesco. È una regione con una società civile vitale e dinamica ed una storia industriale importante. Eppure è una regione particolarmente colpita dalla crisi economica. Le ore di cassa integrazione sono cresciute del 40% molte aziende sono a rischio chiusura. I giovani non trovano lavoro. Di fronte a questa crisi si percepisce la sensazione di un modello economico che non funziona più. Nel settore pubblico statale e locale è sempre più evidente che non si possono fare ancora debiti. C'è bisogno di un modello snello meno pesante e meno costoso. Credo che la risposta debba avere due livelli, una immediata, per evitare che la crisi si acuisca e cercare di ridurne l'impatto. Per ripartire l'Umbria ha bisogno di cambiare passo. Un nuovo modello di crescita che non può che partire dalle vocazioni e dagli asset del suo territorio: cultura, bellezza, paesaggio e imprese”.

Il dibattito a tre e il contratto. “Non abbiamo bisogno di stipulare contratti con gli italiani ma di prendere un impegno con gli italiani, con quelli di oggi , con i giovani, e con quelli che devono ancora nascere. Davanti ad un notaio o qui nella “sala dei Notari” non in uno studio televisivo. Per questo sono pronto e favorevole ad un dibattito televisivo a tre con Bersani e Berlusconi”.

Foto Nicola Palumbo

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