Foligno

Montefalco, la maggioranza difende il presidente del Consiglio: “Grande imparzialità”

L’inizio della legislatura e il ribaltone politico hanno lasciato scorie e strascichi. Ne è simbolo la tensione dell’ultimo consiglio comunale, durante il quale la consigliera comunale Daniela Settimi ha abbandonato l’Aula durante gli interventi.

La replica della maggioranza

Immancabile la replica a Settimi, con la maggioranza che fa quadrato intorno al presidente Francesco Chianella, “ingiustamente preso di mira dalla Capogruppo di minoranza Daniela Settimi. Non è affatto vero che alla consigliera Settimi non sia stata data la possibilità d’intervenire e tanto meno che sia stata addirittura “costretta ad abbandonare l’aula”, come da lei sostenuto. Il Presidente Chianella ha solo fatto il suo dovere, applicando il regolamento del Consiglio comunale, onde evitare che le sedute dello stesso si trasformino in una discussione disordinata o, peggio, che gli interventi dei consiglieri vengano sviliti da continue e caotiche interruzioni dei colleghi. La democrazia, per funzionare, non può prescindere dal rispetto delle norme che la regolano. Chianella, fin dall’inizio del suo mandato, ha dimostrato imparzialità, non esimendosi, se necessario, di richiamare all’ordine sia i consiglieri di maggioranza che di minoranza, a tutela dell’Istituzione che presiede e della città tutta”.

La difesa del presidente

Sulla questione interviene lo stesso Presidente Chianella: “Voglio tranquillizzare le cittadine e i cittadini di Montefalco sui fatti dello scorso Consiglio. Ribadisco che nello svolgimento del Consiglio non è stata soppressa alcuna libertà e/o spazio per esporre le legittime ragioni di maggioranza e opposizione. Il mio operato si è svolto nel rispetto del regolamento, delle prerogative attribuite al ruolo che svolgo e, soprattutto, nel rispetto dell’Istituzione che ho l’onore di presiedere. Al punto in oggetto – che è stato esaminato e discusso anche in sede di Commissione consiliare – la Capogruppo di minoranza Settimi ha preso la parola ed espresso liberamente la sua posizione. È stata fermata quando ha cercato di trasformare la seduta in un dibattito (cosa non consentita dal regolamento). Se la Capogruppo, come ogni Consigliere, desidera fare domande precise alla Giunta, può avvalersi degli istituti dell’interrogazione e dell’interpellanza, previsti dalla normativa vigente e dal regolamento. Dopo l’intervento di Settimi, a chiedere di parlare è stata la sua collega di minoranza Paola Marzioli, che ha ampiamente esposto le sue questioni. Terminato l’intervento di Marzioli, la consigliera Settimi ha chiesto nuovamente la parola, che le è stata data per “dichiarazione di voto”, con un tempo massimo di 3 minuti, come previsto dal regolamento. Nessuno le ha negato di parlare, ma lei ha preferito abbandonare l’aula, suscitando stupore sia tra i consiglieri di maggioranza che di minoranza. Infatti, nessuno degli altri membri dell’opposizione ha lasciato il suo posto, né si è unito al gesto plateale della loro Capogruppo. Al contrario, tutti hanno regolarmente seguito i lavori del Consiglio fino al termine della seduta. Evidentemente non hanno ravvisato alcuna grave violazione degli spazi democratici. Per queste ragioni, respingo ogni accusa pretestuosa se non faziosa alla mittente, suggerendole di tenere atteggiamenti costruttivi e inerenti le vere necessità della città. Esigenze quest’ultime che forse sono avvertite anche all’interno della stessa opposizione, vista la palese divergenza di atteggiamento manifestata alla loro Capogruppo dai tre consiglieri di minoranza rimasti in aula”.

Il gruppo “Montefalco Cambia” “è fiducioso che i molti cittadini che assistevano al Consiglio si siano fatti un’idea pacata e imparziale dell’accaduto. Se qualcuno ritenesse che sia stata violata qualche norma o che siano stati ridotti ingiustamente gli spazi di confronto democratico, cosa che a nostro avviso non è successa neppure lontamamente, restiamo aperti all’ascolto, per fornire tutti i chiarimenti del caso. Fermo restando che, nell’interesse della città, è nostro dovere difendere le sue Istituzioni e non permettere l’istaurarsi in esse di condotte svilenti e contrarie alle norme democratiche che le regolano”.