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Mons. Fontana “Date soldi ai nursini, si sanno rialzare” | Riaprono le scuole in Valnerina

Devono dare i soldi ai nursini, loro sono abituati a rialzarsi e a darsi da fare”. Monsignor Riccardo Fontana conosce bene la città di San Benedetto e i suoi abitanti: dal 1996 al 2009 è stato arcivescovo di Spoleto -Norcia. Era lui il vescovo della Valnerina terremotata nel 1997 e della ricostruzione dopo quel terremoto. A Norcia passava ogni estate ed a Norcia è tornato sabato mattina, accompagnato dall’attuale arcivescovo, monsignor Renato Boccardo, e dal parroco don Marco Rufini. Gli occhi lucidi già prima di entrare nel centro storico, incontrando ed abbracciando alcune persone, si è emozionato e commosso davanti alla concattedrale di Santa Maria Argentea ed alle rovine della basilica di San Benedetto. E proprio riflettendo sul fatto che la facciata della chiesa dedicata al patrono d’Europa era rimasta in piedi, l’attuale vescovo di Arezzo ha rimarcato la sua importanza: “In quella piazza, davanti a quella facciata, Norcia ha onorato sempre San Benedetto. Magari dentro la chiesa ci andava quando faceva il terremoto, ma l’animo nursino è vicino a San Benedetto ed alla sua degnissima sorella Scolastica. Non le fate cascare le tradizioni per favore, – è stato l’appello di Fontana – ora tocca alla generazione nuova fare la parte sua. L’arcivescovo Boccardo comunque lo vedo molto coinvolto e mi piace vedere che ce la mette tutta e allora si riparte“.

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Interventi diretti di Comuni e Curia sui beni culturali, ora analisi priorità

Proprio l’arcivescovo Boccardo, che dal terremoto è presente ogni giorno in Valnerina, dove ha girato tutto il territorio portando vicinanza alla gente di Norcia, Preci e Cascia e delle loro frazioni, ora è chiamato a cogliere le opportunità concesse dal nuovo decreto legge sulle misure urgenti per il terremoto, che prevede la possibilità, per i Comuni ma anche per gli enti proprietari di beni culturali (quindi Diocesi e parrocchie) di intervenire direttamente per la messa in sicurezza. “E’ un passo in avanti – ha commentato il presule – il fatto che ora gli enti possono fare un primo intervento. Ad esempio noi abbiamo il problema dei campanili di Avendita, di Fogliano, ma anche di Aliena, che rischia di cadere danneggiando le case circostanti. Ora inizieremo a fare un’analisi della situazione e delle priorità”.

Inizia il consolidamento della facciata, recuperate opere dalla concattedrale

Intanto è iniziato il consolidamento della facciata della basilica di San Benedetto, simbolo del terremoto del 30 ottobre. Danneggiata, è però rimasta in piedi ed ora si sta intervenendo per evitare che ulteriori scosse possano portare al suo crollo. Nei giorni scorsi era stata effettuata invece la copertura delle rovine, in vista della ricostruzione. Nel frattempo i vigili del fuoco hanno recuperato le opere contenute all’interno della concattedrale di Santa Maria Argentea, “decapitata” dal sisma. Come il resto dei beni culturali salvati dal 24 agosto in poi, tutto sarà portato al deposito regionale di Spoleto

A lanciare però un allarme sono i monaci benedettini, che evidenziano lo stato della loro biblioteca. “Mentre la Chiesa è sicuramente la parte più importante del monastero, come pure il vicino refettorio, – scrivono nel loro blog – la biblioteca rappresenta la metafora intellettuale di entrambi. Nutre la mente con la verità attraverso la storia, la letteratura, la scienza, la teologia, la filosofia e molto altro. Con i cuori ancora più appesantiti, dopo una settimana in cui la città è stata completamente inagibile, ci siamo finalmente addentrati nella nostra biblioteca accompagnati da quindici vigili del fuoco che rimuovevano le macerie e assicuravano che ci fosse un’uscita di sicurezza in caso di nuove scosse. La biblioteca, benedetta dal cardinal Ratzinger, poi arricchita con molti libri da lui stesso donati durante i suoi anni da pontefice, ha ricevuto un duro colpo. Il lato più lungo della biblioteca poggiava sul transetto settentrionale della Chiesa, che è completamente crollato il giorno del terremoto, e con esso molti dei nostri libri più amati. Inciampare sopra tanta distruzione è stato davvero scioccante, ma siamo ancora sgomenti che non una sola vita sia andata perduta. Abbiamo trovato alcune celle completamente distrutte. Se i monaci fossero stati lì, ora potremmo contare sulle loro preghiere dal cielo! Dio ha risparmiato le nostre vite. In quel mistero si vedono il Suo amore e la Sua protezione”.

Riaprono le scuole in Valnerina tra le polemiche

Mentre prosegue l’opera instancabile dei vigili del fuoco, delle forze dell’ordine, del personale di vari enti e dei volontari, oggi in Valnerina riapriranno alcune scuole. A Norcia ad ospitare tutti gli studenti sarà il prefabbricato previsto dopo il 24 agosto e che inizialmente sarebbe dovuto servire soltanto per materna ed elementare. In attesa dell’arrivo di altri moduli scolastici, le lezioni riprenderanno oggi con i doppi turni. La mattina tocca alle superiori, mentre il pomeriggio ad elementari e medie. La struttura è stata completata nei tempi previsti dalla gara d’appalto indetta dal Comune, utilizzando anche negli ultimi giorni l’Esercito. La materna rimarrà invece chiusa in attesa dell’installazione di una struttura donata da una fondazione benefica, per la quale sono già iniziati i lavori.

A Preci, al contrario di quanto annunciato dalla dirigente scolastica la scorsa settimana, le lezioni riprenderanno invece la prossima settimana, così come a Monteleone di Spoleto. A Cascia, invece, oggi riprenderanno le lezioni per le superiori: l’Ipsia e il Liceo Scientifico si sposteranno a Roccaporena. “Colgo l’occasione per ringraziare l’Opera di Santa Rita –  è il commento del sindaco Gino Emili – per essersi resa disponibile e per aver messo a disposizione le strutture. Per quanto riguarda le scuole Primaria e Secondaria di Primo Grado, l’obiettivo sarebbe di poter iniziare il 21 novembre dopo aver adeguato la struttura prefabbricata in Piazza Leone XIII. Nel frattempo si sta valutando l’opportunità di evitare il doppio turno”.

La decisione di riaprire le scuole a Norcia, però, è stata fortemente contestata vista ancora la situazione di emergenza in cui si trova la popolazione. A farsi portavoce delle lamentele è il commissario straordinario dell’istituto omnicompresivo, Lorenzo Delle Grotti, che ha inviato una lettera al premier Matteo Renzi, al ministro Stefania Giannini, alla governatrice Catiuscia Marini, al commissario straordinario Vasco Errani, al capo della protezione civile Curcio ed ai sindaci interessati. “Questa decisione – scrive Delle Grottista provocando nelle famiglie degli alunni, ma anche degli operatori scolastici, seri problemi organizzativi, abitativi e logistici che portano con sé rabbia e disperazione. Moltissime persone dopo il terremoto, vivono negli alberghi tra Perugia e il Lago Trasimeno e cioè a 100-140 km da Norcia, quando le strade non sono interrotte. In questi giorni con l’interruzione di tutte le strade di accesso a Norcia e Preci, l’autobus navetta impiega anche 3 ore 30 min per collegare gli alberghi alla nostra città, un tempo eccessivo per ipotizzare un pendolarismo scolastico sostenibile. I soggetti interessati sono quindi costretti a cercare soluzioni abitative di emergenza nella nostra zona, come camper, roulotte o piccole case in legno, visto che i container collettivi non saranno disponibili prima del prossimo anno. Soluzioni queste che la Protezione Civile aveva finora scartato, anzi osteggiato, favorendo solo il ricovero nelle strutture alberghiere. Solo che ad oggi per le famiglie è problematico trovare questi mezzi di ricovero, perché si è verificata una corsa all’accaparramento anche nelle zone al di fuori del cratere sismico. Ci sono persone che hanno acquistato in proprio roulotte perfino dalla Sardegna, visto che nel raggio di 300 km è impossibile trovarle“. L’ex consigliere provinciale suggerisce “un metodo meno verticistico e rigido della gestione dell’emergenza, creando tra l’altro un punto di ascolto operativo che dia soluzioni più elastiche alle esigenze dei cittadini. Tutto ciò potrebbe evitare la “diaspora scolastica” in atto, favorita anche da alcune istituzioni che si recano negli alberghi ad  invitare gli alunni a frequentare le scuole della zona del Perugino; fatto estremamente pericoloso perché elemento disgregativo della nostra comunità”. Infine la critica alla volontà di posizionare anche i futuri moduli scolastici nelle pertinenze dell’istituto Battaglia, già oggetto di numerose polemiche: “il terreno individuato è quello a più alto rischio idrogeologico del Comune di Norcia”.

La protesta flop e i chiarimenti della protezione civile

Proprio contro l’assurda ipotesi di riaprire le scuole chiedendo a i bambini e ragazzi di fare ore di pullman per raggiungere Norcia dagli alberghi del lago Trasimeno (molti per questo si sono iscritti in istituti del perugino o altrove) era stata organizzata per sabato mattina una protesta davanti al Coc. Alla fine, però, nel piazzale si sono trovate appena una decina di persone, oltre ad alcuni rappresentanti del Movimento 5 stelle capeggiato dal consigliere regionale Andrea Liberati, con dei cartelli gialli e neri. Nel mirino soprattutto i container collettivi che dovrebbero arrivare a fine dicembre, strutture sulle quali però finora c’è stata scarsa informazione, creando ancora più confusione e polemiche. A fare chiarezza nelle ultime ore è stato il dipartimento nazionale di protezione civile.

L’attuale periodo invernale e le condizioni climatiche particolarmente rigide che caratterizzano l’area interessata dal sisma hanno imposto la scelta di indirizzare, fin da subito, – si legge in una nota – la temporanea accoglienza alle popolazioni verso strutture al coperto, anche ricorrendo a soluzioni alloggiative lontane dai territori di stretta appartenenza, così da evitare l’allestimento di tendopoli che non avrebbero consentito adeguate condizioni di assistenza alla popolazione. E alcuni effetti del maltempo che ha interessato il centro Italia nel corso di questa settimana hanno confermato l’opportunità di tale scelta. Tuttavia, anche interpretando la volontà e la necessità degli amministratori locali di individuare soluzioni alloggiative di “prossimità”, anche per la prima emergenza per quella parte di popolazione con bisogni specifici e puntuali, connessi, ad esempio, all’attività lavorativa, si sta lavorando per poter utilizzare container a uso abitativoLa procedura negoziata avviata oggi da Consip risponde a questa esigenza. In particolare, sono tre i lotti previsti dalla procedura: il primo per il noleggio di container abitativi, il secondo per l’acquisto di arredi e biancheria per l’allestimento degli stessi container, e il terzo per il noleggio di container per uso lavanderia. Questi moduli verranno installati accanto ai container di servizio forniti attraverso l’attivazione di uno degli Accordi Quadro sottoscritti, prima di questa emergenza, dal Dipartimento della Protezione Civile. Il Dipartimento, infatti, nell’ottobre 2015, sempre attraverso Consip, ha indetto una gara per la stipula di un Accordo Quadro con più operatori economici per l’aggiudicazione di appalti specifici aventi ad oggetto il noleggio, il trasporto e l’installazione di moduli container in emergenza utili per allestire la parte di servizi in un’area attendata. La gara, in un unico lotto e suddivisa in nove aree geografiche, con base d’asta pari a 11,3 milioni di euro, è stata aggiudicata, secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, lo scorso 24 agosto e ha una durata di sei anni. Sono risultate due le ditte vincitrici: la Frimat Spa e la R.I. Spa. Ogni “modulo base” è composto da 10 container: 4 per uso bagno, 2 per uso docce, 2 per uso bagni per disabili, 1 per uso magazzino e uno per uso ufficio. Le aree che si allestiranno saranno, quindi, insediamenti leggeri, facilmente rimovibili, che sostituiscono le tendopoli ricalcandone, però, lo stesso impianto: una parte di ciascun campo sarà destinata all’alloggio comune delle persone, in container arredati e attrezzati con massimo tre posti letto (derivanti dalla procedura negoziata aperta oggi da Consip), mentre la restante parte sarà dedicata ai servizi comuni. È una scelta che deve combinare, da un lato, l’esigenza di fornire una pronta risposta e, dall’altro, la necessità di evitare soluzioni impattanti in un territorio già molto compromesso in termini di viabilità e di infrastrutture sul quale si stanno individuando, contemporaneamente, le aree libere e idonee per la successiva installazione delle “casette”. Le soluzioni alloggiative preferibili restano le autonome sistemazioni (con il beneficio dello specifico contributo previsto) e le strutture ricettive che possono offrire standard migliori, con la prospettiva poi, per quanti ne avessero bisogno e risultassero rispondere ai requisiti (abitazioni inagibili con esito E, F o in zona rossa), dell’assegnazione di ‘casette'”.

Arriva il maltempo, timori per le strade

Il maltempo, effettivamente, sta arrivando. Dopo Castelluccio, la prima neve è caduta anche in altre località, come nella frazione nursina di Nottoria. A fare una ricognizione del territorio aerea è stata sabato la Forestale, che insieme alla protezione civile hanno svolto anche una verifica della situazione della sicurezza sanitaria al cimitero di Castelluccio. E con l’arrivo della neve si teme per la viabilità già fortemente compromessa. Per riaprire le strade tra Preci e Visso, la Tre Valli nella zona di Forca Canapine e nel versante marchigiano e la provinciale che la collega con Castelluccio ci vorranno mesi se non anni. Con la chiusura della Tre Valli tra Borgo Cerreto e Serravalle di Norcia da due settimane ormai, dopo il terremoto del 30 ottobre, la strada più frequentata è quella che passa per Rocchetta e Poggio Primocaso. Una strada però inadeguata a volumi di traffico di questo genere ed ai mezzi più grandi. Il maltempo potrebbe decretare nei prossimi giorni la chiusura anche di questa arteria. E’ per questo che le amministrazioni comunali chiedono di far presto nella riapertura della Tre Valli.

Cascia, il grazie del sindaco per la solidarietà

In queste due settimane le amministrazioni locali della Valnerina hanno potuto contare sull’Italia intera, che si è mossa compatta (come avvenuto già a fine agosto con Amatrice e le zone limitrofe) per manifestare concretamente la propria solidarietà. Tante persone si sono organizzate autonomamente per raccolte di viveri e beni di prima necessità, hanno messo a disposizione mezzi, strutture e quant’altro. E’ a loro che ha voluto esprimere un ringraziamento pubblico il sindaco di Cascia, Gino Emili, città di cui si è parlato pochissimo dopo il 30 ottobre ma duramente colpita anch’essa dal terremoto. “A quindici giorni dal tragico evento – evidenzia Emili – rivolgo un grazie a tutti coloro che con grande spirito di solidarietà si stanno adoperando nei confronti della popolazione del comune di Cascia. Dall’Eurospin al Carrefour, dall’Elite alla Federcaccia, per citarne solo alcuni; dai sindaci alle associazioni che mi hanno contattato comunicando che si stanno attivando per compiere azioni di solidarietà nei nostri confronti; alle squadre calcistiche che hanno adottato la nostra città, ad iniziare dalla Ternana Calcio. Questa è l’occasione per dire grazie alle Forze dell’Ordine, ai Vigili del Fuoco, ai dipendenti comunali, a tutte le associazioni locali dalla Protezione Civile,alla Caritas che lavorano in silenzio. Un grazie a tutti i miei concittadini che con dignità stanno affrontando le grandi difficoltà legate al terremoto.  Un grazie di cuore per quanto è stato fatto, si fa, e si farà in futuro”.

Tra i tantissimi episodi di solidarietà, quello dell’imprenditrice toscana Amelia Natalini, titolare del gruppo maglificio Del Carlo di Porcari (Lucca). Gli uomini del Corpo forestale dello Stato hanno scortato la consegna del materiale da lei donato, vale a dire due mungitrici, una a Norcia all’azienda di Ines Soriani e l’altra a Cascia all’azienda di Andrea Persiani, entrambe fortemente danneggiate dal sisma. L’assessore al turismo di Cascia, Monica Del Piano, ha presenziato alla consegna ringraziando a nome del Comune di Cascia per la donazione.

 (Modificato alle 14)