Dopo il sospiro di sollievo per la positiva soluzione del problema legato alla sentenza sul rumore che rischiava di portare alla chiusura la storia azienda Molini Fagioli di Magione (con la mediazione del prefetto, è stato sancito l’accordo con la proprietà che acquisterà le abitazioni a ridosso dello stabilimento) è tempo di rivendicazioni sul merito del lieto fine.
Lo rivendica la Lega, con il senatore Briziarelli che aveva mobilitato il ministro Salvini. Il quale è intervenuto sulla vicenda, esprimendo soddisfazione per l’accordo raggiunto. “Siamo felici di aver mantenuto un’altra promessa” il commento del ministro. Il quale ha aggiunto, in polemica con la governatrice umbra Catiuscia Marini: “E’ un bel modo per cominciare il 2019, mentre la Giunta regionale umbra preferisce fare ricorso contro il decreto sicurezza“.
Ma i sindacati non ci stanno e lamentano la prassi delle vertenze aziendali che, “per alcune forze politiche”, diventano “la preziosa occasione per fare passerelle (fugaci) a fini propagandistici”. Come appunto, a giudizio di Michele Greco (Flai Cgil), Daniele Marcaccioli (Uila Uil) e di tutta la Rsa della Molini Fagioli, è il caso della vertenza dell’azienda magionese. “Una vertenza sui generis – ricordano i rappresentanti sindacali – in cui le criticità non erano endogene (perdita di volumi, crisi aziendale o semplicemente scelte unilaterali tese alla riduzione del personale) ma di natura prettamente giudiziaria: una lite di vicinato che rischiava concretamente di portare alla chiusura dell’azienda”.
“Bene, a fronte di questa criticità – rivendicano – i primi a scendere in campo sono stati i lavoratori e lo hanno fatto coinvolgendo il sindacato e chiamando a responsabilità proprio quella politica che era risultata assente fino a quel momento, o si era mossa in maniera ambigua, dando un colpo alla botte e uno al cerchio. È stata la capacita di mobilitazione dei lavoratori a portare l’attenzione dei media su questa vicenda, sottolineandone la natura surreale. Le riunioni fatte davanti al prefetto con le Rsa e le segreterie di Flai e Uila hanno rappresentato un momento cruciale in questa vertenza, perché attraverso quel tavolo si è data voce ai disagi di un numero importante di lavoratori che si portavano dietro famiglie con mutui, monoreddito e con particolari difficoltà, che sarebbero stati colpiti da questa ordinanza del giudice (non del Tar come afferma qualcuno) in maniera drammatica“.
Insomma, il giorno dopo che la vertenza si è chiusa perché “semplicemente” l’azienda ha acquistato le case dai vicini, per i sindacati è ingiusto che qualcuno se ne prenda il merito, senza nemmeno sottolineare non tanto l’azione sindacale, ma almeno lo sforzo messo in campo dai lavoratori con i presidi, con gli incontri in Comune, con il momento di coinvolgimento della popolazione di Magione davanti ai cancelli del Molino e, infine, con la riunione davanti al prefetto, a cui va il ringraziamento delle organizzazioni sindacali e della Rsa per la disponibilità e per la competenza dimostrate.
“Quindi – concludono i rappresentanti sindacali – avremmo preferito che gli interventi di ministri e onorevoli fossero arrivati molto prima, consentendo una soluzione anni fa, in modo da permettere all’azienda di effettuare investimenti strutturali in grado di portare nuovi posti di lavoro e di favorire la costruzione di accordi integrativi di valore, che rappresenterebbero il giusto riconoscimento al sacrificio delle maestranze“.