Pensare ai miracoli in un supercarcere di massima sicurezza come quello di Maiano di Spoleto (in provincia di Perugia), può suonare strano, quasi un paradosso. Invece basta tenere lontana l’accezione del termine ‘miracolo’ quale intervento soprannaturale, per quella meno religiosa e più naturale di circostanza inaspettata e favorevole, capace di modificare o il corso degli eventi”, e scoprire che per i miracoli, nella struttura penitenziaria umbra, “si stanno attrezzando”. Merito di tanti operatori, in divisa o meno, ma soprattutto di una buona quantità di detenuti, che stanno cercando il proprio riscatto.
Una sfida, quella portata avanti con encomiabile sforzo dal direttore dell’istituto Luca Sardella e dal comandante della polizia penitenziaria Marco Piersigilli, vinta ancora una volta dal professor Giorgio Flamini, regista dello spettacolo ‘Miracolo a Maiano’ presentato nel corso dell’ultimo festival dei Due Mondi che ha richiamato più di un migliaio di spettatori e che di fatto ha chiuso la trilogia cominciata con “Affettività patetiche, Cattività affettiva” (2013) e proseguita con “Il migliore dei mondi possibili1980-2025” (2014). Grazie alla quale è nata la compagnia “Sine nomine”. L’ultimo spettacolo è stato davvero una impresa, un kolossal, se solo si pensa al coinvolgimento di oltre 150 persone che per due sere, quante sono state le rappresentazioni, hanno illuminato e fatto vivere in modo diverso il supercarcere. Una vera e propria evasione, legittima, meritata per gli ospiti della casa circondariale (una trentina i detenuti coinvolti nella rappresentazione) che frequentano i corsi scolastici curati dall’Istituto ‘Leonardi Sansi Volta’. Sono loro ad aver creato da zero lo spettacolo a cominciare dalla stesura dei testi. All’estro di Flamini modularlo, fra gli altri compiti, lungo il percorso carcerario che dalla cancellata di ingresso di Maiano portava fin dentro il campetto di calcio dove si è tenuta poi la rappresentazione: una sorta di sentiero, facile da affrontare per le gambe, impervio per l’anima. L’uso delle tecnologie più moderne, come i maxischermi issati lungo le pareti della struttura su cui scorrono i volti degli attori le cui voci recitano ora preghiere, ora frammenti di brani e poesie di celebri scrittori, o gli altoparlanti che diffondono musica sacra alternata a frastuoni, e ancora le voci e i volti da alcune finestre della direzione carceraria dove “Sante” e detenuti catturano l’attenzione, contribuisce ad annullare ogni forma di prevenzione verso la realtà, quasi stordendo lo spettatore che diventa a sua volta ‘detenuto’.
“ORA LE VITTIME’ – ai miracoli Flamini crede, lui che si definisce affetto da ‘carcerite acuta’, tanta è la passione con cui svolge il ruolo di docente e regista. Architetto stimato, cultore dell’arte contemporanea, allievo fedele di Achille Bonito Oliva (ma apprezzato anche dal ‘rivale’ Vittorio Sgarbi), il professore sembra trovare nell’insegnamento proprio ai detenuti la sua principale forma di libertà e soddisfazione. Lo incontriamo a un mese dalla rappresentazione, nel momento del lancio su Youtube del video dello spettacolo. “Sono soddisfatto di quanto siamo riusciti a fare tutti insieme, ognuno con il proprio ruolo, ma è evidente che senza il sostegno del Ministero di giustizia, di più del comandante Piersigilli, tutto questo non si sarebbe potuto creare. Quello che continua a succedere in questa struttura non ha eguali in nessuna parte di Italia. Io lo ritengo un vero miracolo dell’uomo”. E’ possibile riassumere la trilogia in poche parole? “Non è facile – risponde Flamini a Tuttoggi –, diciamo che coloro che si erano fatti promotori di una sorta di ‘sciopero del crimine’ instaurando così un mondo privo di delitti, in ‘Miracolo a Maiano’ si ritrovano a fare lo stesso sogno: tutti saranno liberi, il carcere non esiste più. Ma Pasquale (il protagonista dello spettacolo, n.d.r.), riabilitato e risarcito per l’errore giudiziario che l’ha condotto in carcere, farà una scelta provocatoria, rinunciando alla libertà, per non avere più nessuno fuori dalla struttura”. Ci sarà spazio per una nuova esperienza? “Ritengo di sì, l’idea è di affrontare il ruolo, la vita, i sentimenti delle vittime. Non solo le vittime del crimine, ma anche quelle che gravitano intorno a chi lo ha commesso, alle mogli, alle madri, ai figli, troppo spesso innocenti e inerti di fronte a realtà così dure e difficili da accettare. Anche questa volta saranno i detenuti a scrivere la sceneggiatura”. Resterete legati al Festival? “Questo non lo so – conclude Flamini – dovremo ragionarci sopra, l’esperienza di questi tre anni è stata entusiasmante e sono grato al direttore artistico Giorgio Ferrara e al presidente della Fondazione, il sindaco Fabrizio Cardarelli, per il loro impegno; ma forse, per esigenze organizzative, non posso escludere di dover dividere le nostre strade”.
IL CAST – imponente il cast che Flamini è riuscito a completare con l’inserimento di alcuni volti noti al grande pubblico. Come le attrici professioniste Diletta Masetti e Anna Leonardi, le ballerine professioniste Margherita Costantini, Arianna De Angelis, Sara Libori, Serena Perna, Livia Massarelli, alcuni volti del teatro locale come Miriam Carletti, Elisabetta Comastri, Mirko Peruzzi, Orsetta De Rossi, Giovanni Lanieri e Virginia Virili. Solo per citarne alcuni. Un vero e proprio ‘esercito’ composto da 150 persone che hanno dato scena allo spettacolo, presentato al pubblico grazie al sostegno della Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini”. E che ha portato alla scoperta della voce di Carmine Fusco, ospite della casa di reclusione, che ha interpretato in modo fantastico e vigoroso alcune arie napoletane e siciliane. Una prova da 10 e lode che meriterebbe di essere portata all’attenzione del grande pubblico. Questo il cast completo. Detenuti/attori: Pasquale Marino, Nicola Paciullo, Roberto Di Sibbio, Mattia Esposito, Peter Osadiaye Osamede, Rustam Zagirov, Salvatore Vigorito, Fortunato Pietropaolo, Luigi Imparato, Attilio Surace, Bruno Torsi. Cantante: Carmine Fusco. Detenuti/attori e figuranti: Tarik Abobi, Luigi Albanese, Vincenzo Attanasio , Luigi Barbuto. Paolo Bertolino, Gianluca Bonvissuto, Giovanni Borrelli, Giuseppe Buonerba, Salvatore Buonerba, Michele Cannatà, Lucio Stefano Cera, Patrizio Corcione, Vincenzo De Falco, Francesco De Silvio, Vincenzo Di Maio, Mirko Di Mario, Ottavio Espinal, Roberto Esposito, Giuseppe Furina, Rosario Fusco, Antonio Galeone, Davide Granato, Leonardo Grippi, Federico Gualtieri, Francesco La Forgia, Diego Leone, Salvatore Maddiona, Luigi Mansi, Girolamo Montalto, Giovanni Mormina, Massimiliano Pasqualone, Pietro Pavone, Davide Perone, Giuseppe Principe, Biagio Rapicano Aiello, Antonio Romito, Egidio Santoro, Francesco Talia, Renato Torsi, Ciro Vitale, Carmine Zuccariello. Attori: Diletta Masetti (direttrice), Giovanni Lanieri (comandante), Mirko Peruzzi (poliziotto penitenziario), Marco Rambaldi (voce di Oscar Wilde). Danzatrici: Margherita Costantini, Arianna De Angelis, Sara Libori, Serena Perna, Livia Massarelli. Le Sante: Miriam Carletti, Elisabetta Comastri, Orsetta De Rossi, Anna Maria Giromella, Anna Leonardi, Rita Di Lernia, Diletta Masetti, Rossana Muzi, Sara Ragni, Pina Sambugaro, Cristina Spina, Virginia Virili. Le Sante bambine: Sofia Cursi, Anna Flamini, Laura Flamini. Parata con la Banda Musicale “Città di Spoleto”. Coreografie: Laura Bassetta e Mariolina Maconio, Ricerche musicali e mixer Fabrizio Chiostri. Realizzazione scene: Maria Paola Buono, Giuliana Bertuccioli. Assistente prove: Sabrina Cardinali, Rita Cerioni, Giovanna Ilardi. Costumi: Gabriel Santiago. Adattamento testi: Roberta Galassi, Giorgio Flamini, Luciana Santirosi. Collaborazione degli educatori e di tutti gli agenti di polizia penitenziaria ed in particolare: Gianluca Ciamarra e Lido Paoli (disegno, luci e audio), Claudio Ranucci, Renzo Proietti Costa, John Crispoldi e Ludovico Curti (costruzione scene), Guerrino Fioretti, Massimo Meriggioli, Giuseppe Carciofi, Massimo Moriconi, Sabino Scarabottini, Sandro Cimarelli. Organizzazione logistica Edoardo Cardinali, Roberto Pallotta, Stefano Ceppi, Alessandro Lauria, Salvatore Messina, Salvatore Masala, Emiliano Pollano, Morris Reali, Cristina Sabini, Daniela Caporicci, Stefano Cipriani, Amedeo Teso. Service Opera26 Sas di Andrea Bisaccioni. Contributi foto e video: momenti CDR compagnia Sine Nomine, Tania Agostini, Kim Mariani, Irina Mattioli, Antonello Zeppadoro. Regia Giorgio Flamini, Aiuto regia: Pasquale Marino e Calogero Rocchetta. Montaggio: Luca Montescuro, Aiuto luci: Lucio Stefano Cera, Salvatore Di Mondo.
IL VOLLEY IN CARCERE – ma l’impegno dell’istituto penitenziario non si ferma solo al teatro. Di questi giorni la notizia, lanciata dall’autorevole Gazzetta dello sport, che nella struttura spoletina è nata una squadra di pallavolo guidata dai tecnici Stefano Bernardini e Claudio Storri dell Volley Spoleto. 20 i detenuti che ne fanno parte e che si allenano una volta a settimana. Il sogno, in questo caso, è di disputare gare amichevoli con altre squadre. A quanto riferisce il foglio rosa, già dalla prossima stagione potrebbe esserci la partecipazione ad un campionato federale.
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