Todi

Minorenni in giro per l’Italia per soddisfare squallidi desideri

I cattolici citano il Papa; il sindaco Ruggiano si appella al buonsenso. La vicenda del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Todi, per minori stranieri non accompagnati,continua a tenere banco a Todi. Un centro che l’attuale amministrazione comunale ha ereditato, di fatto, dalla precedente Giunta. Per un costo di circa 800mila euro per due anni (per i 10 posti disponibili), ma soprattutto, con finalità non proprio in linea con la maggioranza di centrodestra uscita vincente dalle elezioni.

E infatti una mozione presentata da CasaPound sentenzia la chiusura della struttura, a dicembre 2018, al termine della convenzione biennale. “Ci spiace poi per le due persone che, a causa di questa decisione, hanno perso il lavoro, e per le loro famiglie. Ma, ancora di più, queste vicende sono il segno anche a Todi – piccola città in vertiginoso calo demografico e di opportunità lavorative – di quella crisi che è antropologica e valoriale, prima che economica e sociale” è la posizione dei cattolici favorevoli alla struttura, espressa attraverso La Voce, parlando di “ospitalità negata”.

Ma a gettare benzina sul fuoco c’è un’altra triste, e per certi aspetti inquietante, vicenda personale che ha riguardato una delle minori ospiti del Centro. Minore che è rimasta incinta. Ed a dicembre ha dato alla luce un bimbo,scongiurando le ipotesi di interruzione della gravidanza.

Il Cas però non è abilitata ad ospitare mamme con i bambini e quindi il Tribunale ne ha disposto il trasferimento in altra sede, con un costo di 240 euro al giorno a carico dell’amministrazione comunale di Todi. Con parole di fuoco del vice sindaco Ruspolini, che, conti alla mano, fa notare come la vicenda costi in un anno il 20% del budget destinato in bilancio alla manutenzione delle strade. Il Popolo della Famiglia insorge: per Ruspolini asfalto e rotatorie valgono più di una mamma con il suo bambino. Chiedendo l’intervento del sindaco Ruggiano.

Che infatti interviene, con una nota in cui, parlando dei sistemi dell’accoglienza ereditati dalla precedente amministrazione ed attualmente in corso, presentano nella gestione “diverse contraddizioni, luci ed ombre”. E parlando del bimbo nato dalla minore, Ruggiano rivendica con orgoglio al Comune il merito di aver salvato una vita umana, “ma non possiamo far finta di non domandarci – aggiunge – come possa accadere che una minore,che dovrebbe essere tutelata in un centro di accoglienza, possa ritrovarsi in condizioni di aspettare un bambino, a fronte di una serie di rapporti promiscui, nei quali non sfugge la assoluta mancanza di amore e di felicità“. Ruggiano ricorda i rapporti delle forze dell’ordine, costrette ad occuparsi delle condizioni di queste minori “che si allontanavano per il fine settimana, in giro per tutta Italia, immaginiamo costrette ad una vita di ben poche soddisfazioni, se non di aperte privazioni, soprusi e violenze“. E Ruggiano si chiede: “Che cosa abbiamo offerto ad una ragazza (e forse non solo una)che è venuta da noi per essere protetta e coccolata e si è ritrovata oggetto dei desideri squallidi di chi ha continuato ad approfittarsi di lei?“.

E intanto, il confronto della politica sul Cas di Todi e sulle politiche dell’immigrazione e dell’accoglienza prosegue, sulla scia di quello nazionale.