Da una parte ci sono quegli atti di bullismo terribili, con ragazzi pronti a spegnere le sigarette sul collo del loro compagno di scuola. Dall’altra il rifiuto di quelle violenze da parte degli altri coetanei, che hanno denunciato tutto facendo finire le angherie. Quanto successo in una scuola di Perugia, con gli arresti infine di 2 minorenni, fa discutere a Perugia.
E’ una vicenda che non lascia di certo indifferenti questa storia di bullismo portata alla luce dalla polizia. E ad intervenire è la politica a più livelli, con il sindaco di Perugia Andrea Romizi che evidenzia l’importanza di aumentare i progetti contro il bullismo nelle scuole.
“La notizia dei fatti avvenuti all’interno di un istituto scolastico di Perugia – evidenzia il primo cittadino – ci preoccupa e riempie di tristezza per la gravità delle azioni e per l’età dei responsabili. L’Amministrazione della città di Perugia, esprime vicinanza alla vittima e alla sua famiglia per quanto subito. Manifestiamo, inoltre, grande plauso nei confronti dei ragazzi e degli insegnanti, che con la solidarietà espressa e la loro iniziativa, sono riusciti a far venir meno non solo gli atti bullismo perpetrati, ma anche il senso di solitudine.
Da anni le Istituzioni, il mondo della scuola e le associazioni – ricorda Romizi – si impegnano nel contrasto di questi fenomeni, ed evidenziamo tra le altre iniziative, anche quelle organizzate dall’Associazione Margot nelle scuole in collaborazione con il Siulp e l’Amministrazione Comunale. I fatti accaduti e il ruolo attivo dei ragazzi confermano la necessità e l’importanza di simili progetti che sarà cura di tutti ulteriormente implementare. Elogiamo – conclude – chi ha avuto il coraggio di denunciare e ci conforta la rete di solidarietà creatasi tra studenti, insegnanti, associazioni e Forze dell’ordine, ognuno per la propria competenza”.
Su quanto accaduto interviene anche la presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Licia Ronzulli.
“Il grave episodio di bullismo avvenuto a Perugia – commenta – è una sconfitta per le istituzioni che non sono ancora riuscite a mettere in campo misure in grado di prevenire e dunque evitare casi del genere, ma è un successo di quei ragazzi che, invogliati dall’insegnante, coraggiosamente hanno denunciato gli abusi subiti dal compagno di scuola.
Lo Stato ha però il dovere di fare di più, di essere maggiormente presente favorendo la cultura del contrasto a fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo e di sostenere il dialogo e la collaborazione tra scuola e famiglie, le prime due agenzie educative dei ragazzi. Solo in questo modo – conclude Ronzulli – si può condurre una seria lotta contro quelle che stanno diventando delle vere e proprie piaghe sociali”.
“Sono preoccupanti, oltre ai reati legati al bullismo come lo stalking, le lesioni e la diffamazione, i casi di ‘sexting’ tra i più giovani nella nostra regione e quelli di maltrattamenti in famiglia al contrario, ossia quando i genitori vengono picchiati dai figli minorenni”. E’ quanto afferma il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Marco Squarta, commentando “l’episodio avvenuto a Perugia, nel quale la classe di un liceo cittadino ha interrotto le violenze su un ragazzino di 17 anni”.
“Un fenomeno assai preoccupante tra le giovani generazioni è il cosiddetto ‘sexting’, termine inglese nato dalla fusione delle parole sex (sesso) e texting (invio di messaggi) – spiega Squarta – vale a dire quando in chat istantanee avviene lo scambio di foto hot che talvolta si trasformano in incontrollati strumenti di ricatto o di vendetta. Nel 2019 sono state numerose le indagini della Procura dei minori sugli scambi di immagini pornografiche sui cellulari dei ragazzini – prosegue – spesso seguiti da minacce di divulgazione o, peggio ancora, dalla condivisione su Whatsapp e sui social network. Un altro fronte sul quale sono impegnate le forze dell’ordine che si occupano di minorenni è la questione dei maltrattamenti in famiglia. Non mancano, purtroppo, le segnalazioni di mamme che vengono picchiate da figli minorenni con problemi”. “Per quanto riguarda le scuole – spiega l’esponente di Fratelli d’Italia – la differenza la fanno gli smartphone. Se, infatti, alle elementari è forte il fenomeno dell’esclusione del bambino vessato che suo malgrado viene allontanato dal gruppo, alle scuole medie, dove gli studenti hanno il cellulare, gli smartphone si trasformano in vere e proprie armi per filmare momenti di debolezza e registrare scherzi che potenzialmente potrebbero diventare pubblici”.
“I genitori – conclude il presidente Squarta – non devono mai sottovalutare l’universo social media. Vanno potenziati i progetti per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo mediante incontri e dibattiti, soprattutto legati all’uso dei social media come Instagram, Whatsapp e TikTok, che coinvolgano studenti, insegnanti e genitori per un uso consapevole della rete insieme alla conoscenza di determinate logiche e pericoli, favorendo allo stesso tempo l’integrazione sociale tra i giovani in particolar modo sui temi della disabilità”.
“I gravi episodi di bullismo accaduti a Perugia testimoniano la necessità di tenere sempre alta la soglia di attenzione su un fenomeno che mette a repentaglio la serenità di intere famiglie e comunità”. Lo dichiara la consigliera regionale Donatella Porzi (Pd) ricordando che “la Regione Umbria, nell’aprile del 2018, ha votato all’unanimità una proposta di legge, mia e del consigliere Rometti, che ci consente di essere sicuramente all’avanguardia a livello nazionale, dal punto di vista normativo, per la prevenzione ed il contrasto di tale fenomeno”.
Porzi spiega che si tratta di “una legge che il precedente Governo a guida leghista aveva impugnato per ottenere la dichiarazione di illegittimità costituzionale sostenendo che si ponesse in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione e che la Consulta ha dichiarato invece assolutamente valida dal punto di vista educativo, con particolari azioni nei settori culturali, sociali, ricreativi e sportivi. Il vero problema semmai risiede nella legislazione nazionale, considerato che al momento non sussiste una specifica fattispecie criminosa atta a punire il bullismo ed il cyberbullismo.
Infatti uno dei ragazzi che si sono resi protagonisti dei gravi episodi di Perugia verrà perseguito per altri reati penali come la tentata estorsione e la rapina. Ancora più grave, se ne venisse confermata la veridicità, l’episodio dello spegnimento della sigaretta sul collo di uno studente che, nonostante la giovane età del presunto responsabile, andrebbe severamente punito, rappresentando il gesto come la conclusione di un rito di vera tortura fisica e psicologica”.
Donatella Porzi chiede quindi, “come consigliere regionale, la convocazione immediata del ‘Tavolo regionale di coordinamento per la prevenzione ed il contrasto del bullismo’, presieduto dalla presidente della Giunta regionale o dall’Assessore delegato, per raccogliere tutte le informazioni necessarie circa l’attivazione della legge regionale, la ricognizione dei progetti e delle iniziative ad oggi finanziate ed attivate. Chiedo inoltre – conclude Porzi – che la Giunta di Palazzo Donini deliberi al più presto un sostegno giuridico oltre che economico alle famiglie delle vittime, alla scuola interessata e a tutti quei docenti che, in questa gravissima vicenda, hanno dimostrato coraggio e vero senso di comunità”.