Trapela solo ora che l’atteso incontro di oggi fra la cordata di Raggi e Galeotti, i due dirigenti del cavalier Marcoaldi che hanno in mano il contratto preliminare per l’affitto della Industrie Minerva, e i sindacalisti di Fim, Fiom e Uilm è saltato nuovamente. Se per quello in agenda lo scorso lunedì si era parlato di “indisponibilità da parte di Confindustria”, l’appuntamento di oggi è saltato per cause non ancora del tutto chiare. Dal palazzo regionale giunge intanto la notizia che l’ingegner Moreno Gervasi, che insieme ad Antonio Cassoli guida l’altra cordata disposta a rilevare la I.M., ha chiesto un incontro anche ai sindacati. Come a dire: che non si dica poi che non sono stati avvisati anche loro. Il piano industriale del titolare della Gervasi Robotica, come si ricorderà, era stato fin qui snobbato sia dal cavalier Marcoaldi, sia dagli stessi sindacati. Se al primo è concessa la facoltà di decidere le proprie sorti industriali; i sindacalisti hanno meno scusanti per aver gestito davvero male questa partita, accelerata sulla proposta Raggi-Cassoli, improvvisamente stoppata quando ci si è accorti che i marchi dei prodotti più prestigiosi della Minerva appartengono a Cassoli. Non solo. A Fim-Fiom e Uilm era pure sfuggita la grave situazione in cui versano alcune aziende dell’indotto, piccole fabbriche che vantano svariati soldi dalla Minerva (una 50 le famiglie interessate dalla crisi della I.M., che si vanno ad aggiungere alle 120 dei dipendenti della industrai di Santo Chiodo). Due di queste sono già sull’orlo del fallimento: l’ufficiale giudiziario è andato proprio la scorsa settimana in una delle due fabbriche a pignorare alcune macchine. Insomma una situazione esplosiva che potrebbe riservare nuovi, clamorosi colpi di scena se, come sembra, alcuni subappaltatori avrebbero avviate le prati che legali per ottenere la liquidazione dei propri lavori. E, si sa, quando parte una inchiesta le conseguenze possono essere le più svariate. Alle 15,30 di oggi Giannini (Fiom), Pienotti (Fim) e Conti (Uilm) saranno tra i lavoratori a cercare di spiegare questa nuova battuta di arresto. Non è difficile immaginare che sapranno cavarsela anche in questo frangente, che sapranno argomentare la loro posizione. D’altra parte, se sono a capo del sindacato, hanno l’incondizionata fiducia degli operai. Che ancora attendono però la liquidazione dello stipendio di settembre. Un aspetto non secondario, che sembrava superato, stando all’annuncio dei tre sindacalisti, ma che si sta riponendo in queste ore in tutta la sua drammatica verità. O forse, dal momento che sul panno verde si sono scoperte tutte le carte, e la più naturale delle conseguenze. E Gervasi? L’ingegnere, a quanto è dato sapere, rientrerà solo domani sera dal viaggio in Cina dove è andato ad inaugurare il suo secondo impianto produttivo. Nemo propheta in patria? Forse no, forse stavolta qualcuno sarà costretto almeno a visionare il suo piano industriale. Quel progetto sul quale si è impegnato tanto Cassoli (“non porteremo mai via i marchi da Spoleto), tanto il suo socio Gervasi (“manterremo inalterati livelli occupazionali). Un piano che ha già ricevuto la benedizione delle banche e delle istituzioni; che piacerebbe anche a Sviluppumbria e Gepafin, che sarebbe persino gradito persino al sindacato regionale.
MINERVA: RINVIATO ANCHE L’INCONTRO ODIERNO IN CONDFINDUSTRIA. GERVASI CONVOCA I SINDACATI
Gio, 18/10/2007 - 11:31