E’ tutto vero: la Industrie Minerva non aveva mai pensato di registrare i marchi dei propri prodotti. Ed è Antonio Cassoli, il titolare della Euromacchine Srl di Busto Arsizio e sales manager della Industrie Minerva, a rivendicarne i diritti, almeno su quattro marchi: Minerva, Pellicano, MultipluSpecial e Metra. La notizia, clamorosa, già anticipata da Tuttoggi.info, ha fatto in poche ore il giro della città e non solo. Ma c’è di più. Alle 12 di oggi, stando a quanto trapelato, Cassoli ha incontrato, nella departure lounge di Malpensa, l’ingegnere Moreno Gervasi con il quale ha fissato i punti cardine di un accordo che lega i due imprenditori nello sviluppo di un progetto industriale incentrato appunto sullo sfruttamento dei marchi. Un incontro riservatissimo che, stando ai bene informati, Gervasi avrebbe concordato solo ieri sera, rimandando anche il suo volo per Shanghai (cambiando il volo Alitalia della mattina, con uno della Air China delle 15 di oggi), dove lunedì inaugurerà il suo secondo stabilimento cinese. Raggiunto al telefono, l’ingegnere spoletino si è detto soddisfatto dell’accordo. “Il piano industriale è già pronto” ha detto a TO ® Moreno Gervasi “ora non resta che capire il da farsi. Siamo sempre disponibili a discutere sull’opificio, cosa che ci permetterebbe di riprendere la produzione al massimo in 15 giorni; ma se così non sarà, avremo bisogno di un semestre per impiantare la nuova azienda. Fino a questo momento non ho però ricevuto nessuna risposta alle mie richieste avanzate al cavalier Marcoaldi, né contatti di alcun tipo da parte dei sindacati”. L’industriale ha anche confermato la disponibilità, già dichiarata a banche ed istituzioni, di mantenere inalterati i livelli occupazionali nel caso dovesse entrare nella struttura di Santo Chiodo. Solo verso le 18:30 abbiamo raggiunto Antonio Cassoli, il ‘venditore’ storico della Industrie Minerva che si è limitato a precisare la propria posizione: “comprendo che può esser mal interpretata, ma non c’è nulla di anomalo in questa situazione. Di più non posso dire. Sono davvero legato alla Industrie Minerva e ai suoi lavoratori” dice a TO® “per nulla al mondo questi marchi lasceranno la città di Spoleto”. Inutile chiedere altri dettagli: gentile ma fermo, Cassoli glissa ogni domanda. Anche se c’è chi giura che la registrazione dei marchi avrebbe avuto, in una prima fase, il nulla osta da parte dei vertici della I.M., gli stessi che si sono consorziati in una nuova società per rilevarla da Marcoaldi. Perché dunque questa presa di posizione di Cassoli? Cosa può aver spinto l’imprenditore del ricco varesotto a non credere più alla cordata Raggi-Galeotti? Forse una offerta migliore, forse un disaccordo sulla gestione della intera vertenza, che passa anche da problemi di natura contabile e finanziaria. Nel pomeriggio un noto esponente locale si era affrettato a dire che i marchi erano della Minerva e che i vertici stavano presentando alla locale procura alcune denunce in merito a questa situazione. Lo stato dell’arte non conferma però le confidenze del politico. Dalla Camera di Commercio, grazie ai nostri consulenti, abbiamo verificato che la domanda è stata presentata dallo studio Lunati-Mazzoni di Milano per conto della Euromacchine e approvata dalla Camera di Commercio il 14 settembre scorso, al classi 12FC (veicoli, apparecchi di locomozione terrestri, aerei o nautici) e 39S (trasporto, imballaggio e deposito di merci). Insomma, fino a prova contraria, i quattro marchi sono della società di Cassoli. Ma non è finita ed è probabile un ulteriore risvolto a suon di carte bollate. Poco prima delle 20 in redazione arriva la telefonata dell’avvocato Ezio Calderai, del foro di Civitavecchia, il legale di fiducia del cavalier Marcoaldi “Confermo che solo 10 giorni fa abbiamo saputo della richiesta di registrazione avvenuta il 14 settembre 2007 da parte del signor Cassoli. Ci apprestiamo a fare opposizione a tale situazione ai sensi del decreto legislativo n. 30 del 10 febbraio 2005, meglio noto come Codice della proprietà industriale”. Calderai smentisce la notizia di alcune denuncie presentate nel pomeriggio alla procura da parte dei vertici della Minerva. “Per quanto ne so – dice il legale – non c’è nulla di vero”. La situazione dunque diventa di ora in ora sempre più esplosiva, anche perché alcuni subfornitori della I.M. starebbero alzando il tiro. Almeno due di questi, sarebbero sull’orlo del fallimento per aver anticipato lavori per decine di migliaia di euro. Una realtà, quella dell’indotto, che interessa una 50 di operai e che sarebbe fin qui stata sottovalutata anche dal sindacato confederale. “E’ vero – ha dichiarato ieri sera dalla Sicilia, Adolfo Pierotti della Fim Cisl – sta uscendo fuori una situazione che non riguarda solo i dipendenti della Minerva”. Certo una bella responsabilità per il trio Pierotti, Giannini (Fiom) e Conti (Uilm). Ora non rimane che ripensare, e in fretta, l’intera partita che interessa 150 famiglie spoletine. Una cosa è sicura: fin quando Cassoli potrà avanzare diritti sui marchi, qualunque nuova società che dovesse subentrare a Marcoaldi non potrà produrre alcun manufatto targato Minerva, Pellicano, Multiplus e Metra.
MINERVA: CASSOLI E GERVASI RAGGIUNGONO ACCORDO SUI MARCHI
Ven, 12/10/2007 - 21:18