Due distinti casi di amore malato, due donne terrorizzate per il comportamento dell’uomo a cui fino a poco tempo prima erano legate ed il tribunale di Perugia costretto ad intervenire per evitare il peggio. Sono due gli interventi della polizia di Stato perugina negli ultimi giorni nei confronti di due uomini, un 25enne marocchino ed un 55enne albanese.
Due storie diverse, ma accomunate dalla morbosità manifestata nei confronti delle ex compagne e che hanno appunto richiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria.
Il primo episodio è quello che riguarda una coppia giovanissima. Sabato scorso, infatti, la polizia ha rintracciato un 25enne orignario del Marocco ed ha eseguito nei suoi confronti la misura cautelare dell’immediato allontanamento dalla casa familiare, con annesso divieto di riavvicinarsi ad essa e agli altri luoghi abitualmente frequentati dalla moglie, sua connazionale.
L’applicazione della misura nei confronti dell’uomo, già interessato da un distinto procedimento penale per maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona e lesioni personali sempre in danno della moglie, consegue alle sue ulteriori, gravissime, condotte consumate nell’ultimo mese ed accertate dalla Squadra Mobile della Questura di Perugia. In base a quanto ricostruito dagli investigatori, costantemente coordinati dalla locale Procura della Repubblica, il giovane nordafricano, pur consapevole del procedimento penale già in essere nei suoi confronti, ha infatti perseverato nelle sue violenze ai danni del coniuge.
Nello specifico, poche settimane fa, tornato a casa ubriaco, avrebbe iniziato ad inveire contro la moglie che gli negava le chiavi dell’auto, minacciandola di tagliarle la testa e darle fuoco. Non ottenendo quanto desiderato, ha iniziato a distruggere i mobili e ogni suppellettile che gli capitava a tiro, terrorizzando non solo la donna ma anche il bambino della coppia. A seguito di questo episodio, la malcapitata aveva trovato riparo presso i suoi genitori, ma il 25enne aveva continuato a perseguitarla, inviandole tramite messaggi telefonici continue minacce di morte. Infine, circa 20 giorni fa, l’uomo, ancora una volta ubriaco, si era recato a casa dei suoceri in cerca della donna e, non trovandola, si era scatenato contro di loro e contro il cognato, minacciando di ucciderli tutti.
La gravità di quanto denunciato dalla nordafricana ha imposto un’indagine lampo: gli agenti della Squadra Mobile si sono subito attivati per trovare i necessari elementi di riscontro, che sono stati ricavati dalle dichiarazioni di terze persone che avevano assistito agli scatti d’ira del marocchino e dalla messaggistica telefonica conservata dalla giovane. Pertanto, il GIP presso il Tribunale di Perugia, su richiesta del pm che ha coordinato le indagini, ha emesso una misura cautelare che obbliga il nordafricano a lasciare immediatamente la casa familiare, con contestuale divieto di riavvicinarsi ad essa e agli altri luoghi abitualmente frequentati dalla moglie. Tale provvedimento è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile nel pomeriggio del 17 agosto.
Diversa invece l’altra operazione che ha portato la polizia 3 giorni fa ad eseguire una misura cautelare nei confronti di un 55enne albanese, da anni residente a Perugia. In particolare si tratta del divieto di avvicinamento all’abitazione e ai luoghi abitualmente frequentati dalla ex, con l’ulteriore divieto di mettersi in comunicazione in qualsiasi forma con lei.
L’applicazione della misura è il frutto di una articolata indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura perugina sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, che ha permesso di accettare come l’uomo, pur già condannato per il reato di stalking ai danni di una sua connazionale, continuava a tampinarla e a pedinarla. In base a quanto ricostruito dagli investigatori, il 55enne nutriva una vera e propria ossessione per la donna, che lo portava a seguirla al bar, al supermercato e soprattutto nel tragitto quotidiano da casa a lavoro. Fortunatamente, il cittadino albanese non si è mai reso protagonista di episodi di aggressione fisica, limitandosi a fissare insistentemente la donna; tuttavia, tanto era bastato per ingenerare nella malcapitata un grave e perdurante stato d’ansia e di paura, che nelle ultime settimane l’aveva persino indotta a non muoversi autonomamente da casa a lavoro, preferendo farsi sempre accompagnare da persone amiche o conoscenti.
Le denunce della vittima, corredate dai puntuali riscontri realizzati sul campo dagli investigatori della Squadra Mobile, hanno infine convinto il GIP presso il Tribunale di Perugia, su richiesta del pm che ha coordinato le indagini, ad emettere una misura cautelare che fa immediato divieto al cittadino albanese di avvicinarsi all’abitazione e agli altri luoghi abitualmente frequentati dalla donna, con annesso divieto di comunicare con lei. Tale provvedimento è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile nel pomeriggio del 17 agosto. A questo punto, qualora il 55enne non rispettasse i divieti impostigli, scatterebbe nei suoi confronti l’arresto.