Istituzioni

Milleproroghe, stop ai fondi per le periferie | A rischio progetti su Perugia e Terni

Arriva lo stop dal governo giallo-verde ai finanziamenti per le periferie: un punto fermo, almeno momentaneo prima del voto a Montecitorio, che mette comunque a rischio l’investimento, per la sola Umbria, di 30 milioni di euro (50 con i cofinanziamenti). A far calare la mannaia, ci pensa l’emendamento 13.2 che mette in stand-by per due anni il Piano periferie dei governi Renzi e Gentiloni, con la cui manovra furono destinati ai Comuni italiani 2,1 miliardi di risorse dello Stato, senza considerare quanto stanziato in cofinanziamento dalle singole Regioni.

Il caso è scoppiato dopo alcune dichiarazioni di diversi deputati del Partito Democratico, che hanno sottolineato come nel grande calderone delle votazioni agli emendamenti del Decreto Milleproroghe, passato al Senato, finisca anche il provvedimento dedicato alla riqualificazione delle periferie programmato dal governo Gentiloni. “Uno schiaffo ai cittadini e un danno ai Comuni“, hanno sottolineato.

Non è comunque finita qui, in quanto, dopo la pausa estiva, il decreto passerà all’esame delle commissioni della Camera con l’obiettivo di consegnarlo all’Aula tra l’11 e il 12 settembre.

I progetti in Umbria


Riqualificazione periferie, pioggia di milioni dal Governo per Perugia e Terni


A Perugia erano stati destinati oltre 16 milioni (esattamente 16.388.790,60) di euro per il finanziamento – a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione – del progetto presentato dal Comune per l’area di Fontivegge, Bellocchio e  Madonna Alta, per il quale è stato scelto il nome “Perugia Codice binario”, con un gioco di parole che intende richiamare il binario della stazione ferroviaria di Fontivegge, fulcro della riqualificazione, ma anche il linguaggio informatico, simbolo dell’innovazione e del futuro della città che da qui si vuole far ripartire. 10 i milioni stanziati, invece, per il finanziamento Interest di Terni che riguarderà l’area Nord est della città.


Perugia, ecco i 16 milioni di euro per Fontivegge


Lo stop per due anni

Il governo Gentiloni, in tutta Italia, aveva approvato 120 convenzioni, di cui le prime 24 il 6 marzo 2017, e le restanti 96 tra novembre e dicembre 2017. Lo stop, come detto, dovrebbe essere valido per i prossimi due anni e l’efficacia delle convenzione, in base a quanto riportato dal testo, “differita all’anno 2020”.

A fronte di progetti già partiti e di atti già approvati nelle sedi comunali opportune, come ad esempio accaduto a Perugia, con la necessità di rispettare il prospetto della convenzione, il blocco, facendo il calcolo su tutta Italia, inoltre prevede lo stop a 140 milioni di euro per il 2018, 320 milioni per il 2019, 350 milioni per il 2020 e 220 milioni per il 2021. Il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia, nel frattempo, ha difeso la scelta dicendo che si tratta solo di una riprogrammazione e che i buoni progetti non verranno di fatto cestinati.

Marini, “fatto gravissimo”

È gravissimo il blocco di oltre 3,8 miliardi per gli interventi di riqualificazione delle periferie urbane, approvato con un emendamento al decreto ‘Milleproroghe’ ieri in Senato dall’attuale maggioranza di Governo. Non vorrei che tale blocco si ripercuotesse anche nella nostra regione, in particolare per le città di Perugia e Terni che, grazie al Piano periferie, hanno in programma investimenti per oltre 30 milioni di euro con i quali si dovrebbe mettere in campo una ‘imponente’ operazione di rigenerazione e riqualificazione urbana di alcune aree periferiche delle due città”. È quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che si dice “preoccupata” da tale decisione che compromette tutto il lavoro svolto dalla Regione e dalle amministrazioni comunali interessate con il Governo Gentiloni, ricordando inoltre la firma della Convenzione avvenuta solo pochi mesi fa, a Perugia, tra il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni e i sindaci di Perugia e Terni.

“Vorrei ricordare anche – prosegue Marini – che il progetto del Governo Gentiloni di investire risorse per la riqualificazione delle aree urbane degradate è stata una iniziativa che come Regione Umbria abbiamo sostenuto con forza perché grazie ad essa sono state messe a disposizione delle città di Perugia e Terni risorse molto importanti per agire in quartieri che, per le loro problematicità e criticità, hanno bisogno di significativi interventi di riqualificazione, anche in direzione della ricomposizione della coesione ed inclusione sociale, della sicurezza. Insomma, un grande lavoro che ora viene messo in discussione e vanificato”.

Per la presidente Marini si tratta di una scelta “che rischia di rappresentare, oltre che un danno enorme ed un inaccettabile passo indietro per lo sviluppo e la ripresa di aree cittadine in particolare sofferenza, anche un gravissimo ‘vulnus’ per quanto riguarda la leale collaborazione tra i diversi livelli di Governo del nostro Paese”.

I progetti definiti insieme alle amministrazioni comunali di Perugia e Terni – aggiunge la presidente – mirano non soltanto a migliorare la qualità di queste periferie, ma soprattutto a migliorare la qualità della vita delle persone, e dunque della coesione sociale”.

Voglio sperare – afferma Marini – che una chiara e ferma protesta si levi anche da parte degli stessi sindaci di Perugia e Terni che vedrebbero compromessa una straordinaria opportunità di sviluppo e crescita delle proprie comunità così come voglio sperare in chiarimenti da parte del Governo sugli effetti di tale blocco rispetto ai progetti che i Comuni hanno definito sulla base della convenzione”.

“È, per certi versi, davvero triste – prosegue – dover constatare come questo Governo e la sua maggioranza più che realizzare il loro così tanto decantato cambiamento, stiano mettendo in atto scelte che di fatto mirano invece a ‘smontare’ e bloccare tutto ciò che di positivo le Città e le Regioni erano riuscite ad ottenere grazie ad una positiva, ed appunto leale collaborazione, dai precedenti Governi. Appare chiaro che la strategia politica che c’è dietro queste preoccupanti scelte è esclusivamente quella di fare cassa, ai danni dei cittadini che vivono nelle comunità locali, per una disperata ricerca di risorse, nella speranza – conclude la presidente Marini – di poter finanziare le demagogiche promesse fatte agli italiani nella loro propaganda elettorale”.

©Riproduzione riservata