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I milioni dell’Europa per inclusione sociale e lotta alla povertà in Umbria

In una nota ufficiale la Regione Umbria / Assessorato alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare comunica la definizione degli Accordi di collaborazione tra l’Ente e i Comuni capofila delle rispettive Zone Sociali del territorio regionali per l’attuazione di servizi innovativi nel settore del welfare, attraverso l’utilizzo di fondi europei del Por Fse 2014-2020, per la prima volta dedicati a interventi per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà.
Nei giorni scorsi erano stati approvati gli accordi con i comuni di
  • Foligno (capofila zona sociale n.8, assegnati quasi 2,5 milioni di euro),
  • Assisi (capofila zona sociale n.3, circa 1,6 milioni di euro),
  • Marsciano (capofila zona sociale n.4, oltre 1,4 milioni di euro),
  • Panicale (capofila zona sociale n.5, circa 1,4 milioni di euro),
  • Orvieto (capofila della zona sociale n. 12, oltre 1 milione di euro),
  • Città di Castello (capofila zona sociale n.1, oltre 1,9 milioni di euro)
  • Narni (capofila zona sociale n.11, circa 1,3 milioni di euro);
  • Terni (capofila zona sociale n.10,  oltre 3,3 milioni di euro),
  • Spoleto (capofila zona sociale n. 9, circa 1,2 milioni)
  • e Gubbio (capofila zona sociale n.7, quasi 1,4 milioni di euro).
Nelle prossime settimane, verranno siglate le intese con i comuni di Perugia e Norcia, capofila delle rispettive zone sociali.
“L’importo complessivo delle risorse europee che la Regione Umbria ha destinato al sociale – spiega la nota diffusa dalla Regione Umbria – è di oltre 55 milioni di euro, di cui circa 22,5 per azioni su scala territoriale tramite protocolli con i Comuni capofila delle dodici zone sociali che, in una logica di governance partecipata e di sussidiarietà, realizzeranno gli interventi a favore di tutti gli Enti costituenti le zone stesse, secondo una programmazione specifica, individuata in base alle necessità concrete delle diverse comunità locali.
Le azioni previste riguardano ambiti specifici, come l’assistenza domiciliare ai minori, la tutela dei minori, l’inclusione di minori con disabilità, sostegno a adulti e giovani disabili. In programma anche interventi innovativi legati alla sperimentazione di progetti di vita indipendente per persone con disabilità, alla domiciliarità per anziani non autosufficienti e alla mediazione familiare, con l’obiettivo di essere vicini a tutti i territori, assicurando un’attenzione maggiore a chi è più in difficoltà”