Il re del cashmere parla delle qualità femminili e invia un messaggio ai colleghi: se destinassero anche solo l'1% del profitto agli operai
Qualche giorno fa la Lettera universale alle donne , celebrandone “quella genialità che gli uomini di solito possono vivere soltanto eccezionalmente nei sogni, ma i poeti e voi donne potete visitare più facilmente e volgerla alla creatività”. E un inno alla femminilità è il quartier generale in cui Brunello Cucinelli ha presentato la collezione Autunno/Inverno 2024-25 alla Milano Fashion Week. Una spazio aperto dalla frase della poetessa statunitense Edna St. Vincent Millay, “Beauty Never Slumbers!“, “la bellezza non sonnecchia mai”. E dalle attrici e modelle che si incontrano nell’allestimento cdel Caffè letterario che anima la presentazione: Anna Foglietta e Alessandra Mastronardi, Bianca Balti, la nipote di Bob Kennedy, Kyra.
Una collezione che si ispira alla qualità delle lavorazioni sartoriali, secondo la migliore tradizione del made in Italy. Destinati ad una clientela capace di apprezzare il “lusso consapevole”, come lo definisce il re del cashmere. Capi la cui qualità significa bellezza duratura.
Un “lusso consapevole” anche nella necessità di preservarne le lavorazioni. “Non escludo che i nostri sarti guadagneranno il doppio o il triplo tra qualche anno” dice Cucinelli alla stampa. Spiegando l’importanza del giusto riconoscimento, anche economico, al lavoro artigiano e di quello operaio di qualità. Quindi il messaggio ai colleghi imprenditori: “Se destinassero anche solo l’1% del profitto agli operai questo lavoro sarebbe giustamente valorizzato”.
Insieme al legame con il territorio in cui prendono forma le lavorazioni. Non a caso, le modelle che indossano i capi della collezione Brunello Cucinelli leggono il “The Solomeo Post”.