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Milano, a “Made in Steel” Tajani apre nuovi scenari per la siderurgia – Un'occasione per Terni

Luca Biribanti

È stata inaugurato oggi a Milano il “Made in Steel”, evento dedicato al settore della siderurgia e alla produzione dell'acciaio. A inaugurare i lavori di fieramilanocity è stato il vicepresidente della commissione europea, Antonio Tajani, che ha lanciato un chiaro messaggio: “La siderurgia è determinante per la politica industriale europea”. Nel prestigioso scenario del salone dell'acciaio, Tajani ha aggiunto significativi dati che riguardano il settore: “L'obiettivo è portare la manifattura europea al 20% del Pil entro il 2020; la siderurgia è un segmento fondamentale per garantire la prosperità dell'Europa”.
L'occasione è un momento di doverosa riflessione per le acciaierie di Terni, uno dei poli siderurgici più importanti d'Europa, che sta attraversando uno dei suoi momenti più bui nella complicata questione che riguarda la compravendita di Outokumpu, situazione che dovrebbe essere sbloccata il prossimo 7 maggio così come previsto dalla delibera antitrust della Comunità Europea.
Le parole di Tajani, da sempre sensibile e attento alle questioni inerenti la Tk-Ast, non sono sfuggite a Raffaele Nevi (Pdl) che in una nota accoglie con favore questa nuovo spiraglio proveniente dal vicepresidente della commissione europea: “Le parole del vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani alla inaugurazione del salone dell'acciaio di Milano, con le quali ha chiarito che utilizzerà tutto il suo potere politico-istituzionale per far si che questo settore sia ancora centrale per le politiche di sviluppo in Italia e in Europa, rappresentano un grande incoraggiamento anche per Terni e l'Umbria che, insieme a Taranto, sono i poli siderurgici più importanti del nostro paese e stanno attraversando fasi diverse ma ugualmente delicate''. Raffaele Nevi, capogruppo del Pdl al Consiglio regionale umbro continua: ''Certamente è positivo che chi si accinge ad acquistare la nostra acciaieria sappia che avrà a fianco la Commissione europea e speriamo anche un Governo con una altrettanto chiara linea di grande attenzione alle problematiche dell'industria manifatturiera italiana che, come ha ricordato perfettamente Tajani, è, al pari di quella tedesca, il motore dell'Europa fin dalla sua creazione”.
Non altrettanto entusiasta è stata la reazione dei sindacati che mantengono un atteggiamento cauto e si mantengono sulla difensiva, ribadendo tutte le direttive che erano state tracciate in sede di 'lotta' nei momenti più caldi della difesa del sito produttivo ternano.
In una nota a firma congiunta Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Ugl fissano i 7 punti fermi ai quali non è possibile rinunciare
1 – Si ritiene indispensabile e irrinunciabile, rispetto a qualsiasi ipotesi di scenario presente e futuro, il prosieguo del confronto, al tavolo Ministeriale, con la Società cedente per sancire, non solo i criteri di vendita, ma la vincolarizzazione al progetto di cessione del mantenimento occupazionale, delle capacità impiantistiche del sito, degli accordi di miglior favore e della trasformazione dei contratti temporanei in definitivi. A tal fine ribadiscono l’urgenza di un confronto tra tutti i soggetti al tavolo Governativo.
2 – Ribadiscono l’assoluta contrarietà e indisponibilità alla cessione degli asset del sito di Terni verso fondi speculativi ritenendo prioritario e auspicabile un profilo industriale internazionale che garantisca la competitività del sito;
3 – Ribadiscono che qualsiasi giudizio che verrà espresso dalle Organizzazioni Sindacali sarà legato esclusivamente all’oggettiva valutazione del relativo piano industriale che dovrà essere presentato dal nuovo potenziale acquirente senza tener conto delle distanze geografiche;
4 – Rivendicano l’irrinunciabilità del tavolo di confronto in sede Governativa con l'eventuale società acquirente, perché nella condivisione del nuovo piano industriale non solo venga mantenuta l'intera strategicità del sito di Terni e la sua competitività, ma siano chiare le risorse, i modi e i tempi per addivenire, con certezza, il quarto competitore europeo, come richiesto dalla Commissione Antitrust;
5 – Ritengono indispensabile nella gestione di tutta la vicenda, onde evitare pericolose operazioni speculative tendenti a penalizzare il sito di Terni, che i piani operativi e i volumi produttivi previsti per Terni siano mantenuti, così come devono essere assolutamente e irrinunciabilmente mantenuti tutti gli impianti collocati nel sito di Terni senza procedere a smantellamenti o trasferimenti che possano indebolire il concetto industriale attuale impedendone, di fatto, la vendita annunciata. Nessun impianto va toccato;
6 – Ritengono che il sito di Terni debba essere venduto nella sua integrità compreso il TUBIFICIO DI TERNI, perché l'integrità dello stesso sito e delle sue produzioni, compreso il TUBIFICIO DI TERNI, sono fondamentali e strategiche per l'intero settore inox italiano;
7 – Riteniamo che qualsiasi ipotesi di vendita debba salvaguardare i livelli occupazionali diretti e indiretti