E’ uscito poco più di 24 ore fa il nuovo album di Michele Bravi, il 26enne cantante di Città di Castello che, per l’occasione, ha concesso una breve intervista anche a Tuttoggi.
“La Geografia del Buio” è un concept album, molto diverso dalla produzione precedente, che arriva a 4 anni di distanza da “Anime di carta”, già disco d’oro e contenente il singolo sanremese e doppio platino “Il diario degli errori“.
L’estetica del disco – contenente 10 tracce inedite – si sviluppa in una sequenza di immagini oniriche e surreali che Michele Bravi racconta attraverso parole e musica. Si susseguono suggestioni evocative che rimandano ad un presente stravolto e ad un profondo dolore che avvolge, immerge e nasconde ogni cosa come una profonda coltre di nebbia.
“La ‘Geografia del Buio’ – spiega Michele Bravi – è un racconto attraverso la ferita del mondo. Una perdita di aderenza dal reale e il tuffo in un’oscurità che racchiude in sé la violenza della vita e riscopre nell’amore l’unica salvezza. Un amore che non combatte il male ma che aiuta a disegnarne la geografia“.
L’oscurità di cui parla Michele Bravi è quella che avvolse il tifernate nel novembre 2018, quando il giovane artista fu coinvolto in un incidente stradale nel quale perse la vita una donna. Una tragedia che ha spento anche la voce del cantante per quasi un anno, periodo in cui Bravi ha provato un profondo “dolore, vissuto come una malattia da curare“.
A salvare Michele – come ammesso da lui stesso nell’incontro con i giornalisti – “non è stata la musica” ma la terapia Emdr (di cui l’artista parla anche in una delle tracce del nuovo disco, “Storia del mio corpo”), metodo psicoterapico che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati ad eventi traumatici, che ha aiutato il cantautore ad affrontare i suoi mostri: “La musica mi ha comunque aiutato ad attraversare questo buio, a disegnarne i tratti, e il mio disco è la storia di come ho imparato a conviverci, non a superarlo. Il dolore non si può nascondere ma lo si deve ‘abitare’ e si deve pure mostrare“.
“E’ un disco che nasce dalla solitudine più grande che io abbia mai conosciuto – ha confessato Michele Bravi – un album fatto di poche cose, volutamente imperfetto ma per questo vero, scritto, composto e suonato quasi interamente nel salotto di casa: se si ascolta con attenzione si riesce a sentire il traffico, il rumore del frigorifero e tutti i suoni della quotidianità, improvvisato, senza sovraincisioni e col pianoforte sull’orlo della stonatura”.
Ma questo è soprattutto “il disco d’amore più grande che abbia mai scritto“. Ed è proprio l’amore l’altro sentimento che avvolge tutto il progetto, dedicato ad una persona che è stata molto vicino a Michele nel periodo più buio e doloroso della sua vita, quell'”angelo salvifico – confessò per la prima volta il cantante a Verissimo – che mi ha aiutato a tornare alla realtà senza mai illudermi, condividendo con me la sofferenza”.
Michele Bravi, a proposito di amore, ha raccontato senza difficoltà anche il suo avvicinamento alla comunità Lgbt – “riconoscendo la loro forza e imparando da essa la libertà di amare” – pur non esponendosi mai sulla propria sessualità: “Rispetto per chi ha il coraggio di farlo, ma anche per chi non lo ha e vuole sentirsi protetto“.
La “Geografia del Buio” – secondo album di Michele Bravi – disponibile su tutte le piattaforme digitali e in formato Cd da ieri (29 gennaio) – è stato anticipato dai singoli “La vita breve dei coriandoli” (portato alla ribalta anche nella trasmissione Amici Speciale di Maria De Filippi) e “Mantieni il bacio“, quest’ultimo uscito una settimana fa.
Qui la la voce di Michele parte in sordina, accompagnata da un pianoforte dal tocco delicato, ma sporco dei rumori meccanici tipici dello strumento. L’intensità della canzone cresce in modo misurato, fino ad esplodere nel ritornello, in cui si percepisce tutta la necessità del cantante di esprimere l’amore ricevuto, quell’amore che l’ha salvato.
“Il bacio è l’immagine che, più di ogni altra, trasforma il male in pittura d’oro e la cicatrice del trauma in una poesia. Nel bacio si incontrano il luogo della parola e quello del corpo. Baciarsi nel buio significa trattenersi ancorati al presente, al reale e non perdersi in un fumo di nebbia e dolore ingombrante”.
“Questo è sicuramente il disco che più di tutti parla dell’amore in maniera così umana e vulnerabile. Come quando si raccontano le storie al buio, la confidenza che si libera è più profonda e intima. È un disco che parla di come convivere con il buio, non di come uscirne”.
“Ogni occasione per incontrare il pubblico dal vivo oggi è un privilegio. In un momento così incerto per il nostro mondo non perderei l’opportunità di ritrovare un contatto fra corpi che si ascoltano“.
“Coincidono in maniera esatta. Quella che canto è quello che vivo e quello che vivo è quello che canto. La creatività ha dato un ordine alla mia vita“.
Il cassetto dei sogni, soprattutto per un creativo, è sempre pieno. Mi piacerebbe trovare un modo per convivere con questa parentesi così vulnerabile della storia del nostro mondo.
“Ogni persona che fa parte della mia vita è importante a modo suo. Ognuno custodisce un pezzettino di carattere della mia persona“.
“Il legame con la propria terra è sempre forte e indissolubile. L’Umbria mi ha insegnato il linguaggio dell’umanità e me lo tengo stretto stretto in ogni angolo del mondo”.
[Foto di Clara Parmigiani]