Cronaca

Messa di Pasqua, Boccardo “Preoccupa crisi socio economica”

Il giorno di Pasqua, domenica 1° aprile 2018, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha presieduto la Messa con le persone ricoverate presso l’Hospice “La torre sul colle” di Spoleto (9.00) e il solenne pontificale in Duomo (11.30).

A questa seconda celebrazione erano presenti tantissimi fedeli, spoletini e molti turisti: la grande Cattedrale di Santa Maria Assunta era piena in ogni settore. Presente il vice sindaco facente funzione di Spoleto Maria Elena Bececco. La liturgia è stata animata dalla Cappella musicale del Duomo diretta dal maestro Francesco Corrias, con all’organo il maestro Paolo Sebastiani. Col Presule hanno concelebrato i sacerdoti delle parrocchie della Cattedrale e di S. Gregorio. Il servizio liturgico è stato curato dai seminartisti.

Nell’omelia mons. Boccardo ha detto: «Ci chiediamo: che cosa è la gioia di Pasqua? Che cosa significa, che cosa dice, che cosa contiene? Non corre forse il rischio di essere qualcosa di superficiale? Oppure, se guardiamo con fede alla sua vera sorgente che è il Cristo risorto, non corriamo forse un altro rischio, quello di esprimere una gioia fatta di dimenticanza, fondata sull’oblio? Si potrebbe trattare di una gioia basata sulla resurrezione di Cristo, fatto che riceviamo e proclamiamo nella fede, ma quasi dimenticando la morte, la passione, la croce, i chiodi e i flagelli. Un po’ come se tutte queste cose non fossero avvenute, come se la passione e la morte di Gesù fosse stata come un brutto sogno. In realtà, queste cose sono ancora oggi in mezzo a noi, nella sofferenza di tanti. Penso in particolare alla situazione emersa in occasione del progetto promosso dall’Archidiocesi di Spoleto-Norcia per il sostegno all’occupazione mediante l’assegnazione di borse lavoro semestrali finalizzate alla formazione ed all’assunzione presso aziende selezionate. Per 18 borse disponibili, sono pervenute 191 domande, quasi tutte da cittadini italiani, in maggioranza giovani con percorsi di scolarizzazione di elevata qualità. Ciò significa che il nostro territorio sta vivendo una crisi socio-economica di notevoli proporzioni. I dati raccolti preoccupano e tratteggiano una situazione di profonda crisi del sistema economico produttivo locale, confermato dalla chiusura di molte aziende. Possiamo anche stupirci che l’annuncio di gioia pasquale non tolga la sofferenza del mondo, che dopo una breve euforia ci ritroviamo, dopodomani, domani e forse oggi stesso di fronte ai problemi di sempre: la malattia, l’ingiustizia, la violenza, la fame, la disoccupazione. Come dunque intendere la gioia pasquale perché non sia semplicemente di maniera, perché non sia fondata sulla rimozione delle sofferenze di Cristo e delle nostre? Perché non sia soltanto una breve pausa ma segni un cambiamento nella vita? Le letture bibliche che abbiamo ascoltato ci aiutano a rispondere a questa domanda, perché contengono un richiamo significativo al passato di Cristo, che dà spessore e consistenza alla nostra gioia per la sua risurrezione. La parola di Dio ci dice che il Gesù risorto è il Gesù che ha patito ed è morto. Comprendiamo allora che la vita nuova del Signore non è semplicemente la cancellazione della morte in croce, quasi non fosse mai stata e fosse una cosa da dimenticare; è piuttosto lo svelamento della vitalità prodigiosa già presente nell’esistenza terrena e nella morte di Gesù, vissuta nell’affidamento al Padre e nella dedizione ai fratelli».

Al termine della Messa l’Arcivescovo ha salutato sotto il portico del Duomo i fedeli presenti, augurando a ciascuno Buona Pasqua.