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Messa all’Ast, monsignor Piemontese ringrazia Lucia Morselli

Questa celebrazione pasquale coincide con la conclusione del mandato della dottoressa Lucia Morselli. Ritengo che abbiamo motivo per ringraziare il Signore, insieme a lei, per questi due anni del suo servizio in questa azienda. La prospettiva cristiana ci rammenta che le persone non si incontrano a caso in un tempo e in un luogo, ma è la Provvidenza di Dio che dirige gli eventi per il bene degli uomini”.

A pronunciare queste parole è stato oggi il vescovo di Terni Giuseppe Piemontese che ha celebrato la messa della quinta domenica di Quaresima e in preparazione alla Pasqua presso Acciai Speciali Terni di viale Brin (officina meccanica della Società delle Fucine), per i lavoratori dell’Ast e i loro familiari, alla presenza dell’amministratore delegato Lucia Morselli, del prefetto Angela Pagliuca, del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, delle autorità militari, della dirigenza aziendale, dei rappresentanti dei sindacati del cappellano della fabbrica don Marcello Giorgi.

Credo sia utile ricordare – ha detto ancora il vescovo al termine della celebrazione, salutando la Morselli – che le relazioni industriali possono produrre risultati positivi se da fatto burocratico si sbilanciano sul versante delle relazioni umane e personali, impastate di rispetto e dialogo. Agli inflessibili funzionari  interessano i programmi per raggiungere risultati. E tuttavia ciò non basta. Non dimentichiamo che il comune apporto di persone, riconosciute e rispettate nella dignità e nei propri ruoli, rende umano il nostro lavoro, vicine le posizioni differenti, il più ampio possibile il benessere comune. Credo che vada espressa la nostra gratitudine alla dott.sa Morselli, insieme agli operai, ai funzionari e a tutti coloro che in questi due anni hanno scritto una pagina di storia e operato il bene di questa famiglia e della nostra città. Molto resta ancora da fare con la collaborazione di tutti: confidiamo nell’aiuto del Signore, che invochiamo con la preghiera fiduciosa”.

Durante l’omelia il presule aveva spiegato che “la tradizione della messa pasquale nelle Acciaierie non è solo un’abitudine ormai consolidata, ma una avvenimento, che riunisce e unisce direzione, maestranze e operatori di questa azienda in una celebrazione, che vuole essere l’espressione della nostra fede nel mistero centrale della religione: il mistero pasquale, cioè la Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. È da quell’evento che è cambiata la storia e a quel fatto storico che, come cristiani e lavoratori, dobbiamo fare riferimento se vogliamo cogliere e manifestare la nostra identità e la speranza in un mondo diverso e migliore. La coincidenza di questa Pasqua con l’Anno Santo della Misericordia è ulteriore motivo di rinnovamento e di gioia”.

Oggi, in questo luogo, universo della nostra fatica e nostra missione, della nostra partecipazione alla creazione di Dio, trasformando la terra e la materia informe in manufatti di straordinaria utilità, bellezza e robustezza, – ha detto ancora il vescovo – attraverso la messa partecipiamo alla Pasqua di Cristo e santifichiamo il nostro lavoro e noi stessi. Le nostre fatiche e preoccupazioni oggi acquistano valore di grazia e di speranza per la forza di Cristo, che per noi e con noi muore e risorge”. E ancora: “Gesù non è venuto per condannare, ma per sanare i malati e salvare i peccatori, cioè tutti noi, proprio noi che siamo qui, senza distinzioni: vescovo, dirigenti, impiegati, maestranze, assistenti, uomini e donne. E siamo qui perché vogliamo essere sanati e santificati mentre siamo nel teatro del nostro lavoro, della nostra santificazione”.

La dinamica pasquale – ha concluso monsignor Piemontese – sia il criterio delle nostre scelte: l’uomo al centro, rispettato e amato per amore di Dio, sull’esempio di Gesù, che ha dato la vita per ridare dignità e salvare la donna adultera e anche gli uomini che volevano lapidarla, il ladrone pentito che si è affidato a Lui, tutti i crocifissori “perché non sanno quello che fanno”. E infine Gesù è venuto per salvare anche tutti i protagonisti di questa azienda, che non sono su sponde contrapposte, ma tutti sullo stesso binario a spingere insieme il carrello della odierna colata, nella direzione del comune successo e del benessere di tutti. Gesù, che ha lavorato con mani d’uomo, che ha conosciuto e patito le sofferenze e le preoccupazioni comuni ad ogni lavoratore, dia compimento alle vostre speranze  e ai vostri progetti di vita personale, sociale e cristiana”.