La Procura di Perugia avrebbe avviato un’indagine sulla qualità del servizio offerto nelle mense scolastiche del capoluogo umbro: 13 sarebbero al momento gli indagati, tra operatori delle mense e rappresentanti delle imprese appaltanti, iscritti nel registro dal sostituto procuratore Claudio Cicchella, per i quali l’accusa sarebbe quella di aver conservato in un cattivo stato gli alimenti da somministrare agli studenti. A riportare il fatto è Il Messaggero dell’Umbria, nella sua edizione di oggi.
La notizia dell’inchiesta arriva dopo mesi di critiche ed esposti da parte dei genitori dei piccoli studenti, che a partire da quest’anno, non si occupano più attraverso i comitati del servizio, essendo stato quest’ultimo affidato a terzi. Nei mesi scorsi, i Nas effettuarono anche alcuni rilievi proprio all’interno delle mense di Perugia.
Immediato il commento del gruppo dei Radicali di Perugia. “L’inchiesta avviata dalla Procura di Perugia – scrive a riguardo il rappresentante Michele Guaitini – dimostra che le preoccupazioni e le criticità sollevate dai genitori nel corso dell’anno scolastico appena concluso sulla qualità del servizio mensa fornito ai bambini di Perugia non erano inutili allarmismi. Difronte a questo scenario, il Comune di Perugia, non avendo ancora predisposto un nuovo bando di gara, si appresta a prorogare di un ulteriore anno, mediante lo strumento della ripetizione, l’appalto milionario appena scaduto alle ditte che sono ora sotto indagine. Ovviamente siamo alle prime fasi dell’inchiesta, nessuno è colpevole fino a sentenza definitiva ed eventuali reati devono essere ancora accertati, tuttavia la delicatezza dell’oggetto dell’indagine impone la massima prudenza, pertanto riteniamo inopportuno per il Comune di Perugia prorogare questo contratto alle medesime condizioni che hanno portato ad un ricorso al Tar di prossima trattazione, una generale insoddisfazione da parte dei genitori, nessuna riduzione dei costi per l’amministrazione e ora, da ultimo, l’iscrizione nel registro degli indagati di 13 persone coinvolte nell’erogazione del servizio. Se ripetizione deve essere, il Comune imponga alle ditte alcune migliorie sul servizio, senza riconoscere ulteriori corrispettivi, a cominciare dalla soluzione alle problematiche sulle stoviglie in plastica e sull’acqua ricca di nitrati e si rivedano completamente i meccanismi di controllo riconoscendo anche ai genitori piena legittimazione in materia. In caso contrario non vediamo altra soluzione che indire un nuovo bando con un capitolato e criteri di controllo maggiormente stringenti rispetto a quelli in vigore. I tempi sono ormai molto stretti – conclude Guaitini – ma in linea con quelli dello scorso anno quando la gara fu indetta proprio in questo periodo”.