E’ il consigliere Mirabassi, nonostante la maggioranza dell’amministrazione fosse contraria, a cedere il passo al dibattito sulla revisione del piano di gestione delle mense scolastiche in Consiglio Comunale a Perugia, facendo slittare il suo ordine del giorno su un altro tema abbastanza scottante come quello sulla costruzione dell’Ikea a San Martino in Campo. La multinazionale svedese dovrà dunque attendere di fronte alle associazioni e ai comitati dei genitori seduti numerosi sui banchi della sala di Palazzo dei Priori, durante un consiglio comunale che si è confrontato sul tema delle mense per tutto il pomeriggio, e dunque per quasi tre ore. Assente invece il sindaco Romizi. L’atto è stato comunque respinto, a fronte di 11 voti favorevoli, su 29 presenti. Respinta anche la mozione d’ordine, presentata in prima battuta da Giaffreda (M5S) e poi rincalzata da Bori (Pd), per interrompere la discussione e ascoltare i capigruppo dei genitori: 14 i voti a sfavore, accolti con una fragorosa manifestazione di disappunto da parte delle associazioni presenti.
Mense scolastiche, Waguè e dirigenti assenti | Slitta la discussione
In mattinata era già arrivata la solidarietà da parte di alcune associazioni cittadine, che si schierano a sostegno dei genitori e dei comitati mensa perugini. Le associazioni regionali di Aiab, Cittadinanzattiva, Legambiente, Movimento consumatori e Slow Food dichiarano: “fino ad oggi la gestione virtuosa delle mense scolastiche di Perugia, grazie proprio all’impegno di tanti genitori, ha consentito di fornire a tutti i bambini e alle bambine pasti di qualità, sicuri, per lo più biologici e a km zero, favorendo piccole e preziose economie locali. I genitori e i comitati mensa con i risparmi che negli anni sono riusciti a fare attraverso una gestione trasparente e oculata, hanno finanziato progetti educativi. Tutto questo ha fatto sì che Perugia diventasse negli anni un modello per le politiche socio educative e per l’infanzia del Paese, ed anche di partecipazione, coinvolgimento dei cittadini e sussidiarietà orizzontale – continuano le associazioni – quel modello che ora la Giunta Romizi mette in discussione con motivazioni economiche e burocratico-amministrative che lascerebbero ai genitori una mera funzione di controllo, vanificando il ruolo attivo e l’impegno diretto e volontario che hanno sempre avuto in questi anni a Perugia. Siamo pronti a dar battaglia insieme a loro, questo modello di gestione delle mense scolastiche di Perugia va sostenuto, valorizzato e mantenuto perché garantisce insieme economicità, qualità del servizio, inclusione sociale, salvaguardia ambientale. Chiediamo al Sindaco Romizi di perseguire su questa vicenda gli obiettivi di sussidiarietà orizzontale così spesso propugnati e di impegnarsi per la qualità delle mense scolastiche a Perugia ”.
Questo pomeriggio, a prendere la parola per primo è stato il consiglio comunale del Pd, Tommaso Bori, il quale ha rimarcato come dalla maggioranza non siano mancati toni accesi, come quando lo stesso assessore Calabrese aveva parlato di “madri ignote“, atteggiamento che è “mancato da parte dei genitori e delle associazioni“.
Mense scolastiche, Waguè non si presenta / Bori, “smentite falsità” da genitori
Il costo del servizio e il risparmio – E se in risposta il consigliere Sorcini ha ricordato come il processo dell’esternalizzazione delle mense sia cominciato già con l’assessore Capaldini, all’epoca del sindaco Locchi, Bori, dati alla mano, documenta come i genitori, ad oggi, paghino 50 euro al mese per il funzionamento del servizio: “non è vero che i genitori gestiscono soldi pubblici. Anzi riescono a garantire dei risparmi che servono per attivare dei servizi scolastici, come le lezioni di inglese, che il comune non riesce più a garantire. E’ un sistema virtuoso: i genitori fanno volontariato e servizio civico“. Avallato anche dal consigliere Arcudi, che ha parlato a sua volta di “sfilacciamento della società per una sbagliata comunicazione tra le parti“, Bori smonta punto per punto le tesi della maggioranza, in base alle quali, appaltando il servizio, “si produrrebbero risparmi: sono stati gli stessi i dirigenti a confermare che ci sarebbe uno spostamento di tassazione. I risparmi diventerebbero guadagno del fornitore, le tasse aumenterebbero per le famiglie. Le convenzioni sono state firmate a settembre, non è cambiata alcuna legge. Non c’è neppure alcun parere dell’avvocatura, dunque non si può parlare di illegalità. Il servizio deve essere però omogeneo – conclude Bori – perchè è importante salvaguardare lo standard di qualità. Votare sì serve per un dialogo tra amministrazione e genitori, per trovare una soluzione definitiva, senza strumentalizzazioni”. Rosetti (M5S) ha poi appoggiato l’ordine del giorno del Pd, seppur creandone uno proprio per cercare di garantire la funzione della refezione scolastica e il suo “carattere educativo“. Poi rincalza, guardando Waguè, “è tutto il sistema scolastico a dover essere ridiscusso“. E non solo per la qualità, ma anche per sicurezza. “Quale vantaggio ha il comune di Perugia a gettare un modello virtuoso che resiste da 25 anni?”, si chiede Rosetti, per la quale la presenza dei genitori, per un servizio del genere, resta un patrimonio da salvaguardare.
Numerini rimanda tutto al mittente, ponendo la questione sul piano giuridico, e affermando che “a San Sisto c’è un’Ati che si occupa di tutta la filiera della refezione, mentre per altri 3800 bambini l’acquisto delle derrate è seguito dai genitori. La questione si era già posta con l’assessore Ferranti, e con il sindaco Boccali, quando con una determina dirigenaziale del 12 febbraio 2014 si era discusso di ridefinizione dei comitati mensa“. Dopo una discussione di quasi due ore, dai banchi della maggioranza, Perari propone un emendamento per il tavolo tecnico, aprendo, come già aveva fatto nella precedente seduta del consiglio comunale, alla minoranza.
Parola in fine all’assessore Diego Dramane Waguè che ha invece insistito sulla necessità di bandire una gara d’appalto, per garantire la “trasparenza e il libero mercato“. Waguè ha poi proposto “un anno di esperimento e di confronto“, per vedere anche se “possa funzionare il principio di sussidiarietà, valutando anche l’intervento degli altri comuni che si sono mossi in tal senso. Se si vuole governare l’ondata delle proteste, si governa per perdere. Noi vogliamo governare per vincere“. Per l’assessore resta dunque necessario procedere verso la gara d’appalto, e verso la riorganizzazione del servizio delle mense. La richiesta di Bori è stata respinta, dopo la votazione, è stata dunque respinta. Minoranza e genitori hanno così abbandonato l’aula in segno di protesta, portando a conslusione la seduta del consiglio per assenza del numero legale.
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