Il Comune chiede l’Isee ai bimbi ucraini per permettere loro l’accesso ai servizi di mensa scolastica e trasporto, facendo loro pagare l’importo massimo previsto (visto che l’Isee è impossibile da produrre), e scoppia la polemica.
Succede a Marsciano e a denunciare la situazione è il Partito democratico. Che però viene bacchettato dall’amministrazione comunale, la quale evidenzia come i fatti siano stati ricostruiti “in modo parziale e impreciso“.
Il Pd marscianese nella propria nota cita il caso di 3 bambini fuggiti dalla guerra in Ucraina ed ospitati presso una famiglia di San Biagio della Valle, “iscritti dalle loro madri alla Scuola Primaria e alla Scuola dell’Infanzia di Spina a partire dal 28 marzo“.
“Si tratta di bambini di età compresa tra i tre e i dieci anni che, in questo primo periodo, non hanno potuto accedere al servizio di mensa scolastica e al servizio di trasporto” dice il partito di opposizione, che sostiene di aver appreso “che il Comune di Marsciano non concederà la gratuità dei servizi sopra citati ed anzi, ha richiesto la presentazione dell’Isee. Come si può richiedere l’Isee a persone che scappano dalla guerra ed hanno perso tutto? Al momento questi bambini risultano quindi inseriti nella fascia più alta e perciò costretti a pagare la quota massima”. Inoltre il Pd sostiene che l’assessore competente non era nemmeno stato messo al corrente della questione.
Sulla vicenda ora interviene l’amministrazione comunale, che spiega come i bimbi ucraini frequentino le scuole di Spina (1 va alla scuola dell’infanzia e 2 alla primaria) e da lunedì 4 aprile siano iscritti anche al servizio mensa, “mentre si è in attesa del completamento della documentazione per quanto riguarda l’iscrizione al servizio di trasporto”.
Dal Comune guidato dal sindaco Francesca Mele, dunque, si parla di “presa di posizione critica e strumentale da parte del Partito Democratico” sulla vicenda, “che di fatto riporta i fatti in modo parziale e impreciso, cosa ancor più irresponsabile su un tema, peraltro, estremamente delicato, e descrive l’amministrazione come insensibile alle esigenze e alle difficoltà che stanno vivendo i profughi che arrivano dall’Ucraina e come intenzionata, nel caso in oggetto, a non voler concedere la gratuità dei servizi di mensa e trasporto. Si tratta di una ricostruzione che non risponde al vero ed è quindi opportuno chiarire come l’Ente è intervenuto e cosa sta facendo”.
“Il Comune, informato circa la volontà della famiglia che ospita questi bambini di procedere, dopo l’avvenuta iscrizione a scuola, alla loro iscrizione alla mensa e al trasporto, – viene ricostruito dall’amministrazione – ha provveduto, tramite l’assessore Dora Giannoni, a contattare la famiglia ospitante alla quale ha rappresentato la massima disponibilità a collaborare nella gestione della situazione, compreso il fatto che possano essere le istituzioni, e quindi la comunità nel suo complesso, a farsi carico delle spese relative ai servizi di mensa e trasporto. Allo stesso tempo alla famiglia è stata anche prospettata l’opportunità di aspettare qualche giorno di tempo ad effettuare le iscrizioni a questi due servizi accessori, valutando magari la possibilità di attendere la ripresa delle lezioni dopo le imminenti vacanze di Pasqua. Tempo utile all’Ente per indirizzare la famiglia verso le soluzioni ottimali volte a garantire una adeguata assistenza e per gestire alcuni aspetti logistici (come, ad esempio, la disponibilità dei posti nel pullmino del trasporto scolastico).
La proposta di attendere alcuni giorni è stata quindi fatta anche tenendo conto che:
Il Comune di Marsciano spiega quindi che “la famiglia che ospita i bambini ha comunque scelto, legittimamente, di anticipare i tempi consigliati dall’Ente e procedere a partire da lunedì 4 aprile e, al momento, a proprie spese, all’iscrizione al servizio di mensa, che è stato immediatamente erogato, e trasporto, che è in attesa di perfezionamento della documentazione e verifica delle disponibilità logistiche. Tale iscrizione è quindi avvenuta, in questa fase transitoria poiché in attesa del corretto inquadramento delle procedure e delle erogazioni dei benefici economici, sulla base delle normali procedure vigenti (dunque l’Isee, ndr) e la stessa permanenza a scuola viene gestita sulla base di quelli che sono i normali protocolli di inserimento.
L’Ente, nel frattempo, è al lavoro proprio per garantire, in attesa anche dell’attivazione delle risorse statali e regionali e di possibili diverse modalità procedurali, una accoglienza e integrazione scolastica di questi bambini che sia per tutti uguale e trasparente e che di certo non gravi su chi fugge dalla guerra né, per quanto possibile, sulle famiglie che con grande generosità e senso di solidarietà li stanno ospitando”.
(foto di repertorio)