E’ un grido d’allarme in piena regola quello degli abitanti di Serrone, allarmati per la secca in cui versa il fiume Menotre. Il tema è che a Serrone esiste una centrale idroelettrica che, sulla base di una concessione regionale, utilizza acqua del fiume. In un contesto però di crisi idrica, questo a volte provoca il mancato rispetto del minimo vitale, fissato a 135 l/s.
“Non siamo contrari alla produzione di energia idroelettrica – ha detto Massimo Capodimonti, del comitato Pro Serrone – ma chiediamo che il prelievo sia compatibile con l’ecosistema del Menotre. Pensiamo che si possa fare una rivolazione su questo tema, perché le due cose possono essere conciliabili. Siccome la concessione rilasciata dalla Regione, prevede rilascio in alveo di 135 l/s di deflusso minimo vitale, questo dovrebbe garantire la sopravvivenza delle specie. Il fatto è che il minimo vitale non viene quasi mai rispettato“.
Quello che chiedono i cittadini è che la Regione eserciti la sua presenza e la verifica dei valori. Quello che auspicano è anche che, in concomitanza della scadenza della concessione, prevista nel 2025, possa aprirsi una discussione che tuteli il fiume. Tra le richieste dei cittadini, pronti anche ad azioni eclatanti, l’idea che si possa avere una concessione di durata inferiore ai 30 anni previsti.
“Siamo mossi dalla spinta dell’attaccamento al territorio“, dicono chiedendo la possibilità di istallare una “luce abbattente” sulla paratoia della centrale, per mantenere un flusso costante d’acqua.