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Mega “conchiglia” al cantiere della chiesa / Parrocchiani perplessi

Palazzetto dello sport”, “capannone”, “museo d’arte contemporanea”. Sono questi, ed altri ancora, gli appellativi addossati nel tempo alla nuova chiesa della Madonna del Latte. Nella graduale e lenta evoluzione dei lavori di “ristrutturazione, ampliamento e miglioramento”, iniziati l’8 aprile 2013, il “piccolo e squadrato” edificio ha assunto via via diversi aspetti e forme.

La conchiglia – E’ già stato detto di tutto sulla struttura ad archi sopra l’intera chiesa che, con l’ormai noto telone bianco, dovrebbe avere il compito di proteggere termicamente l’edificio. In questi giorni, però, fa molto parlare l’apparizione della mega “conchiglia”, visibile solo dalla parte di via A. De Gasperi. La struttura lamellare con questa particolare forma, costruita ormai da qualche settimana, non è che la nuova “cappella feriale”. La sua presenza, però, secondo alcuni parrocchiani, darebbe un ulteriore tocco di stravaganza all’intero complesso, che concilia tre “settori” completamente diversi e incompatibili tra loro: la parte trasversale della chiesa, il lato est delle sale parrocchiali e polifunzionali in un misto di cemento e legno e, infine, la mega conchiglia, che dà un tocco quasi “spaziale” al tutto. La strana cappella feriale, in effetti, è stata battezzata anche “space shuttle”, “galleria del vento” e “tubone di scappamento”.

La facciata mascherata – Altri dubbi sono sorti riguardo alla “spalliera svedese” che ricopre malamente la facciata della principale della chiesa, visibile da via Togliatti. Completata da poco, essa è stata addirittura paragonata, da un geniale parrocchiano, alla “maschera di Hannibal Lecter.

Non tutti però sembrano così perplessi e, anzi, molti parrocchiani, sono entusiasti di come procedano i lavori per la loro nuova chiesa, struttura inedita in tutta l’Alta Valle del Tevere. Da ricordare che l’intero progetto, i cui lavori saranno completati a settembre, è stato approvato e finanziato per gran parte dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) di Roma.

Fatto sta che se non fosse per la presenza delle tre croci, chiunque, in questo momento, farebbe fatica a riconoscere l’intero complesso come un edificio religioso.

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