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“Meditazioni sul Tempo del Sacro e dintorni”, la personale della perugina Anna Maria Artegiani

Anna Maria Artegiani, perugina doc, una laurea in Farmacia accantonata per dedicarsi alla sua grande passione, la pittura. Si forma alla scuola del Maestro Franco Venanti del quale diviene allieva fino al 1994. Profondamente sensibile ai valori dello Spirito inizia, dalla metà degli anni ‘80, una lunga ricerca che la porterà ad interessarsi alle grandi ‘Tradizioni sapienziali d’Oriente e d’Occidente’. Contemporaneamente approfondisce la sua ricerca personale ed esistenziale nell’ambito del cammino interiore dell’uomo. Si deve a questo interesse profondo l’originale percorso che la porterà, a partire dal 1994, a coniugare ‘Arte e Spiritualità’.

“Meditazioni sul Tempo del Sacro e dintorni” è il titolo della personale di Anna Maria Artegiani, che si svolgerà dal 23 aprile al 14 maggio presso la Galleria d’Arte Artemisia di Perugia. Venti opere ad olio ed alcune a pastelli che attraverso le immagini e gli aforismi che accompagnano i dipinti, propongono una meditazione sul ‘Tempo qualitativo’, rappresentato per eccellenza dal ‘Tempo del Sacro’ e da alcune di quelle arti e discipline inerenti ad esso. La mostra ed il catalogo sono a cura di Eugenio Giannì, con didascalie di Franco Battiato e una nota di Anton Carlo Ponti.

Vernissage sabato 23 aprile alle ore 17,30 presso la Galleria d’Arte Artemisia di Perugia, aprirà l’evento la danzatrice Cecilia Ventriglia, seguiranno le presentazioni di Anton Carlo Ponti e di Eugenio Giannì. La mostra si potrà visitare fino al 14 maggio, dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16,30 alle 19,30.

Scrive Eugenio Giannì: “Non il tempo cronologico, che spazza via ogni pensiero nel modo di una foglia sottratta all’albero, ma il tempo qualitativo percepito nell’attimo che riveste il presente, è la ricerca attorno a cui ruota l’opera di Anna Maria Artegiani. L’indagine sulla sacralità di tale tempo, (…) È questa la lotta che impegna Artegiani a rimuovere ogni processo di decomposizione, di ostacolo all’illuminazione divina, poiché quando si perde l’attimo che fa del presente il momento d’incontro, si perde la possibilità di ospitare il Bene nella sua estensione temporale e spirituale”. Così conclude Anton Carlo Ponti: “Pittura che vive sì di colore, ma, prima, di immaginazione  immersa nel realismo magico. Pittura matura, moderna, perfino rivoluzionaria”.