Cronaca

Medico a processo, per un mal di schiena il paziente rischiò di morire

Per farsi curare il mal di schiena rischia la vita. La storia di un perugino che ha iniziato una battaglia legale contro la clinica privata e il medico che lo ha operato ad Ascoli Piceno e che ora ha visto finire alla sbarra con l’accusa di lesioni colpose lo specialista. Secondo l’accusa il neurochirurgo non si accorse di una gravissima infezione in corso che portò poi il perugino ad un ricovero “salvavita” nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Perugia.

Ma non c’è solo questo aspetto. Quella dell’avvocato Angelo Lonero che assiste il perugino non è stata certamente una strada in discesa. Prima il pm della procura marchigiana nomina come consulenti due medici dell’ospedale di Teramo ma questi depositano una perizia (sulla base della quale il pm chiede l’archiviazione) senza aver acquisito e quindi visionato gli esami clinici del paziente. Qui la parte che si considera lesa si oppone. Ma il Gip archivia lo stesso. Senza che mai  le radiografie oggetto del malato fossero state visionate la vicenda stava per chiudersi. Ma la parte offesa non si arrende. Chiede al pm di farsi autorizzare dal Gip a riaprire le indagini per valutare quei reperti. Il pm incarica di periziare quei dischetti gli stessi medici della volta prima (gli stessi che omisero di guardarli) e che questa volta per ben 3 mesi e 10 giorni non vanno nemmeno a ritirarli in procura (il termine obbligatorio sarebbe di 45 giorni per periziare) tanto che sono i carabinieri alla fine a portarglieli a casa. Una perizia che doveva arrivare entro il 10 marzo del 2014 viene depositata con 5 mesi di ritardo. E arriva ancora richiesta di archiviazione. La parte offesa si oppone ancora una volta, a questo punto in tanti si sarebbero arresi ma stavolta invece arriva l’avviso di conclusioni delle indagini e poi il rinvio a giudizio.

L’avvocato Angelo Lonero, protagonista di tutta l’azione legale si qui descritta denuncia i consulenti del pm per “falsa perizia e abuso d’ufficio”, dalla notizia di reato il pm passa in questo caso alla richiesta di archiviazione sulla base di un fascicolo in cui secondo il legale perugino “non risulta alcun atto di indagine”. Ma non è ancora finita.