Turisti a Todi, scontro sui numeri. Tutta colpa dei cinesi?

Turisti a Todi, scontro sui numeri. Tutta colpa dei cinesi?

Sara Fratepietro

Turisti a Todi, scontro sui numeri. Tutta colpa dei cinesi?

Mar, 11/07/2023 - 06:17

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Attesa per la ripresa dei flussi organizzati cinesi. I dati nei primi 5 mesi sul turismo a Todi sono positivi ma non il confronto col 2019

Ancora segno positivo per i dati turistici nel comprensorio di Todi (e dunque nell’intera Media Valle del Tevere) rispetto allo scorso anno, ma il confronto con il 2019 non è così lusinghiero. E così scoppia la polemica da parte del consigliere di opposizione Fabio Catterini (Civici X) a cui replica – senza mai citarlo in realtà – la maggioranza. La colpa del mancato recupero post pandemia, infatti, sarebbe attribuibile all’assenza dei flussi cinesi, “sbloccati” solo di recente. Ed ora si spera in un loro ritorno.

Catterini: rispetto al 2019 Todi maglia nera per i dati turistici

Catterini fa infatti notare che “i dati dei flussi turistici del periodo gennaio – maggio 2023 certificano il crollo del turismo nel comprensorio tuderte. Una disfatta che la Giunta Ruggiano cerca di far passare in secondo piano con la mirabolante candidatura di Todi a Capitale italiana della cultura 2026 (a due mesi dalla scadenza del bando, il 27 settembre, senza che la Giunta o il Consiglio si siano mai pronunciati in merito e, sembrerebbe, all’insaputa deli stessi Uffici!) e con la presentazione di Umbria Cinema 2023 (60.000 euro per tre giorni!). Passiamo ai numeri. A confronto con il 2019 (ultimo anno pre – pandemia), a fronte di un dato Regionale medio di arrivi pari a +3% e di presenze pari a +9% , Todi ha fatto registrare rispettivamente – 22,1%   e  – 6,7%. Insomma, l’Umbria ha recuperato tutte le presenze, mentre noi siamo crollati; addirittura – 61,6% negli arrivi dei turisti stranieri. A soffrire sono soprattutto le strutture alberghiere, che hanno sostanzialmente dimezzato gli arrivi (-48,1%). E’ il dato di gran lunga peggiore di tutta la Regione; abbiamo perso, tanto per dire, il doppio dei turisti di Orvieto!”.

Per l’esponente di centrosinistra non sono così positivi nemmeno i dati confrontati allo scorso anno, positivi, ma non abbastanza: “Se è vero che rispetto ai primi mesi del 2022 (quando erano ancora presenti le restrizioni covid-19) abbiamo un +21,7% di arrivi e +16,2% di presenze, è altrettanto vero che la media regionale è rispettivamente di +33% e +30,5%, quindi siamo sotto alla media di almeno 12-15 punti.
Abbiamo toccato il record negativo del 3% del flusso regionale, superati dalla Alta Valle del Tevere e dall’Eugubino  (Orvieto è irraggiungibile al 5,9!), quando prima della pandemia eravamo al 4,3%.
Quanto agli arrivi siamo stati superati anche da Cascia e siamo usciti dalla top 10 delle destinazioni per i turisti stranieri! Noi siamo più attrattivi e gli altri ci hanno superato. Dobbiamo quindi interrogarci, tutti, sul motivo di questi numeri disastrosi”.

Il Comune vede il bicchiere mezzo pieno

Il Comune di Todi, in una nota, evidenzia invece la crescita di arrivi e presenze rispetto allo scorso anno nei primi 5 mesi del 2023. Spiegando che i dati positivi vedono “un aumento molto più sensibile della componente straniera (+37,2% negli arrivi) rispetto a quella italiana (tra il +16% e il 18%). Crescono, rispetto al 2022, sia il settore alberghiero (arrivi + 10,7%) che l’extralberghiero (+32,3%)”.

“Stiamo parlando di una crescita certificata a due cifre nei primi cinque mesi dell’anno, solitamente i meno generosi Todi”, commenta il vice sindaco tuderte Claudio Ranchicchio. “Se non sono stati ancora raggiunti i livelli del 2019 – prosegue – è per il venir meno, come più volte spiegato, delle comitive asiatiche, ma la tendenza anno su anno è positiva”. Andando nel dettaglio e attingendo ai dati ufficiali della Regione è possibile verificare che rispetto al 2019 c’è appunto il venir meno di quasi 9mila arrivi e 11mila presenze straniere, facilmente riconducibili, grazie all’incrocio con i pagamenti della tassa di soggiorno, proprio alla struttura alberghiera che è stata privata da quella tipologia di turismo straniero per il quale funzionava da hub di passaggio.

La colpa è dei cinesi?

Che il fenomeno non sia un caso isolato a Todi lo si ricava anche dai documenti del “China Outbound Tourism Research Institute” diffusi da European Travel Commission e riprese da ENIT. “Consultando queste fonti – sottolinea il sindaco di Todi Antonino Ruggiano – si apprende che al momento il flusso dei cinesi in Italia è pari al 30% dei livelli del 2019 e che solo dal 15 marzo 2023 l’Italia è entrata a far parte della lista delle destinazioni autorizzate anche per i gruppi. Gli stessi autorevoli studi indipendenti prevedono che soltanto nel 2024 il numero di viaggi outbound dalla Cina potranno superare i livelli del 2019″. Dunque si spera che dal prossimo anno anche la Media Valle del Tevere possa tornare ad accogliere turisti cinesi in gran numero. Ma dall’amministrazione comunale non si fa nessun riferimento al confronto con gli altri comprensori turistici dell’Umbria, che pure dovrebbero presentare lo stesso fenomeno ed invece, a quanto pare, no.

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