Di richieste di lavoro e curricula ne arrivano continuamente e non è un caso: la Meccanotecnica Umbra è una delle poche aziende che continua ad assumere, regolarmente, in Umbria ed in particolare nel comprensorio spoletino. E che investe nella formazione e sul territorio, guardando ai mercati esteri ma mantenendo il cuore, e il cervello, a Campello sul Clitunno. Una storia di successo che ha appena festeggiato 50 anni di vita. E la festa, rimandata qualche mese fa a causa del terremoto, si è tenuta mercoledì, con una lectio magistralis di Romano Prodi sui Trattati di Roma, rivolta ai circa 250 dipendenti umbri dell’azienda.
Ma l’appuntamento è stato anche l’occasione, per il direttore generale della Meccanotecnica Carlo Pacifici, per illustrare il piano di investimenti – del valore di 10 milioni di euro nei prossimi tre anni – e le ipotesi di acquisizioni all’estero, ma anche per fare il punto sul problema della disoccupazione giovanile, le carenze del mondo scolastico e le difficoltà infrastrutturali del territorio, un gap storico, con “la Tre Valli che non è stata mai messa tra le priorità della Regione Umbria, nonostante i fondi stanziati dal Cipe“, l’alta velocità su cui puntare al contrario dell’aeroporto di Sant’Egidio, “che così non sta in piedi”.
Una storia che parte da lontano, quella della Meccanotecnica Umbra, nata nel 1966 dall’idea di Alberto Pacifici (attuale presidente), Fulvio Ginobri e Concezio Strappelli su spinta di Maria Sole Agnelli, all’epoca sindaco di Campello sul Clitunno. È Carlo Pacifici a spiegarlo, con al fianco Michele Ginobri (marketing e brand manager), la seconda generazione dell’azienda. “La Agnelli, che aveva sposato il conte Ranieri di Campello – racconta il direttore generale di Mtu – diceva che voleva lasciare qualcosa di importante per il territorio, per la popolazione. Comprò così un terreno, trasformato poi in area industriale e stimolò mio padre, che allora era assessore nella sua Giunta, a creare un’azienda che producesse un componente per le auto, che lei avrebbe favorito presso la sua famiglia”. Così fu, anche se i primi tempi non furono facili: “non avevano soldi né know how, ma erano testardi ed hanno continuato a provare questa componente fino a che non è stata omologata presso il gruppo Fiat, nei primi anni ‘70”. Un prodotto utilizzato poi anche in altri settori, elettrodomestici in primis, ma non solo. Con il salto verso l’internazionalizzazione arrivato a fine anni ’90. “La Fiat – spiega Carlo Pacifici – ci chiese se eravamo disposti a seguirli in Brasile ed è stata un’esperienza positiva”. Tanto che da lì sono arrivate prima l’India, poi la Cina, quindi l’ingresso nel mercato americano ed allo stesso tempo un’acquisizione svedese.
Fino alla situazione attuale: 78 milioni di euro di fatturato (il 55% nel settore automotive, il 10% in quello degli elettrodomestici ed il 35% nel settore industriale), 760 dipendenti, sedi commerciali e produttive in Usa, Brasile, Cina, India e Svezia, oltre ovviamente a quella di Campello sul Clitunno. Un gruppo leader nel mondo (i numeri 2 a livello mondiale nel settore automotive, con il 30% del mercato mondiale, detenendo anche oltre il 50% del mercato degli elettrodomestici) ed in continua crescita. “La nostra non è stata una delocalizzazione, ma un presidio dei mercati locali – spiega il dg – in Umbria c’è il cuore di Meccanotecnica, qui produciamo il componente strategico, con brevetti e know how particolare. Ma le case automobilistiche, e non solo, vogliono fornitori locali per questioni logistiche, di tassi di cambio e di dazi doganali. Noi però, non esportiamo solo per fare business e garantiamo i diritti dei lavoratori e la tutela dell’ambiente: come in India, dove i nostri standard sono diversi rispetto a quelli locali“.
L’obiettivo del gruppo è ora quello di uno sviluppo nel settore industriale per guadagnare nuove fette di mercato. E lo farà con un piano di investimenti da 10 milioni di euro nel triennio 2017 – 2019 (già avviato), gran parte relativo all’Umbria. Ma anche con l’ipotesi di nuove acquisizioni. Una crescita che comporta anche nuove assunzioni: già una decina quelle fatte dall’inizio dell’anno ed altre ne sono in previsione, visti anche alcuni prossimi pensionamenti. Tra gli obiettivi su cui puntare ci sono i settori aerospaziale e delle energie rinnovabili. Un investimento da circa 1 milione di euro è stato appena deliberato dal Cda per l’industria 4.0, con la digitalizzazione dei processi produttivi. Un intervento che va sulla scia della costante formazione dei dipendenti, per i quali vengono svolti continui corsi di formazione, di sicurezza e di lingua. “Qualcuno ci chiede anche di fare un’esperienza all’estero insieme alle proprie famiglie” spiega Carlo Pacifici. Altri 2 milioni di euro sono stati spesi per l’acquisto di una nuova macchina per l’assemblaggio della componente automotive, che permetterà di passare da una capacità produttiva di 9-10 milioni di euro a 15 milioni. Per abbattere i costi dell’energia elettrica (circa 1 milione di euro la spesa annua) è stato fatto un investimento sulla trigenerazione per 700mila euro. Interventi che contribuiranno un aumento del fatturato stirato del 10% ogni anno da qui al 2019. Le cose però potrebbero cambiare improvvisamente, addirittura con un raddoppio del fatturato, come ha svelato il direttore generale: “Abbiamo in programma l’acquisto di due piccole società, una in Germania e l’altra in Canada, nel settore industriale. Ma sto lavorando per un’acquisizione molto più grande che porti il gruppo a un fatturato di 150 milioni di euro“. Un progetto più ampio e a lungo termine, su cui c’è massimo riserbo visto che si tratta di una società quotata in borsa, che potrebbe prevedere in futuro anche l’apertura del capitale sociale come anche una quotazione in Borsa.
Ed a parlare più in generale del mercato italiano ed europeo è stato mercoledì pomeriggio il professor Romano Prodi, protagonista della lectio magistralis in occasione dei 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma e in un momento storico strategico, a cavallo tra l’uscita dall’Unione da parte del Regno Unito e l’elezione di un presidente fortemente filoeuropeista in Francia. Un appuntamento che ha visto la partecipazione dei rappresentanti istituzionali del comprensorio e dei dipendenti della Meccanotecnica Umbra, con Prodi che ha consegnato una targa a Fulvio Ginobri a nome dell’azienda. Ed un’altra targa è stata consegnata anche ad Ettore Strappelli, figlio dell’altro fondatore di Meccanotecnica, Concezio, scomparso ormai da tempo.
Con uno sguardo sull’attualità, poi, Prodi ha parlato anche dell’America e del suo attuale presidente, Donald Trump: “L’America più forte di tutti è l’unico obiettivo che ha Trump. Speriamo bene. È difficile dire come sarà in futuro il rapporto tra Europa e Stati Uniti perché Trump si contraddice continuamente. Una cosa però è chiara: quando lui dice ‘America first’ non guarda sicuramente agli alleati e alla squadra, ma guarda soltanto agli Stati Uniti d’America”. Un accenno a margine del convegno, infine, Prodi lo ha dedicato alla politica interna del Paese e, in particolare, al nostro sistema elettorale: “Se si sceglie il proporzionale avranno le loro ragioni, che non sono le mie. Sono sempre stato per il maggioritario e per finire le legislature. Serve un sistema elettorale che consenta di avere una maggioranza forte e che faccia governare per cinque anni. A me non sembra che il proporzionale faccia questi doni”.