Categorie: Cronaca Terni

Maxioperazione su prestanomi e sedi fittizie: Gdf di Orvieto scopre truffa da 5 milioni

La Guardia di Finanza di Orvieto ha accertato ricavi non dichiarati al Fisco per oltre cinque milioni e mezzo di euro e una imposta sul valore aggiunto evasa di circa 800mila euro, al termine di una serie di accertamenti su due società riconducibili a un soggetto campano, con sede tra Roma e il circondario Orvietano, di cui l’amministratore era un prestanome rumeno domiciliato ad Orvieto.
Le indagini hanno riguardato un sistema di frode relativo agli anni 2007 e 2008, e sono state intraprese dai Finanzieri di Orvieto, a seguito della individuazione di un rumeno di 60 anni, domiciliato e con interessi ad Orvieto, che risultava essere l’amministratore di una serie di società attive nel settore del commercio di autoveicoli e del campo immobiliare.
La circostanza è apparsa da subito inverosimile stante le scarse disponibilità finanziarie e patrimoniali del rumeno; i finanzieri hanno approfondito la situazione ed hanno appurato che le società di cui risultava rappresentante, pur avendo un consistente giro d’affari e pur avendo operato su tutto il territorio nazionale, erano inadempienti agli obblighi fiscali per non aver presentato dichiarazioni fiscali, nascondendo così ricavi per 5,5 milioni di euro e per non aver evidenziato iva per 800mila euro.
Risultava altresì che le società erano in realtà riferibili a un operatore economico della provincia di Napoli e che questi, per evitare le azioni di recupero da parte del Fisco delle imposte non versate, non solo aveva nominato il rumeno come amministratore di comodo in quanto nullatenente, ma aveva anche spostato fittiziamente la sede della società in un negozio di mail box.
Sono già in corso le ulteriori attività da parte della Guardia di Finanza di Napoli e Roma, per addivenire al recupero delle somme non versate da parte del vero proprietario delle aziende.