Emergono i particolari dell’operazione “Sentiero Bianco” che questa mattina ha portato ad arresti e perquisizioni tra Pescia Romana (VT), Capalbio (GR), Orbetello (GR) e nelle provincie di Terni, Firenze, Roma, Cosenza e Napoli. Nella notte, i Carabinieri di Viterbo, con l’ausilio quelli competenti territorialmente, hanno dato esecuzione a 8 misure cautelari (di cui 5 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 3 obblighi di dimora con prescrizioni di non uscire dalla propria abitazione dalle 22 alle 6), emesse dal GIP di Civitavecchia nei confronti di altrettanti cittadini albanesi, romeni e italiani, responsabili a vario titolo di “estorsione”, “spaccio di sostanze stupefacenti” e “morte di una persona come conseguenza di altro reato” a conclusione di un’articolata indagine, condotta dai Carabinieri della Stazione di Pescia Romana, unitamente a quelli della Compagnia di Tuscania e, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Civitavecchia, Dr Lorenzo Del Giudice.
L’operazione costituisce un importante risultato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, con la quale è stata sgominata un’intera banda, tra cui una famiglia Albanese, dedita allo spaccio di ingenti quantità di cocaina e hashish nei comuni della costa Viterbese e dell’Argentario. Nella medesima operazione si stanno eseguendo anche 7 perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti indagati.
L’attività di indagine viene avviata nella primavera del 2014 a seguito del decesso per suicidio di un noto imprenditore edile locale, avvenuto nel febbraio del 2014 in Pescia Romana, per impiccagione all’interno della propria abitazione, a causa del suo eccessivo indebitamento per l’acquisto delle sostanze stupefacenti (cocaina) e delle ripetute minacce per ottenere il pagamento dello stupefacente da parte degli spacciatori di origine albanese che lo hanno indotto a togliersi la vita, dopo che quest’ultimo ha realizzato di aver dilapidato il suo patrimonio e quello della sua famiglia. Dalle indagini bancarie e patrimoniali si poteva infatti accertare che la vittima in 4 mesi aveva speso diverse centinaia di migliaia di euro.
Veniva quindi avviata all’inizio dell’estate del 2014 un’attività di indagine, che avrebbe consentito di accertare la presenza di una rete di spacciatori che si estendeva soprattutto tra Pescia Romana, Capalbio ed Orbetello (Gr), le cui ramificazioni si allargavano in ambito nazionale sino a giungere a Milano, Terni, Firenze, Pisa e Napoli.
L’indagine, che ha consentito l’arresto in flagranza di reato per spaccio di sostanze stupefacenti di 5 persone, si concludeva nell’ottobre 2014 con il deferimento di ulteriori 29 persone.
Nel corso delle investigazioni sono stati rinvenuti e sequestrati circa 1,700 kg di hashish e circa due etti cocaina, la somma di 9mila euro provento dello spaccio, strumentazione atta al confezionamento dello stupefacente e alcuni documenti di identità validi per l’espatrio, patenti e tessere sanitarie realizzate su documenti rubati ma falsificati nelle effigi e utilizzati da cittadini albanesi.
Nel corso delle indagini è stato possibile accertare che gli spacciatori, al fine di eludere le investigazioni, occultavano lo stupefacente lungo la linea ferroviaria per poi recuperarlo all’occorrenza percorrendo un sentiero sterrato che costeggia la ferrovia e da cui prende il nome l’operazione.
Spesso gli albanesi, per non destare sospetti, si recavano sul posto, per recuperare e confezionare lo stupefacente, portandosi dietro i figli minori. In un occasione i Carabinieri, dopo aver individuato il “nascondiglio” avevano provveduto a sequestrare la sostanza stupefacente e il materiale atto al confezionamento anch’esso abilmente occultato.
Insolite sono risultate anche le modalità di cessione dello stupefacente verso i consumatori finali. Infatti questo veniva occultato in luoghi concordati precedentemente con gli assuntori che dopo averlo ritirato, lasciavano il denaro necessario per l’acquisto, evitando così il rischioso contatto diretto spacciatore/assuntore.
Inoltre e’ stato accertato che la droga sequestrata, proveniente da Napoli, era destinata ai giovani vacanzieri, frequentatori dei locali notturni della movida della costa viterbese e dell’Argentario nonché ai campeggi di quei litorali, dove è stato eseguito tra l’altro l’ultimo arresto.
Oltre 30 sono invece le persone identificate dai Carabinieri e che verranno segnalate all’Ufficio Territoriale del Governo (Prefettura) quali consumatori abituali di stupefacente.
Nell’operazione sono stati impiegati circa 60 militari del Comando Provinciale di Viterbo, nonché di 30 militari dei Comandi Provinciali interessati, unità cinofile di Roma, Firenze e Sarno (Sa), nonché di un elicottero del RAC di Pratica di Mare sulla Provincia di Viterbo.