Maxi truffa all'Inps, l'inchiesta prosegue a pieno ritmo - Tuttoggi.info

Maxi truffa all’Inps, l’inchiesta prosegue a pieno ritmo

Claudio Bianchini

Maxi truffa all’Inps, l’inchiesta prosegue a pieno ritmo

Dopo i 31 finiti nella rete degli inquirenti, si prospettano nuovi sviluppi
Ven, 04/03/2016 - 15:54

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Prosegue a 360° l’attività investigativa degli inquirenti, in merito alla maxi truffa aggravata nei confronti dell’Inps, che ha riguardato ben trentuno persone, tra obblighi di dimora, custudie cautelari in carcere ed arresti domiciliari.

Dopo il blitz scattato all’alba si mercoledì scorso, sono infatti in corso verifiche ed accertamenti da parte dei Carabinieri, della Polizia, della stessa Inps e dell’Ispettorato del lavoro.

Si stanno passando al setaccio numerose documentazioni, il che lascia intendere che possano esserci nuovi sviluppi ed altre questioni di rilievo.

Massima attenzione quindi sull’operazione ‘Open Doors’ legata a pratiche illecite al fine di favorire l’immigrazione clandestina in Italia.

Al centro delle indagini, l’agenzia di affari ‘S.L. Service’ con sede proprio a Foligno, che ha alla guida la stessa S.L. donna di quarantadue anni di origini pugliesi che in concorso con il compagno – un quarantaquattrenne della Basilicata – ed altri tre soci – un trentatreenne palermitano, un trentasettenne albanese ed un trentaduenne tunisino – sarebbe riuscita a sistemare immigrati senza documenti, in qualità di collaboratori domestici per conto di datori di lavoro assolutamente fittizi.

Per i cinque ‘vertici’ della società, l’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa all’Inps nonchè favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contraffazione di documenti.

La ‘dirigenza’ avrebbe avuto a sua disposizione nove procacciatori, che si riuscivano a procurare dei ‘clienti’ di origine albanese e magrebina, in prevalenza, che necessitavano di permessi di soggiorno o di cittadinanza che potevano essere ottenute tramite contratti di lavoro ‘grazie’ a cittadini con difficoltà economiche disposti a fare da testimoni .

L’immigrato interessato, una volta accettata la proposta, elargiva all’associazione tra gli 800 ed i 1500 euro, una quota i 150 ed i 200 finivano in tasca ai falsi datori di lavoro ed un altra parte ai procacciatori.

Quasi un milione di euro: a tanto ammonta la truffa stimata ai danni dell’Inps.


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