Una truffa da oltre 180.000 euro con cui tre persone, una residente nelle Marche e l’altra a Bastia Umbra, avrebbero intascato la somma di denaro ai danni di due società, con sede ad Assisi, facenti capo al medesimo gruppo imprenditoriale ed operanti nel settore della fabbricazione di imballaggi in materie plastiche, promettendo finanziamenti europei risultati inesistenti. A condurre le indagini la Guardia di Finanza che ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventive, emesso su richiesta della Procura della Repubblica di Perugia dal gip del Tribunale di Perugia, nei confronti di un soggetto residente in Calabria, anch’egli coinvolto, insieme al marchigiano e al bastiolo, nella truffa.
Le indagini sono partite da due querele presentate dai rispettivi rappresentanti legali delle società: nei primi mesi del 2021 le due persone sono state contattate da due degli indagati che avrebbero prospettato la possibilità di ottenere ingenti finanziamenti europei, mediante la partecipazione ad appositi bandi indetti dalla Commissione europea, avvalendosi di due società estere (una irlandese ed una britannica) per la predisposizione e la presentazione della necessaria documentazione e per la prestazione delta prevista garanzia fidejussoria.
La serietà e la fattibilità della proposta contrattuale venivano comprovate attraverso la produzione di (false) delibere, riportanti loghi ed intestazioni della Commissione Europea, certificanti l’avvenuta concessione dei finanziamenti nonché di (falsa) documentazione bancaria relativa all’accredito (mai avvenuto) di somme di denaro su un conto corrente intestate ai beneficiari del finanziamento acceso presso una filiale londinese di una banca estera. Per l’attività di intermediazione e consulenza, veniva versata, in più soluzioni, con bonifici su conti correnti irlandesi e lussemburghesi intestati alle due società estere, un importo complessivo superiore ai 180.000,00 euro.
Un anno dopo, a fronte della mancata erogazione del contributi e di giustificazioni labili e prive di riscontri documentali da parte delle società estere e dei presunti “mediatori”, i due imprenditori umbri sporgevano denuncia alla finanza perugina. Le successive attività investigative hanno consentito di verificare la falsità della documentazione bancaria e degli atti recanti l’intestazione della Commissione Europea, prodotti dagli indagati. Inoltre, attraverso mirate indagini, i finanzieri hanno ricostruito il flusso finanziario dei pagamenti effettuati dalle parti offese che, dai conti correnti esteri, song confluiti, integralmente, su un conto corrente aperto presso una filiale milanese di una banca italiana è intestato al terzo soggetto indagato residente in Calabria Rappresentante legale di una delle due società estere il gip sulla base dell’impianto probatorio raccolto ha ritenuto sussistente il fumus del delitto di truffa aggravata provvisoriamente contestato scadente in particolare “dall’evidente concentrazione tra gli indagati delle condotte volte mediante artificiali a depredare il patrimonio dei querelanti” e ha disposto, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, in capo al soggetto calabrese, il sequestro della somma complessiva di 180,513,72€, giacente su conti correnti o altrimenti investita o dei beni in cui il denaro è stato trasformato