Botta e risposta tra i sindacati e il comune di Perugia, nella controversa vicenda della costruzione della nuova “MaxiStalla”, un nuovo polo zootecnico che dovrebbe sorgere in zona Santa Maria Rossa, con l'allevamento di 700 bovini per la produzione alimentare e di energia elettrica da biogase biomasse.
La costruzione, osteggiata da una parte dei cittadini che la ritengono pericolosa per l'impatto ambientale, è invece considerata urgente dai sindacati, che nei giorni scorsi hanno scritto un duro comunicato contro l'amministrazione comunale di Perugia, per i ritardi nella realizzazione del progetto: “Ancora oggi –hanno spiegato le segreterie regionali Fai Cisl e Flai Cgil Umbria- per effetto di una burocrazia asfissiante, le Opere Pie non sono nelle condizioni di poter avviare il progetto di rilancio dell’azienda in quanto la Giunta di Palazzo dei Priori non ha sciolto tutte le riserve per dare il via libera alla realizzazione del Polo zootecnico”.
Secondo il comunicato a firma Fai Cisl e la Flai Cgil Umbria, le Opere Pie attualmente rischiano “lo smantellamento dell’azienda” e “la perpetrata fuoriuscita di risorse economiche che, a causa dei ritardi, ammontano a 3 mila euro al giorno”, con ricadute occupazionale sugli attuali dipendenti.
“Chiediamo all’esecutivo di Palazzo dei Priori e a qualche dirigente un atto di coraggio in più nel rispetto della legislazione attuale nel dare delle risposte tempestive ed efficaci”, hanno detto i sindacati.
Dura oggi la risposta dell'amministrazione comunale, per bocca dell'assessore all'Urbanistica Valeria Cardinali, che ha ribadito come il progetto della “Maxi Stalla” stia procedento a pieno ritmo. “Il Comune di Perugia sta procedendo sulla vicenda 'Opere Pie Riunite' secondo i tempi e le modalità previste per legge in materia, senza alcun ritardo o esitazione. Non c’è una 'burocrazia asfissiante', come è stata definita dal sindacato, a compromettere le sorti dell’azienda, né tanto meno i livelli occupazionali”
“Al momento -secondo la Cardinali- il Comune ha preparato la relazione programmatica per la variante elaborata dagli Uffici Urbanistica e Ambiente e ha inviato alla Provincia di Perugia una nota tecnica riguardante l’assoggettabilità alla VAS. E’ bene precisare anche un altro fatto rilevante. L’insediamento delle Opere Pie poteva in parte essere già realizzato, in particolare la sede e una parte dell’impianto, in quanto compatibile con l’attuale destinazione di Piano regolatore. Questo consentirebbe di procedere in parallelo con la variante e di ottimizzare ulteriormente i tempi. Tutti questi passaggi sono, però, ben noti ai sindacati, per questo stupisce il loro atteggiamento, non solo per i termini con cui Cisl e Cgil si sono poste rispetto alla questione, ma anche perché sono state fra i soggetti, insieme alle Opere Pie, con cui l’assessorato si è confrontato fin dall’inizio. E’ inaccettabile il tono con cui il sindacato si è espresso, soprattutto laddove si riferisce alle possibili ricadute negative in termini occupazionali. Certe affermazioni risultano, dunque, gravi e inappropriate. L’Amministrazione comunale è andata ben oltre i suoi compiti, visto che sulla maxi stalla c’è un indirizzo ben preciso della giunta. C’è una volontà politica, rintracciabile in una delibera di giunta, atto peraltro non dovuto, con cui l’esecutivo esprime il proprio assenso a procedere con la realizzazione della variante. E’ veramente paradossale, soprattutto perché proprio in questi giorni si stava programmando l’ennesimo incontro con i sindacati che, a questo punto, risulta oggettivamente inutile. Stupisce anche con quanta leggerezza qualcuno pensa di poter affrontare un procedimento complesso per un intervento altrettanto importante, viste tutte le sue implicazioni. E’ inopportuna e scorretta, inoltre, l’accusa di comportamento dilatorio delle istituzioni e di mancanza di “coraggio” dei dirigenti comunali considerato che tutti insieme stiamo cercando di dare una risposta adeguata e positiva a un problema che nasce da molto lontano e che proprio grazie al coraggio delle scelte troverà una soluzione concreta. E’ evidente che anche le Opere Pie devono adoperarsi per fare quanto in loro competenza sia relativamente al nuovo insediamento, sia all’ottimizzazione della propria organizzazione per superare questo momento così difficile. Ora è bene che si proceda ciascuno per le proprie competenze; al sindacato il compito di tutelare i livelli occupazionali”.