Sarebbero almeno 6 o 7 le aziende italiane, tutte con una grande distribuzione anche all'estero, coinvolte nell'indagine coordinata dalla Procura di Siena nell'ambito del settore oleario e che vede 35 persone indagate per frode in commercio e riciclaggio merceologico.
Nelle ultime ore, inoltre, anche la Procura di Perugia sta lavorando a stretto contatto con quella senese e, secondo quanto si apprende, l'inchiesta è destinata ad allargarsi anche ad altre Procure italiane. Le perquisizioni sono state eseguite in importanti aziende e stabilimenti operanti a livello nazionale ed internazionale, anche con sede in Umbria. In particolare la procura di Perugia con un fascicolo aperto dal sostituto Mario Formisano starebbe indagando sull'operato di un'azienda olearia dello spoletino.
La Procura di Siena con le sue indagini, ha portato alla luce un vasto fenomeno di frode finalizzato alla commercializzazione di enormi quantitativi di olio extravergine di oliva, “di scarsa qualità illecitamente ottenuti all'estero” si legge in una nota delle Fiamme Gialle – ricollocati sul mercato nazionale, attraverso illecite miscelazioni non rilevabili alle analisi ufficiali, con l'interesse di numerosi imprenditori italiani operanti il confezionamento e il commercio sul mercato interno ed internazionale”.
“Le indagini- fa sapere la Guardia di Finanza – che vedono coinvolti altri contesti territoriali sia nazionali che internazionali, sono tuttora in fase di sviluppo al fine di delineare il quadro complessivo della frode olearia che contempla non soltanto aspetti di natura penale, ma anche evidenti ed interessanti profili di natura economico-finanziaria, suscettibili di ulteriori sviluppi. In ogni caso il pubblico ministero Aldo Natalini non scioglie le riserve sulla possibile estensione del fenomeno che coinvolge numerosi operatori del settore, sia nazionali che esteri”.