Gli umbri il 27 ottobre non troveranno il simbolo di Italia Viva sulla scheda elettorale. Scelta scontata, vista la tempistica con cui Matteo Renzi ha lanciato il suo nuovo partito decidendo di uscire dal Partito democratico. Il tutto, a dieci giorni dal termine per la presentazione delle liste.
Ma Renzi martedì, nelle varie interviste seguite a quella rilasciata a la Repubblica in cui appunto ufficializzava la scissione (“ma non chiamatela scissione“) è andato oltre, annunciando che Italia Viva non avrebbe partecipato alle elezioni regionali e comunali almeno da qui a un anno, sostenendo i candidati presidente e sindaco del centrosinistra.
Quanto ai parlamentari che hanno aderito ai suoi gruppi, i nomi verranno ufficializzati mercoledì pomeriggio. A Porta a Porta Renzi ha detto “oltre 40”, tra deputati e senatori. Nella proporzione di 25 e 15. Qualcuno in più, in realtà. Perché oltre a quella dei parlamentari Pd, c’è qualche adesione anche nell’area socialista ed in quella di +Europa.
Tra gli umbri, saranno con lui i senatori Nadia Ginetti e Leonardo Grimani (anche se quest’ultimo legato a Luca Lotti, che ha scelto di restare nel Pd, con motivazioni che a breve spiegherà). Resta nel Pd Anna Ascani. E’ stata lei ad annunciarlo con un post sul proprio profilo Facebook, dopo che lo stesso Renzi, registrando l’intervista con Vespa negli studi Rai, aveva parlato dei rappresentanti della compagine di Governo che hanno aderito alla sua “casa”, spiegando che la vice ministra all’Istruzione sarebbe rimasta nel Pd. “Lo ha deciso lei” ha detto. Argomentando come le sole adesioni delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, insieme a quella del sottosegretario Ivan Scalfarotto, dimostrino come la sua non sia stata una mossa per accaparrarsi poltrone.
Mano tesa da Renzi a chi ha deciso di non seguirlo. Anche se, come riportato da diverse testate nazionali nelle ricostruzioni di queste ultime ore concitate, pare che il “no” della turborenziana Anna Ascani non sia stato preso bene dall’ex premier. Che sarebbe stato pronto a riservare per lei un post di rilievo in un partito che vuole presentarsi come aperto ai giovani e “femminista“.