Nella cava da “tombare” con materiale inerte e rocce da scavo sarebbero stati conferiti materiali qualificati come rifiuto per oltre 68mila tonnellate e 2.480 metri cubi, oltre a 9.300 metri cubi di terre e rocce da scavo “con certificazione analitica non conforme a quanto richiesto dal permesso a costruire“. E’ quanto hanno accertato i carabinieri del Noe di Perugia insieme al personale dell’Arpa Umbria a Norcia, stando a quanto riportato in un’ordinanza emessa dal Comune di Norcia.
Irregolarità che sono state segnalate alla Procura della Repubblica ma anche appunto al Comune di competenza, con quest’ultimo ente che ha emesso una ordinanza di sospensione dell’attività notificata a tre persone: al titolare del permesso a costruire, conduttore dei terreni e legale rappresentante della società al centro delle verifiche, all’altro legale rappresentante ed alla direttrice dei lavori.
Un’ordinanza contro cui è stato presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale con tanto di richiesta di sospensiva, per poter intanto proseguire l’attività. Sospensiva che però è stata rigettata dal Tar dell’Umbria. Ma la vicenda, oltre alle questioni di tipo amministrativo e penale, rischia di avere ripercussioni anche dal punto di vista politico. Perché uno dei tre soggetti coinvolti è il consigliere comunale Francesco Filippi. La sua posizione è tutta da chiarire, ma nella seduta del Consiglio comunale di Norcia fissata per mercoledì 30 luglio è previsto l’avvio dell’iter sulla sua possibile incompatibilità alla carica appunto di consigliere.
La vicenda nasce nei mesi scorsi, dopo le verifiche svolte nella cava da parte dei carabinieri per la Tutela ambientale e la sicurezza energetica di Perugia e del personale dell’Arpa. A cui è seguita una nota congiunta, acquisita al protocollo del Comune di Norcia il 13 giugno scorso, nella quale appunto “si trasmettevano gli esiti dell’attività di verifica per il periodo giugno – dicembre 2024 eseguita presso l’impianto di cui in oggetto“. L’impianto, per la precisione, è un sito estrattivo dismesso in località Piana di Santa Scolastica che la società Ecoservizi Ambientali srl (di cui stando all’ordinanza comunale datata 26 giugno 2025 è legale rappresentante Francesco Filippi) ha in concessione dopo aver ottenuto un permesso di costruire nel 2022 con i lavori conclusi nel 2023.
La cava, secondo quanto emerge dagli atti, è autorizzata per il “Recupero ambientale di un sito estrattivo dismesso a mezzo di tombatura con materiale inerte e/o rocce da scavo”. I carabinieri del Noe, però, contestano la “violazione del Permesso a Costruire n. 35/2022 per aver accettato presso il sito rifiuti (circa 68150 tonnellate di aggregato e le terre e rocce da scavo RIFIUTO e 2480 mc di terre e rocce da scavo RIFIUTO) non ammessi dal Permesso di Costruire e per aver accettato presso il sito 9300 mc di terre e rocce da scavo con certificazione analitica non conforme a quanto richiesto dal Permesso di Costruire” e per questo hanno chiesto al Comune di Norcia di emettere un’ordinanza di sospensione dell’attività. Ordinanza che appunto è stata emessa circa un mese fa e contro la quale la Ecoservizi ambientali srl ed i due rappresentanti legali anche in nome proprio – difesi dall’avvocato Fabio Coccia – hanno presentato un ricorso al Tar, con richiesta di sospensiva.
All’esito di una prima udienza, l’11 luglio, il presidente della Prima sezione del Tar ha emesso un decreto di “abbreviazione dei termini, al fine di consentire l’esame collegiale della domanda cautelare nella camera di consiglio del 22 luglio 2025 (come richiesto dalla società ricorrente), in relazione all’esigenza di non sospendere oltre il necessario le attività di conferimento nel sito legate alla ricostruzione post sisma”.
Il 22 luglio, dunque, si è tenuta l’udienza in merito alla sospensiva, con il Tar che ha rigettato l’istanza cautelare, compensando le spese. Scrivono infatti i giudici: “nel bilanciamento dei contrapposti interessi, deve darsi prevalenza all’esigenza di tutela dell’ambiente stante il rischio di conferimento del sito estrattivo dismesso per cui è causa di materiali di cui allo stato non è certa la classificazione e la potenziale riconducibilità a categorie non ammesse dal permesso di costruire”.
Ma il fatto che il ricorso al Tar, oltre che dalla società, sia stato presentato anche da Filippi in nome proprio ha fatto scattare l’iter per la procedura di incompatibilità, al primo punto all’ordine del giorno del 30 luglio. “Si tratta di un atto dovuto in questi casi” spiega a Tuttoggi.info il sindaco di Norcia Giuliano Boccanera, che relazionerà in aula sulla pratica “contestazione causa di incompatibilità di cui all’art. 69 D.lgs. 267/2000″. La procedura in questi casi prevede che il consigliere comunale ha 10 giorni di tempo per presentare osservazioni o per eliminare le eventuali cause di incompatibilità esistenti, altrimenti dopo ulteriori 10 giorni verrà dichiarato decaduto dal consiglio comunale.
Francesco Filippi, dal canto suo, in questa fase preferisce non rilasciare dichiarazioni in merito. Pronto comunque a chiarire tutti gli aspetti nelle sedi opportune.
(foto di repertorio)