La Dogana di Bologna e la Guardia di finanza bolognese “hanno intercettato ed impedito il tentativo di illecita introduzione sul territorio nazionale di 70.000 mascherine di tipo chirurgico e filtranti, provenienti dalla Cina, da parte di una società operante nel settore dell’antiinfortunistica con sede a Falconara Marittima, in provincia di Ancona”. Lo fanno sapere le Fiamme gialle.
L’attività nasce da una segnalazione del Nucleo di Polizia economico-finanziaria del capoluogo marchigiano, che svolgendo “una serie di controlli nei confronti delle aziende importatrici di Dispositivi di protezione individuale per prevenire fenomeni speculativi” ha informato i colleghi bolognesi della “prossima importazione di una partita di mascherine da parte dell’azienda attraverso l’Interporto di Bologna“.
Dai successivi riscontri documentali, proseguono i finanzieri, è emerso che la società importatrice, nel tentativo di “eludere eventuali provvedimenti di requisizione, aveva indicato che i Dpi fossero tutti destinati a due ospedali campani e a un’associazione della Protezione civile operante in Umbria”. In realtà il numero di pezzi effettivamente ordinati dai tre Enti “era nettamente inferiore“.
Dunque la merce in eccesso, destinata ad “alimentare il mercato privato ed eventuali fenomeni speculativi“, è stata requisita e messa a disposizione dell’Agenzia per la Protezione civile dell’Emilia-Romagna per la consegna agli ospedali del territorio. L’importatore invece è stato denunciato per “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico“.