Economia & Lavoro

Marsciano, chiudono Clam e Presystem | A casa 77 lavoratori

Dopo circa 4 anni di crisi, per la Clam e la Presystem di Marsciano arriva l’epilogo: dal primo febbraio, saranno 77 i lavoratori delle due importanti aziende del territorio, impegnate nella produzione di caminetti e stufe, a restare disoccupati. Si è infatti conclusa oggi la procedura di licenziamento collettivo per i 19 dipendenti della Presystem, che ha richiesto il concordato preventivo, cercando così di evitare che in primis i lavoratori restino senza gli stipendi arretrati, e per i 58 della Clam, che andrà invece in liquidazione coatta amministrativa, procedura concorsuale simile al fallimento.
A restare senza lavoro sono dipendenti provenienti perlopiù da Perugia, dalla stessa Marsciano e da Todi. Ad assisterli per i prossimi due anni ci penseranno gli ammortizzatori sociali.
Una storia, quella della Clam e della Presystem, che ha visto conquistare da parte dell’azienda nel tempo fette di mercato sempre più ampie, anche all’estero. Tuttavia, proprio l’erosione di queste ultime ha condotto le due realtà ad una conseguente crisi.
La reazione della Cgil – “Un colpo durissimo per Marsciano e per tutta la provincia di Perugia“, così la Cgil di Perugia definisce la situazione per la Clam e la Presystem di Marsciano. “Nonostante l’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali degli ultimi anni – commenta Maurizio Maurizi, segretario generale della Fiom Cgil di Perugia – la Clam e la sua controllata Presystem non sono state capaci di invertire la tendenza ad un costante calo delle commesse e del fatturato. Così, come al solito, a pagare sono i lavoratori, molti dei quali, tra l’altro – continua il segretario Fiom – devono recuperare diversi arretrati, cifre importanti, che arrivano fino ai 5-6mila euro”.
La Fiom Cgil di Perugia, che è oggi è stata in assemblea con i lavoratori, presto disoccupati, è impegnata in primo luogo nel recupero di tutte le competenze maturate (compreso il Tfr), “ma anche nell’impedire la desertificazione produttiva di un territorio – conclude Maurizi – per questo chiediamo alle istituzioni e al mondo dell’imprenditoria locale di mettere in campo tutte le iniziative possibili per salvaguardare l’occupazione e le competenze professionali di questi 90 lavoratori, anche attraverso nuove iniziative imprenditoriali che possano andare a riempire il vuoto lasciato da questa duplice chiusura”.
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