Ingiurie, minacce e violenze sarebbero cominciate nel maggio 2006, quando la coppia si era appena trasferita in Italia. Lui 44enne, lei poco più giovane, marito e moglie, entrambi albanesi. L’uomo avrebbe maltrattato la moglie nei modi più disparati e per i motivi più futili, tenendo nei suoi confronti atteggiamenti minacciosi e aggressivi. Spinte, pugni e calci sono solo alcune delle ‘cortesie’ che il marito avrebbe riservato alla moglie, contro la quale avrebbe scagliato anche diversi oggetti, in più di un’occasione.
Spaventata dalle ritorsioni – Le avrebbe procurato lesioni in più parti del corpo che però lei non si sarebbe fatta refertare per paura di eventuali ritorsioni. Proprio per il timore di scatenare l’ira del marito, racconta il quadro accusatorio, la donna avrebbe mantenuto nei suoi confronti un atteggiamento quasi sempre remissivo. Fino a quando non trovò il coraggio di denunciarlo dando il via prima alle indagini della Polizia Giudiziaria e poi al processo che vede l’uomo sul banco degli imputati.
Si prosegue d’ufficio – All’udienza odierna però la donna non era in aula, né si è costituita parte civile nel procedimento. A quanto racconta il suo avvocato difensore infatti, si sarebbe nel frattempo ricongiunta al marito. Il processo quindi va avanti d’ufficio di fronte al giudice Augusto Fornaci, il quale ha disposto l’accompagnamento coattivo della donna in occasione della prossima udienza (il 16 dicembre) comminando a suo carico una sanzione amministrativa di 200 euro. Sarà lei infatti la prima testimone ad essere escussa, poi toccherà ai poliziotti che effettuarono le indagini.
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