Un chilo di marijuana e la colt calibro 38. E’ stato scarcerato e trasferito nella sua casa di Roma il 40enne arrestato a San Feliciano. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale del riesame nelle scorse ore, dopo il ricorso presentato dai legali dell’uomo, gli avvocati Michele Nannarone e Giusi Mazziotta. Secondo il collegio la misura cautelare meno afflittiva sarà comunque sufficiente a garantire la sua distanza dai luoghi dove sono stati commessi i reati e ad evitare i presunti rischi per la incolumità altrui.
Dal bar sulla spiaggia di Torricella alla cella di Capanne il passo è stato breve per i 40enne romano. A tradirlo le minacce di morte fatte al vicino e una pistola. Il tutto condito da tanta marijuana.
Gli avvocati hanno puntato a dimostrare che la marijuana trovata nel bagno dell’indagato, una vera e propria serra per la coltivazione della canapa e un chilo di sostanza già essiccata, erano ad uso personale e non destinati allo spaccio. Per quanto riguarda la pistola, questa sarebbe una sorta di cimelio di famiglia, frutto di un’eredità per la cui detenzione si dovrebbe al massimo elevare una contravvenzione e non configurare un reato da arresto. I giudici del Riesame hanno accolto solo in parte la tesi difensiva dell’indagato che dopo l’arresto è stato trasferito al carcere di Capanne, e che ora verrà trasferito dagli agenti della penitenziaria al suo domicilio romano.
“Io c’ho una pistola. Alla fine ammazzo qualcuno” ha detto l’indagato al telefono mentre all’altro capo lo stava ascoltando anche la titolare di una struttura ricettiva “concorrente”, i carabinieri del radiomobile di Città della Pieve e della stazione di Magione hanno subito eseguito la perquisizione trovando in casa la pistola. L’arma era carica e altri proiettili erano lì vicino. Non solo, ma l’uomo non era risultato in possesso di regolare titolo a detenere armi.