Perugia

Maria morta a 17 anni, Procura chiede archiviazione inchiesta: le cause del decesso

Chiesta l’archiviazione dell’inchiesta sulla morte di Maria Elia, la 17enne deceduta all’ospedale di Perugia il 27 marzo scorso. Vista la giovane età della ragazza e la denuncia dei genitori, la Procura della Repubblica perugina aveva infatti aperto un’indagine sul decesso, per appurarne le cause ed eventuali responsabilità.

Dopo sei mesi, ora i pm hanno chiuso le indagini chiedendo l’archiviazione del fascicolo, non ravvisando responsabilità da parte dei medici ai quali nel giro di pochi giorni la giovane si era rivolta.

Secondo quanto ricostruito, Maria nei giorni precedenti il ricovero aveva avuto mal di gola e tosse e successivamente vomito ed altri sintomi via via più gravi. Dopo aver contattato il medico curante era stata sottoposta ad un tampone faringeo che aveva escluso l’infezione da Covid-19. A seguito di ulteriori sintomatologie il medico curante aveva consigliato una terapia domiciliare. Riacutizzandosi poi i sintomi, la ragazza, il 25 marzo, dapprima era stata visitata dalla guardia medica che le aveva prescritto accertamenti diagnostici urgenti e, successivamente, sopraggiungendo valori di saturazione di ossigeno pari all’88%, era stata portata in Pronto Soccorso e ricoverata in ospedale. Al Santa Maria della Misericordia Maria era stata sottoposta a vari accertamenti e a consulenze specialistiche ma le sue condizioni erano peggiorate fino alla morte, avvenuta due giorni dopo.

In considerazioni anche della giovanissima età della vittima e dell’assenza di patologie pregresse, la Procura aveva ritenuto necessaria la messa a disposizione della salma e successivamente aveva iscritto un fascicolo ipotizzando il delitto di omicidio colposo sia pure contro ignoti e conferito incarico di consulenza per procedere ad autopsia e, quindi, per verificare le cause del decesso.

Il disposto esame autoptico – fa sapere il procuratore capo Cantone – faceva emergere che il quadro clinico-patologico di “shock settico ed insufficienza multiorgano” che aveva cagionato il decesso della giovane era conseguente sia ad un’infezione virale non da Covid (del tipo “H1N1”) sia ad un’infezione batterica da Stafiloccocus Aureus meticillino-resistente. L’elaborato medico-legale ha anche rimarcato come le cure prestate alla paziente siano apparse tempestive e conformi alle linee guida oggi disponibili e che, purtroppo, il decesso della ragazza sarebbe conseguito ad una combinazione delle due infezioni caratterizzate da una rapida evoluzione clinica il cui arresto può ritenersi “in alcun modo arrestabile dagli antibiotici, come documentato dalla rapida progressione dei principali indici di flogosi e dalla grave alterazione non solo quantitativa ma anche qualitativa delle sottopopolazioni linfocitarie midollari” . Peraltro, i consulenti hanno evidenziato come anche l’effettuazione di una visita tempestiva da parte del medico di medicina generale non avrebbe comunque evitato il decesso della giovane, alla luce del già avvenuto e inarrestabile innesco della tempesta citochimica dovuto all’infezione da Stafilococco Aureus.