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Maria Amelia Monti al Teatro comunale di Gubbio con “Tante belle cose”

La Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Gubbio, iniziata con lo strepitoso successo del Furioso Orlando, prosegue sabato 10 novembre, alle 21 con Tante belle cose di Edoardo Erba. Lo spettacolo che, dopo i consensi dello scorso anno, viene riallestito proprio a Gubbio dove la Compagnia è arrivata ieri per effettuare le prove, vede nei panni della protagonista Maria Amelia Monti, attrice nota al pubblico per la sua leggerezza e per l'innata verve comica, insieme a Gianfelice Imparato, Valerio Santoro e Carlina Torta, diretti da Alessandro D'Alatri.

“L'idea di scrivere un testo sugli hoarder – racconta l'autore – è di Alessandro Gassman. Tre anni fa mi chiamò al telefono: “Sono appena stato in America e ho visto un reality su un fenomeno pazzesco, devi scriverci un testo”. Gli feci ripetere la parola hoarder due o tre volte, non l'avevo mai sentita, e riagganciai con un sensazione di disagio. Mi capita sempre così quando mi suggeriscono un tema, mi fa sentire inadeguato. Avevo però sentito Alessandro così entusiasta che un pomeriggio mi misi a cercare queste benedette trasmissioni su internet. E scoprii che parlavano di persone che conoscevo molto bene. Persone vicinissime a me nel senso letterale del termine. In America chiamano con una sola parola, hoarder, quella gente di cui noi diciamo: vive in un disordine bestiale, a casa sua non riesci nemmeno a camminarci, tanta roba ci ha dentro. Pare che laggiù il fenomeno coinvolga milioni di persone. Gli psicologi l'hanno definito un disagio psichico grave. Ci hanno scritto saggi, che qualche produttore televisivo audace ha pensato potessero diventare spunti per un reality di successo. Qui da noi il problema, più che a livello psichico, è percepito a livello condominiale. Anche per la differenza di abitudine abitative: là villette in legno dove ciascuno fa e disfa un po' come crede, qua casermette o casermoni con o senza portineria, con leggine, divieti, regolamenti, devastanti assemblee e liti da manicomio. Insomma qui un hoarder non solo non è considerato né dalla psichiatria né dalla tivù, ma ha una vita molto più difficile sul campo. Si dice: uno scrittore deve immedesimarsi nei personaggi. Ecco, per scrivere di un hoarder questo lavoro non è difficile. Siamo tutti un po' hoarder, almeno in un punto della nostra casa. Per esempio io da hoarder ho la scrivania. Se qualcuno di voi entrasse nel mio studio in questo momento ci vedrebbe sopra: il telefono, la lampada da tavolo, due computer di cui uno abbastanza rotto, una statuetta in plastica dell'uomo ragno… Secondo voi il mio problema è riordinare la scrivania? No. Il mio problema è la donna delle pulizie. Ho il terrore che ci metta le mani e sposti le cose. Perché questo apparente disordine è nella mia testa un ordine molto preciso, che però – ecco il dramma – conosco solo io. L'hoarder è uno che accumula, perciò interpreta uno dei peggiori vizi di una civiltà inflattiva. Ma è anche una persona che non butta, che riutilizza, che restituisce valore, cioè in qualche modo è un ecologista. E poi non è nel disordine, nell'immondizia che spesso sono nascosti i tesori? L'idea per il titolo me l'ha data una signora all'antica che ho incontrato a Pavia, la mia città d'origine. Le ho parlato della mia famiglia, del nuovo figlio in arrivo, dei problemi economici, della casa da ristrutturare e lei mi ha salutato stringendomi la mano e sussurrandomi con voce cordiale: Tante belle cose.” In occasione dello spettacolo Maria Amelia Monti e la Compagnia incontrano il pubblico giovedì 8 novembre alle 17.30, al Teatro Comunale di Gubbio.