I tre simboli di Gubbio e dell'Umbria hanno compiuto la loro discesa dalla Basilica del Patrono alla sala dell'Arengo di Palazzo dei Consoli, qui "riposeranno" in attesa di tornare protagonisti della Festa del 15 maggio
Sono tornati in città questa mattina (7 maggio) i tre Ceri di Gubbio, per quella che sarà la prima edizione libera da qualsiasi restrizione anti Covid.
I giganteschi simboli dell’Umbria sono partiti dalla Basilica di Sant’Ubaldo per scendere in Piazza Grande ed entrare a Palazzo dei Consoli, dove “riposeranno” in attesa del prossimo 15 maggio (giorno della “Folle Corsa”).
Complice anche una giornata quasi estiva, dopo la messa celebrata da don Mirko Orsini alle 8 in Basilica, una vera e proprio “marea umana” ha riempito gli stradoni del Monte Ingino e le vie del centro storico per accompagnare i Ceri, portati a spalla in posizione orizzontale e con i bambini seduti sopra a cavalcioni (mancati lo scorso anno per motivi di sicurezza legati proprio alla pandemia).
Dopo le tre girate a tutta velocità intorno al gonfalone in piazza, alla fine (intorno alle 11.30) è avvenuto l’ingresso nella Sala dell’Arengo di Palazzo dei Consoli, dov’è letteralmente esplosa la gioia dei ceraioli guidati dai rispettivi Capodieci Corrado Fumanti (Sant’Ubaldo), Euro Bellucci (San Giorgio), Riccardo Martiri (Sant’Antonio).
Da quest’anno la Festa non rientrerà più nei parametri del ‘pubblico spettacolo’ ma in quelli della cosiddetta ‘ingegneria comportamentale’: ciò significa che il numero congruo di persone in Piazza Grande (al momento dell’Alzata) potrà essere molto più elevato di quanto indicato dalla normativa legata al ‘pubblico spettacolo’ e quindi destinato a superare il limite di 10mila persone.