E’ stato letteralmente un viaggio nel tempo, ieri sera (martedì 25 aprile), quello intrapreso da Marco Masini durante la “data zero” del suo tour “Spostato di un secondo”. Il cantautore fiorentino ha incantato i circa 700 spettatori del “Pala Ioan” esordendo con i suoi pezzi più recenti, “Nel tempo in cui sono tenuto a restare”, “Ma quale felicità” e “Spostato di un secondo”, tutti tratti dall’ultimo album, per poi ripercorrere tutti i grandi successi di 28 anni di carriera.
Dopo il “riscaldamento” il cantautore ha parlato di “un tour che in qualche modo lo rappresenta”, dove racconta le sue storie di vita, riviste però con la “possibilità di tornare indietro e magari correggere gli errori del passato”, soprattutto in amore: e da questa premessa l’artista ha spaziato dalla più nuova “Tu non esisti”, ai grandi classici come “Cenerentola innamorata”, “E ti amo”, “Io ti volevo” e “Niente di importante”.
Il viaggio a ritroso di Masini è poi arrivato agli anni ’80-’90 con “Frankenstein”, “Perche lo fai”, “L’amore sia con te” e “Principessa”. Toccante l’omaggio a Giorgio Faletti con “Signor Tenente”, cover portata anche all’ultimo Festival di Sanremo.
Il concerto si è poi concluso con i grandi successi di sempre, tra cui “T’innamorerai”, “Ci vorrebbe il mare”, “Disperato”, “L’uomo volante”, “Vaffanculo” e “Bella stronza”, tutte con arrangiamenti innovativi e l’uso coerente dell’elettronica, a sottolineare, come detto dal cantautore stesso, quella “voglia di cambiare qualcosa del passato”.
“Pur essendo questa la data zero di lungo percorso che mi porterà a girare l’Italia – ha detto Masini rivolto al pubblico tifernate – Per me il tour è iniziato già oggi”. L’artista ha poi ricordato e ringraziato Lucio Lelli, presidente del Kiwanis Club Città di Castello, il sodalizio tifernate che ha organizzato l’evento, il cui ricavato sarà interamente devoluto a Norcia, e in particolar modo alla rinascita di Castelluccio, una delle frazioni più colpite dal terremoto dell’ottobre scorso. “Questa non è beneficenza – ha ribadito il cantante – ma un semplice atto d’amore nei confronti di chi la devastazione non l’ha subita solo fuori ma anche dentro”.