Categorie: Istituzioni Perugia

Marcia della Pace, è polemica tra Mencaroni, Arcudi e Camicia

Tutto cominciava ieri, 19 agosto, quando in consiglio comunale veniva bocciato l’ordine del giorno di Diego Mencaroni (Pd) e di Nilo Arcudi (Psi) che chiedeva alla giunta comunale di “rivendicare il ruolo di Perugia quale città internazionale della pace e porre in essere tutte le iniziative possibili affinché l’amministrazione comunale si faccia portavoce per un’immediata cessazione del conflitto israelo-palestinese, ponendo particolare attenzione alle gravi condizioni in cui versano gli sfollati e le famiglie delle migliaia di vittime civili che sono cadute durante gli scontri”.Una bocciatura che la minoranza di Palazzo dei Priori aveva boccaito come “atto gravissimo”. Lo stesso segretario comunale del Pd, Francesco Giacopetti aveva chiosato: “quello che è successo questo mattina è molto grave… Al cambiamento che avanza vorrei ricordare che Perugia è la città di Aldo Capitini. Bocciare l’odg è stata una scelta miope che denota scarsa lungimiranza politica. La prossima mossa del centrodestra perugino sarà spostare la partenza della Marcia della Pace in un’altra città?”.

La marcia della Pace – Il rimando alle parole e ai natali di Aldo Capitini e alla marcia della pace che si svolgerà a Perugia il prossimo 19 ottobre è dunque d’obbligo. E che tra l’altro avrà come obiettivo quello di manifestare contro la terza guerra mondiale, così come definito dallo stesso papa Francesco, e così come lo stesso coordinatore Flavio Lotti ha poi annunciato.

Le parole di Camicia – La questione però non si ferma qui, e prosegue in mattinata durante la seduta della Commissione Cultura. Il consigliere Carmine Camicia ha accusato di plagio i suoi colleghi per quanto esposto già ieri: “Finché c’è guerra c’è speranza – ha dichiarato Camicia – Questo è l’auspicio dell’opposizione a Palazzo dei Priori, in quanto ieri in IV commissione nel presentare un ODG sul conflitto tra Israele e Hamas, sono stati smascherati dal sottoscritto di un plagio poiché avevano copiato un ODG presentato dal 2009 da un Consigliere dell’allora maggioranza, Dr. Monaco.
Il sottoscritto, oltre a invitarli a non copiare storie vecchie che tra l’altro non andarono a buon fine perché il loro Sindaco Locchi neanche recepì il dispositivo votato in Consiglio, ma di affrontare problemi veri ed attuali di Perugia senza confondersi con problematiche internazionali.
Il Medio Oriente, ormai è una polveriera, ed è da miopi non vedere oltre la striscia di Gaza. In Irak vi è la caccia ai cristiani, in Libia ormai è guerra tra le varie etnie, in Siria i morti non si contano, in Egitto ormai è guerra totale, ai confini con la Russia si spara e si abbattono anche agli aerei civili e la sinistra a palazzo dei Priori si preoccupa solo del dramma dei Palestinesi, perché era l’unico ODG che potevano copiare.
Il PD e i socialisti, affermano che quest’anno parteciperanno alla marcia della Pace, hanno piena facoltà ad aderire all’iniziativa, l’unica osservazione fatta in Commisione è stata che con il tavolo della pace gli organizzatori ci vivono da decenni, ed era ora di sospendere tutti i contributi Pubblici a chi del tavolo della pace ne ha fatto una professione, garantendosi un salario e garantendolo anche ai suoi familiari. la mia prossima iniziativa politica sarà quella di chiedere al Sindaco di sospendere tutti i contributi agli organizzatori della marcia della pace che si deve basare solo su volontariato, senza chiedere come al solito soldi ai cittadini. Queste iniziative per la pace, sponsorizzate dai soliti noti, mi ricordano tanto un vecchio film di Sordi: Finché c’è Guerra c’è Speranza”.

La risposta dell’opposizione – Rifacendosi dunque all’esperienza di Capitini, l’opposizione del comune di Perugia, Pd in prima linea, afferma: “in seguito a quell’esperienza, l’amministrazione comunale della città di Perugia ha da sempre riconosciuto e valorizzato la potenzialità educativa dell’evento capitiniano e la sua vocazione ad essere parte integrante di un progetto mondiale contro la miseria e l’ingiustizia, la guerra e l’unilateralismo. Perugia, grazie a Capitini e alla sua Marcia, è riconosciuta come città di pace. Per questo e per molto altro riteniamo gravissime le affermazioni con cui il consigliere Camicia, durante la seduta della commissione cultura che si è svolta stamattina, ha auspicato che il Comune di Perugia abbandoni l’impegno e la partecipazione alla Marcia “poiché le associazioni che la sostengono vivono di guerre. E’ quasi offensivo dover precisare che nessuno che ha attivamente lavorato per e con l’organizzazione della Marcia della Pace non ha mai speculato sul concetto di guerra né tanto meno si è augurato che ci fossero guerre per poter marciare; frasi come quelle del consigliere Camicia, tanto più in quanto espresse in una seduta pubblica di una commissione consiliare, nella sua veste di pubblico rappresentante dei cittadini, dimostrano che ci sono ancora molti motivi per marciare a favore della dignità, della tutela dei diritti, della fratellanza e che non sempre si combatte contro le armi.
Domenica 19 ottobre 2014 noi ci rimetteremo in marcia “per un’Europa della Fraternità”, per promuovere una politica della pace, un’Europa che dà lavoro, libera, inclusiva, fondata sui diritti umani dell’uguaglianza. Cento scuole si metteranno in cammino per una rinnovata cultura della pace, e invitiamo non solo il consigliere Camicia, ma anche quei consiglieri comunali di Perugia che stamattina in commissione hanno rigettato due ordini del giorno pacifisti, a marciare con noi; così che possano vedere cosa vuol dire riconoscere la pace come un diritto da conquistare e difendere ogni giorno, a Perugia come nei luoghi martoriati dalle guerre”.
L’odg di Monaco – Di seguito l’ODG “incriminato” presentato dal Consigliere Monaco nell’anno 2009, che Camicia lamenta ad Arcudi e Mencaroni.
Passando all’esame delle mozioni e degli ordini del giorno, il consiglio Comunale ha approvato con 18 voti a favore (maggioranza + Valentino) e 3 astenuti (Carloni, Calabrese e Faina) il documento presentato dal capogruppo di S.D. Alessandro Monaco sulla pace in Medio Oriente. Nell’atto Monaco, sottolineata la gravità della situazione esistente al confine tra Israele e la Palestina (striscia di Gaza), ha chiesto di impegnare Sindaco e Giunta “ad intraprendere tutte le azioni politiche necessarie presso la Regione Umbria ed il Governo affinchè si avvii subito un percorso di tregua tra le parti, si riprenda la strada del negoziato ponendo immediatamente fine alla condizione di guerra che può soltanto alimentare se stessa ed allontanare sempre più ogni residua possibilità di pace. Si chiede inoltre di offrire la città di Perugia, città di pace nella quale sono confluite nelle manifestazioni per la pace persone da tutto il mondo, di tutte le idee politiche, israeliani e palestinesi, come eventuale sede per incontri per la pace nell’area medio-orientale”. Monaco, inoltre, nell’esprimere soddisfazione per la notizia dell’avvenuta tregua tra Israele ed Hamas, ha chiesto di emendare il dispositivo del proprio atto aggiungendo: “impegnare Sindaco e Giunta a fare quanto in loro potere per dare attuazione alla risoluzione 1860 del Consiglio di Sicurezza Onu”. L’emendamento è stato approvato con 21 voti a favore (maggioranza + Valentino, Calabrese e Carloni) ed 1 astenuto (Faina). La discussione è stata aperta dal capogruppo Udc Francesco Calabrese che ha detto di non trovarsi d’accordo con l’odg di Monaco per quanto esposto nelle premesse. “In alcune frasi, infatti, emerge un giudizio evidentemente di parte su due punti: 1) quando si parla di sproporzione della reazione di Israele al lancio di razzi da parte di Hamas; 2) quando si dice che l’azione israeliana alimenterebbe il terrorismo. Credo, invece, che le azioni militari di Israele siano il minimo che ci si possa attendere di fronte alle iniziative terroristiche altrui”. Per Franco Granocchia (IdV) l’odg è condivisibile in senso generale anche se vi sono alcuni spunti non del tutto convincenti. “L’atto, in ogni caso, è stato presentato in un momento adatto, ossia proprio nel mezzo di una guerra in atto e dunque l’iniziativa di Monaco deve essere apprezzata proponendosi la finalità di interrompere il conflitto, favorendo l’attuazione del principio “due popoli-due Stati”. Anche il capogruppo D.C. Carmine Camicia ha detto di aver apprezzato l’odg, su cui in commissione anche i consiglieri di opposizione hanno cercato di fornire il proprio contributo. “Credo che ci sia bisogno che ognuna delle due parti in conflitto faccia un passo indietro per raggiungere una pace stabile e duratura”. Ampio e dettagliato l’intervento dal capogruppo PdCI Fabio Faina sul tema. Faina ha detto che oggi nel mondo esiste un vero e proprio scontro tra civiltà che “ci sta portando alla distruzione soprattutto sotto il profilo ambientale ed a causa della sempre crescente globalizzazione. Se si vuole salvare la specie, pertanto, bisogna innanzitutto cominciare a distribuire meglio le ricchezze e le risorse, ma anche a riprendere il dialogo tra le civiltà, ripartendo proprio dal territorio di Gaza, ove è in atto l’ennesimo conflitto tra civiltà”. Faina ha sottolineato che “bisognerebbe civilizzare coloro che bombardano le città, coloro i quali sostengono che le vittime civili siano solo perdite collaterali”. Il capogruppo PdCI, infine, ha ribadito che ogni civiltà, ogni nazione ed ogni religione ha qualcosa di buono in sè e da questo occorre ripartire trovando l’opportuno dialogo. Il consigliere del P.D. Giuseppe Roma ha evidenziato che nella discussione in atto occorre innanzitutto attenersi all’oggetto dell’odg incentrato sui temi della pace e della tregua. “Quando parliamo di guerra, infatti, parliamo di distruzione indiscriminata e di morte. A nulla serve, dunque, prendere le parti dell’una o dell’altra fazione, ma occorre lavorare solo per il raggiungimento dello scopo finale, ossia l’interruzione del conflitto”. Anche Giampiero Luchetti (P.D.) ha detto di auspicare un lavoro congiunto di tutti per il raggiungimento di una pace duratura. “In questo, credo, sarà determinante il ruolo degli Usa e del neo presidente eletto. Ovviamente ogni operazione dovrà essere fondata sul dialogo e sul principio secondo cui entrambi i popoli devono avere la loro terra”. Rocco Valentino (A.N.), nel ricordare che il suo partito si batte fin dal 1970 perchè israeliani e palestinesi abbiano ciascuno la propria terra, ha commentato che “appare impossibile difendere un movimento come quello di Hamas reo di aver massacrato in una terribile guerra civile tantissimi sostenitori di Al Fatah. Così come non sono difendibili tutti quei membri integralisti presenti all’interno dello Stato di Israele. Occorre, invece, lavorare solo per la pace evitando di trascendere da questo”. Un ulteriore appoggio all’odg è venuto dal consigliere Sdi Aurelio Dozzini, secondo il quale il tema basilare di ogni riflessione deve essere quello per cui ogni guerra è per principio sbagliata. “Quando un conflitto esplode le colpe sono da attribuire equamente ad entrambe le fazioni senza prediligere l’una o l’altra. Oggi, pertanto, il nostro compito è di portare un contributo per raggiungere una pace duratura creando per ciascun popolo uno Stato”. Alessandro Mariucci, capogruppo P.D., ha detto di aver apprezzato l’odg per due motivi: 1) “innanzitutto vi è un tentativo di condurre il tema della convivenza tra popoli diversi ad un ragionamento che tocchi tutti (cosiddetta diplomazia dal basso). Ed in questo è fondamentale che le istituzioni locali giochino un ruolo preciso; 2) in secondo luogo credo che ognuno di noi debba considerare questo tema come una cosa che lo riguarda direttamente indipendentemente dal fatto che il conflitto si svolge a migliaia di chilometri di distanza. Questo per due ragioni ossia perchè la guerra Israele-Palestina è portatrice di tante problematiche nel mondo e perchè le risposte che la vicenda ha avuto finora sono state insufficienti e, dunque, occorre ancora fare qualcosa”. Sulla questione in discussione, infine, è intervenuto anche il Sindaco Renato Locchi per annunciare l’adesione della Giunta all’odg di Monaco. “L’obiettivo di realizzare il principio ci appartiene e per garantirlo credo sia benvenuto anche l’invio sul posto di una forza internazionale che permetta il raggiungimento di questo obiettivo storico, ma difficile da completare. Dico no, invece, ad ogni forma di lassismo: serve, al contrario, un intervento risoluto del mondo per la pace. Ed in tutto questo Perugia, che è città della pace e da cui parte la marcia della pace, può esercitare un suo valido ed importante ruolo. A sua volta, però, il Governo Nazionale, che in tante occasioni ha assunto un compito di prim’ordine in queste situazioni, deve farsi avanti di nuovo, ma senza appiattirsi a favore delle posizioni di Israele, perchè ciò farebbe perdere ogni capacità di interloquire”. Dunque Locchi ha chiesto con forza un salto in avanti da parte delle Istituzioni su questo tema, tramite una politica autorevole ed intelligente. Infine il Sindaco ha voluto chiarire due punti: da un lato ha sottolineato che Israele rappresenta un patrimonio mondiale condiviso per quanto la cultura degli ebrei ha fatto nel corso dei millenni; successivamente il Primo Cittadino ha però commentato che non ogni responsabilità in merito alle sofferenze patite dagli israeliani debba essere ascritta alla Palestina (si veda l’olocausto e la successiva attribuzione agli ebrei dell’attuale territorio israeliano conteso). Per dichiarazioni di voto sia Calabrese che Carloni e Faina hanno invitato Monaco ad emendare l’odg, eliminando le valutazioni contenute nella premessa e lasciando solo il dispositivo da tutti condiviso. Alessandro Monaco, rispondendo a questi inviti, ha invece pregato i consiglieri di votare favorevolmente l’intero documento, spiegando il perchè di certe affermazioni contenute in esso. “E’ inconfutabile che la tregua sia stata interrotta da Hamas, così come è storia che la reazione di Israele sia stata spropositata e che sia solo un modo per soffiare sul fuoco, dal momento che ha l’unico effetto di alimentare il terrorismo ed il fondamentalismo. Su queste situazioni non ho emesso alcun giudizio, ma ho confermato una sola verità, ossia che la guerra sempre e comunque non è la soluzione giusta”.