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Maran, il sindaco fa il punto e spunta una mozione | Pd sul piede di guerra

Le vertenze che vedono in bilico centinaia di lavoratori a Spoleto, quelle di Maran ed ex Novelli – Alimentitaliani, sono state al centro del consiglio comunale di questa mattina. Che è servito anche a ratificare le nomine nelle Commissioni consiliari, come anticipato nei giorni scorsi da Tuttoggi.info.

A tracciare un quadro della situazione è stato nelle comunicazioni il sindaco Umberto De Agustinis, che ha fatto il punto della situazione dopo gli incontri dei giorni scorsi.

Maran, Novelli e terremoto

In particolare il primo cittadino ha riferito dei tavoli in corso sul Gruppo Maran tra la newco della multinazionale svedese Hoist e le organizzazioni sindacali. Un’interlocuzione – ha spiegato De Augustinis – che “sta andando avanti con una certa proficuità, anche se non tutti i punti sono stati condivisi, tra cui gli esuberi ritenuti eccessivi. L’interlocuzione non è ancora conclusa, è in atto un tentativo di avvicinare le parti”.

Il sindaco ha ripercorso anche le complicate questioni relative al Gruppo Novelli, acquisito da Alimentitaliani a fine 2016, “una società costituita ad hoc, una srl con capitale sociale assolutamente inadeguato” ha ricordato. “C’è un problema di fondo molto grave – ha detto – visto che su un medesimo gruppo gravano due fallimenti dichiarati da tribunali diversi, Terni e Castrovillari. E presso il tribunale di Castrovillari la Procura ha avviato anche un’indagine penale”. Quindi un cenno anche alla procedura per l’affitto di ramo d’azienda in corso emesso dalla curatela fallimentare calabrese, con la scadenza delle domande che era fissata a venerdì scorso mentre domani ci sarà l’apertura. Al Mise – ha osservato il sindaco – si è svolta una riunione, questa Amministrazione è stata presente con il presidente consiglio comunale, è stato più che altro uno scambio di opinioni”.

Un accenno De Augustinis lo ha fatto anche al terremoto, sul quale si è tenuto un incontro in Regione con l’assessore Antonio Bartolini. Il Comune di Spoleto ha preso tempo, in particolare sulla vicenda spinosa del polo scolastico ma non solo. “Abbiamo la necessità di controllare una serie di atti” ha spiegato. Mentre su alcuni edifici l’ente locale sarà stazione appaltante e quindi procederà direttamente sui lavori di ricostruzione, come per palazzo Ancaiani. Infine la verifica di alcuni immobili nel pieno degrado a Monteluco, con il sindaco che ha compiuto un sopralluogo alla Colonia del Popolo, a quella Inps ed all’albergo del matto.

La mozione dell’opposizione

Sulla vertenza Maran hanno presentato una mozione i gruppi consiliari Spoleto Popolare e Alleanza Civica, che ha visto la votazione all’unanimità dell’urgenza, in modo da far sì che possa essere discussa nel prossimo consiglio comunale. “Oltre a manifestare  preoccupazione e solidarietà nei confronti dei lavoratori, – spiegano i consiglieri Maria Elena Bececco, Ilaria Frascarelli, Gianmarco Profili e Roberto Settimi – abbiamo richiesto l’impegno del  sindaco e della giunta ad attivarsi affinché sia siglato un accordo tra azienda, OOSS ed RSA per la definizione di un piano industriale che garantisca la più ampia occupazione possibile, l’eliminazione del vincolo di riduzione del 20℅ dei salari, nel rispetto della dignità e dell’alta professionalità dei lavoratori, l’impegno affinché, superata la crisi, siano riassorbiti tutti i lavoratori oggi oggetto di licenziamento ed inoltre la richiesta alla Regione per l’attivazione di urgenti procedure per la salvaguardia dei livelli occupazionali”.

Questo il testo della mozione

Premesso che

la Maran è stata fondata nel 1993 dal compianto Nazzareno D’Atanasio ed insieme alla R&S s.r.l. costituita negli anni 2000 si è affermata a livello nazionale come una delle principali società per il recupero del credito.

Considerato che   

la Maran S.p.A. tra le 2 sedi di Spoleto e Catanzaro e la R&S s.r.l. si avvalgono di 336 dipendenti e che solo sul nostro territorio danno occupazione a 264 dipendenti, tutti stabilizzati negli anni passati con contratto a tempo indeterminato, rappresentando quindi per la nostra Città di Spoleto una delle aziende con il più alto e solido livello occupazionale.

Tenuto conto che

ciò che rende leader nel settore la Maran e la R&S è la sua squadra di professionisti altamente specializzati e che il know-how della Maran rappresenta il suo vero e grande valore.

Preso atto

  • che le due aziende hanno visto ridurre il proprio fatturato in concomitanza con la scomparsa del loro fondatore, passando da un fatturato di circa 30 milioni di euro a quello attuale di circa 10 milioni, che ha comportato per l’attuale A.D.  la necessità di ricorrere il 23 Gennaio 2018 alle procedure presso il Tribunale di Spoleto per il concordato preventivo in continuità.
  • che sono state esperite in questi mesi tutte le formalità necessarie per l’individuazione di un partner industriale che permettesse la prosecuzione dell’attività lavorativa di Maran e R&S.
  • che la scorsa settimana la dirigenza del gruppo spoletino ha firmato un accordo con la Hoist Italia del gruppo svedese Hoist, secondo la procedura ex art 4 e 5 della legge 223/1991, volto all’affitto del ramo d’azienda e alla prosecuzione delle attività aziendali.

Avendo appreso che

il piano industriale della Hoist prevede non solo una procedura di licenziamento collettivo con un taglio totale di 150 dipendenti sui 340 rimasti (84 per Maran S.p.a. di cui 37 a Spoleto  e 47 a Catanzaro, e 66 per R&S s.r.l. tutti a Spoleto), ma anche che, per chi rimarrà in azienda, sarà effettuato un importante abbassamento dei livelli ed il taglio del 20% degli stipendi attuali per 2 anni.

Tutto ciò premesso e considerato, pur consapevoli del ruolo non primario di un’Amministrazione Comunale nelle relazioni industriali private,

i gruppi consiliari Spoleto Popolare ed Alleanza Civica manifestano la propria preoccupazione per la situazione di incertezza ed esprimono la propria vicinanza e solidarietà ai lavoratori della Maran e R&S che si trovano a dover difendere il proprio posto di lavoro ed impegnano il Sindaco e la Giunta della Città di Spoleto:

ad attivarsi presso l’azienda affinché nella trattativa con le organizzazioni sindacali e le RSA, venga siglato un accordo che preveda:

  • la definizione di un piano industriale che garantisca la più ampia occupazione possibile riducendo al minimo il numero di lavoratori licenziati.
  • L’eliminazione del vincolo di riduzione del 20% degli stipendi del personale, nel rispetto della dignità e dell’alta professionalità dei lavoratori che hanno dedicato la propria vita lavorativa all’interno dell’azienda raggiungendo elevati livelli di specializzazione.
  • La sollecitazione della Regione affinchè si attivino urgenti procedure per la salvaguardia dei livelli occupazionali anche attraverso adeguati strumenti finanziari.
  • la strategicità del sito produttivo di Spoleto, e che una volta superata l’attuale crisi siano riassorbiti i lavoratori oggi oggetto di licenziamento ristabilendo I livelli occupazionali attuali.

Pd sul piede di guerra, Amministrazione si sta isolando

Critico sulle scelte del sindaco De Augustinis, però, il Pd, che contesta soprattutto la partecipazione all’incontro al Mise dei giorni scorsi su Novelli del presidente del consiglio Sandro Cretoni. “Centinaia di posti di lavoro a rischio tra ex-Novelli e Maran e il Sindaco De Agustinis che fa? Delega a rappresentare Spoleto al Mise il presidente del Consiglio comunale, figura priva di qualsiasi potere esecutivo. Non basta, in barba al Titolo V della Costituzione che ha ridefinito all’insegna di una più marcata applicazione del principio di sussidiarietà, le competenze tra Stato e Regioni, ridisegnando il ruolo di queste ultime tanto a livello interno quanto sul piano internazionale, – denuncia il Pd – ai “tavoli” di contrattazione non è stata invitata la Regione. Un’ostilità verso quest’ultima manifestata sin dalle prime battute. Basta ricordare infatti il gesto inconsulto che fece sparire la bandiera della Regione, appena vinte di misura le elezioni, dalla stanza del neo eletto Sindaco, salvo poi rimetterla il giorno dopo al suo posto.

Il problema è serio perché dimostra come il Sindaco-Magistrato a cui “basta una telefonata” per risolvere i problemi pensa di affidare le sorti della città al “governo amico”, scavalcando i livelli istituzionali ignorando il principio di sussidiarietà. Un Sindaco che si affida magari a singoli parlamentari che ammiccano un imbarazzante “ci penso io”, ruoli che non possono sostenere in quanto privi di potere esecutivo o decisionale.

In realtà non esistono “governi amici”, esistono i Governi dello Stato e delle Regioni e le amministrazioni delle Città che indipendentemente dagli orientamenti politici o, peggio, dalle simpatie o antipatie personali, svolgono un ruolo super partes nell’esclusivo interesse dei cittadini. Tanto è vero che alla riunione tenutasi al Mise per la vicenda Novelli il Ministro Luigi Di Maio non si è presentato. Cosa sarebbe andato a fare in assenza del Sindaco di Spoleto e di rappresentanti della Regione? Morale, la riunione è stata aggiornata al 2 agosto con un nulla di fatto salvo quello che era scontato: la proroga della cassa integrazione”.

Su Maran Partito comunista pronto alla mobilitazione

Sulla delicata situazione economica spoletina, ed in particolare sulla Maran, interviene anche il Partito Comunista, che sulla vicenda Maran parla di “macelleria sociale”. Questa la nota:

“La vicenda della cessione di Maran e R&S al gruppo Hoist rappresenta un caso di scuola, in cui si palesano tutti gli ingredienti che sono alla base della drammatica situazione di arretratezza in cui versano le istanze e i diritti della classe lavoratrice a Spoleto e nel nostro Paese. Da un lato, il management dell’azienda acquirente si pone in trattativa in maniera arrogante e aggressiva, ponendo a condizione dell’acquisto di Maran e R&S il licenziamento di 150 dipendenti e la decurtazione del 20% dello stipendio di chi conserva il lavoro per i prossimi due anni. Dall’altro lato, i sindacati confederali, anziché utilizzare tutti gli strumenti a disposizione dei lavoratori per entrare in trattativa come controparte autorevole e contrastare i tagli occupazionali e salariali pretesi dalla Hoist, assumono atteggiamenti apertamente collaborazionisti giungendo non solo a scoraggiare lo sciopero come strumento di lotta, ma addirittura a consigliare ai lavoratori di contrattare singolarmente la propria posizione relativa ai ritardi nei pagamenti dei salari arretrati. L’intera vertenza è stata gestita senza il coinvolgimento dei lavoratori né da parte del management Maran/R&S, né della Hoist: un’ulteriore responsabilità delle rappresentanze sindacali, che non hanno fatto adeguata pressione sull’azienda affinché le maestranze fossero rese partecipi delle trattative che riguardavano le sorti dell’azienda e dei loro posti di lavoro. L’indifferenza dei sindacati nei confronti dei lavoratori è giunta al punto che questi ultimi hanno appreso i dettagli dell’accordo prima dagli organi di stampa e soltanto in un secondo momento da coloro il cui ruolo dovrebbe essere quello di supportare le loro rivendicazioni. I sindacati confederali sono dunque andati oltre la concertazione, ancora più in là del collaborazionismo, giungendo ad abdicare spudoratamente alla propria funzione di rappresentatività dei lavoratori nell’ambito di questa vertenza. Assistiamo a un episodio di bassa macelleria sociale in cui, all’arroganza della Hoist e all’inadeguatezza del management Maran/R&S, si unisce la pilatesca inazione delle rappresentanze sindacali, che hanno del tutto rinunciato a sostenere le istanze di difesa dell’occupazione e dei salari davanti a scellerate e disumane logiche di profitto. La mancanza di fondi che consentano una positiva risoluzione della vertenza, agitata come spauracchio per scoraggiare ogni rivendicazione dei lavoratori a difesa del proprio posto di lavoro, è tutta da dimostrare: aspettare e sperare che tutto si risolva nel migliore dei modi fa solo il gioco di chi vuole fare sciacallaggio sulla pelle dei lavoratori per trarre il massimo vantaggio dalla grave situazione in cui versa la Maran. Il Partito Comunista si schiera al fianco e a sostegno dei lavoratori di Maran e R&S e delle loro rivendicazioni e si mette a loro disposizione per discutere ogni forma di mobilitazione che possa contribuire a salvaguardare i livelli occupazionali e la stabilità dei loro salari. Solo la lotta paga!”.