Scattano i licenziamenti collettivi al Gruppo Maran di Spoleto, compresa anche la sede di Catanzaro. Lo annunciano Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uilcom, che nella giornata di giovedì hanno anche incontrato il sindaco di Spoleto Umberto De Augustinis. Gli stessi sindacati appena un paio di settimane fa avevano denunciato il silenzio della proprietà sulle trattative in corso per la cessione, vista anche l’imminente scadenza della procedura di concordato preventivo aperta davanti al Tribunale di Spoleto.
La procedura ex articoli 4 e 5 della legge 223/1991 fa riferimento all’accordo che sarebbe stato firmato nelle ultime ore tra il Gruppo Maran e l’azienda svedese Hoist per l’affitto del ramo d’azienda e la prosecuzione delle attività aziendali. Che il piano dell’attuale amministratore delegato Maran Marzapane fosse lacrime e sangue era emerso sin dall’inverno scorso. Che la salvezza delle due società di Santo Chiodo attive nel settore del recupero crediti passasse per un taglio all’organico (i dipendenti dei call center erano stati tutti stabilizzati negli anni passati dal compianto fondatore della Maran Nazzareno D’Atanasio) era chiaro.
Negli ultimi mesi la dirigenza aziendale Maran e R&S, poi, aveva cercato di promuovere degli esodi volontari, tanto che diversi dipendenti si erano dimessi. Ma non è bastato.
La procedura di licenziamento collettivo, secondo quanto comunicato ai sindacati, prevede un taglio in totale di 150 dipendenti su circa 340 rimasti, poco meno della metà insomma. In particolare per Maran spa, che attualmente ha sedi a Spoleto e Catanzaro, gli esuberi previsti sono in tutto 84, mentre per R&S 66, tutti nella città ducale. Rispetto all’avvio delle procedure, i sindacati – spiegano Fisascat, Filcams e Uilcom – fanno sapere che “abbiamo tempestivamente risposto rendendoci disponibili all’incontro sindacale finalizzato all’espletamento delle procedure, per il giorno 24 luglio 2018 alle ore 9 presso la sede del Comune di Spoleto, così come richiesto e concordato con il sindaco di Spoleto Dott. Umberto De Augustinis, nell’incontro appena concluso con lo stesso”.